ROMA «Ho lavorato in nero, per due anni, nella ditta di Antonio Di Maio, padre di Luigi. Poi una volta ebbi un infortunio sul lavoro, a un dito, e lui mi disse di non dire in ospedale che lavoravo per lui: altrimenti vicino al dito gli avrebbero fatto una multa da 20mila euro». A parlare ai microfoni delle Iene č Salvatore Pizzo, detto Sasą, da Pomigliano D'Arco. Nella puntata andata in onda ieri sera č stata ricostruita tutta questa storia che sembra imbarazzare non poco il leader del M5S. Che tira fuori anche un aspetto personale finora inedito: «All'epoca io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati, non c'č stato un bel rapporto, adesso č migliorato un po'». Non sapeva, dice ancora il vicepremier, «di lavoratori in nero: a me non risulta ma il fatto č grave, non mi ricordo di questo operaio ma ce ne sono stati tanti. A quell'epoca avevo 24-25 anni, io nell'azienda di famiglia ho aiutato mio padre come operaio ma non gestivo le cose di famiglia. Devo verificare questa cosa, verifichiamo tutto assolutamente».
LA VICENDA
Non c'č solo la vicenda di muratore senza contratto nell'azienda di famiglia del vicepremier e ministro del Lavoro («E non sarebbe l'unico caso», dicono dalle Iene) ma spunta un ulteriore particolare. «Una volta mi feci male in un cantiere. Mi sfregiai l'indice della mano sinistra. E chiamai - racconta Sasą - il geometra Di Maio per farmi portare in ospedale. All'inizio voleva che andassimo a Nola perché ha un cognato che lavora nell'Asl e forse lo avrebbe potuto coprire. Io, invece, gli dissi di andare al Cardarelli di Napoli e lui mi pregņ di non dire che mi ero fatto male nel suo cantiere altrimenti mi dise ci mettiamo altri 20mila euro vicino a questo dito». Sasą invece ai medici racconta la veritą: di essersi fatto male mentre lavorava per l'Ardima costruzioni, l'azienda di cui Luigi č socio dal 2012 al 50% con la sorella Rosalba. Il fatto dunque č precedente. E finģ cosģ, secondo la versione dell'ex operaio che al momento non č stata smentita dal leader grillino: «Il geometra Di Maio per un mese mi portņ ad Acerra per fare la riabilitazione pagandomi comunque la giornata. Poi mi licenziņ. E allora mi rivolsi alla Cgil». E il padre del vicepremier fu costretto a riprenderlo, questa volta con regolare contratto, per sei mesi. «Poi mi mandņ via, dicendo che non c'era lavoro, e ci accordammo per 500 euro per chiudere l'anno sempre in nero, soldi cash». Sasą racconta che nei cantieri dell'Ardima non erano rispettati gli standard di sicurezza: prese a terra per evitare le scosse e caschetti.
LA REAZIONE
Quando sono scoppiate le polemiche per il condono di Ischia, infilato nel decreto per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova, č spuntata la storia di casa Di Maio. E di un condono edilizio. Luigi ha difeso subito il padre: «I giornali sbattono la mia famiglia in prima pagina». E nei giorni scorsi sempre il vicepremier, in un'assemblea di Confcommercio ha raccontato l'esperienza della sua azienda di famiglia: «Dove mio padre faceva il dipendente e i dipendenti facevano gli imprenditori». Parole che cozzano con la versione fornita da Sasą alle Iene nella puntata di ieri sera. E sulla quale in serata č tornato anche il leader pentastellato. Spiegando che oggi consegnerą tutti i documenti sulla vicenda agli autori del programma. «Credo che Salvatore Pizzo abbia anche votato il Movimento alle ultime elezioni». Di Maio conclude su Facebook con una nota personale: il rimando fa pensare in un certo senso alla vicenda tra Matteo Renzi e il padre Tiziano (su cui il M5S fu molto duro). Conclude il vicepremier: «Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre. E capirete anche che sia improbabile che un padre racconti al figlio 24enne un accaduto del genere». Il primo ad attaccare dal Pd č il deputato renziano Luciano Nobili: «Non solo č il ministro del reddito di cittadinanza che non c'č e quello del condono edilizio. Da oggi Di Maio č anche il ministro del lavoro in nero».