TERAMOFigli e figliastri, per la Tua. E' questo quanto sostiene la Filt Cgil che scrive una nota polemica sulla nuova esclusione dell'entroterra abruzzese dall'ulteriore informata di centri a cui è esteso il biglietto unico. «Apprendiamo dalla stampa la notizia strabiliante dell'avvio da parte di Tua spa , azienda regionale, dell'estensione delle facilitazioni (60%) di riduzione del costo del biglietto, ad ulteriori 31 comuni del Pescarese», scrive il segretario Filt per Teramo e L'Aquila Domenico Fontana, «molto bene per gli attenzionati cittadini che hanno la fortuna di risiedere in quei comuni: un bel regalo di Natale. Certo le motivazioni sono nobili: diminuire l'impatto del traffico privato. Ma perché solo in quell'area? E cosa propone Tua per i cittadini delle aree interne? Al momento, per costoro c'è la cittadinanza limitata, l'assenza dai piani e l'attesa sul destino dei servizi minimi. Parliamo di cittadini che, oltre ad essere esclusi da tempo dal biglietto unico, rischiano di vedere compromesso il diritto alla mobilità che il pubblico ha il dovere di garantire perché il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto alla salute non può essere affidato alle scelte e alla variabilità del mercato che fa i propri interessi privati e non è tenuto a garantire l'interesse pubblico». Per fare un esempio un cittadino da Crognaleto a Teramo paga un biglietto da 4,30 euro (a cui se ne aggiungono 1,20 se ad esempio deve andare in ospedale). Lo stesso cittadino da Ortona a Chieti spende 1,20 euro.«Restiamo in attesa di una sana e approfondita discussione sulla distribuzione nel territorio regionale dei chilometri oggetto del contributo del trasporto pubblico locale, restiamo in attesa di capire la ragione di strane sovrapposizioni che vedono su alcune tratte costiere triple contribuzioni mentre nelle aree interne si operano tagli. Se per il trasporto pubblico si continua a ritenere che gli investimenti debbano ancora una volta concentrarsi sulle aree metropolitane allora non si è compreso nulla sulla strategia delle aree interne. Prevedere ulteriori vantaggi per chi già ne ha costringe i più deboli a pagare un prezzo elevato. Ma siamo impazziti noi che insistiamo nel ripetere che il trasporto pubblico è fondamentale per sviluppare il capitale latente delle aree interne o sono impazziti coloro che nei ruoli di responsabilità politica ed aziendale accentuano una tale disparità di trattamento?», conclude Fontana.