La denuncia viene dalla Filt Cgil attraverso il segretario provinciale L'Aquila-Teramo Domenico Fontana, che accusa l'azienda di aver applicato degli sconti sulla bigliettazione solo per 31 comuni del Pescarese, dimenticandosi di quelli dell'entroterra.
La nota
Apprendiamo dagli organi di stampa la notizia strabiliante dell'avvio da parte di Tua spa, azienda regionale, dell'estensione delle facilitazioni (60%) di riduzione del costo del biglietto, ad ulteriori 31 Comuni del pescarese.
Molto bene per gli attenzionati cittadini di questa regione che hanno la fortuna di risiedere in quei Comuni: un bel regalo di Natale.
Certo le motivazioni sono nobili: diminuire l'impatto del traffico privato. Ma, perché solo in quell'area? E, cosa propone Tua per i cittadini delle aree interne? Al momento, per costoro c'è la cittadinanza limitata, l'assenza dai Piani e l'attesa sul destino dei servizi minimi.
Parliamo di cittadini che, oltre ad essere esclusi da tempo dall'agevolazione del biglietto unico, rischiano di vedere compromesso il diritto alla mobilità che il pubblico ha il dovere di garantire perché il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto alla salute non può essere affidato alle scelte e alla variabilità del mercato che fa i propri interessi privati e non è tenuto a garantire l'interesse pubblico.
Restiamo in attesa di una sana ed approfondita discussione sulla distribuzione nel territorio regionale dei chilometri oggetto del contributo del trasporto pubblico locale, restiamo in attesa di capire la ragione di strane sovrapposizioni che vedono su alcune tratte costiere triple contribuzioni mentre nelle aree interne si operano tagli. Se per il trasporto pubblico si continua a ritenere che gli investimenti debbano ancora una volta concentrarsi sulle aree metropolitane allora non si è compreso nulla sulla strategia delle aree interne.
Prevedere ulteriori vantaggi per chi già ne ha costringe i più deboli a pagare un prezzo elevato. Ma siamo impazziti noi che insistiamo nel ripetere che il trasporto pubblico è fondamentale per sviluppare il capitale latente delle aree interne o sono impazziti coloro che nei ruoli di responsabilità politica ed aziendale immaginano, prevedono ed accentuano una tale disparità di trattamento? Ed è campanilismo il nostro o è piuttosto un coerente senso di responsabilità di chi pensa allo sviluppo dell'intero Abruzzo e non di una sola parte? Su queste argomentazioni, si badi bene, non siamo soli.