L'idea dell'Election day il 26 maggio, rilanciata ieri sul Centro da Dario Boilini del Partito Radicale, riscuote consensi. Una soluzione che permette alla Regione di risparmiare sei milioni di euro, accorpando al voto per il parlamento europeo a quello delle regionali. Così la pensano il segretario nazionale di Prc-Se, Maurizio Acerbo, il primo a lanciare l'idea ribadita ieri insieme al segretario regionale Marco Fars e al segretario provinciale di Pescara, Corrado Di Sante. Ma il fronte del sì cresce e si allarga con Daniele Licheri e Leandro Bracco, segretario regionale e consigliere regionale di Sinistra Italiana,e con Giorgio D'Ambrosio (Psi). RIFONDAZIONE COMUNISTA. «Vale la pena buttare 6 milioni per votare a febbraio con la neve»? A porre l'interrogativo è Acerbo, che invita «la società abruzzese a bloccare questa follia. Il Consiglio regionale faccia due cose utili: approvi leggi contro i vitalizi e si esprima a favore dell'election day. La data fissata per le elezioni regionali in Abruzzo - il 10 febbraio - contrasta con il buon senso, la democrazia e una corretta gestione del denaro pubblico». La campagna elettorale si svolgerà nei mesi più freddi dell'anno, con tutte le difficoltà che ne conseguono. «Inoltre», aggiungono gli esponenti di Prc-Se, «si prefigura un gigantesco spreco di denaro pubblico: a maggio c'è una tornata di elezioni europee e amministrative. Negli anni passati sono state accorpate le votazioni per risparmiare. Pare che questa volta nessuno lo chieda. Finora soltanto noi di Rifondazione Comunista e i Radicali. Eppure c'è una norma che prevede l'election day, l'articolo 7 della legge 111 del 2011. Centrodestra e centrosinistra hanno sempre operato in tal senso negli ultimi anni ma ora tacciono. Il Pd perché responsabile del voto anticipato. La destra perché pensa di vincere. E così ragiona anche il M5S che pure ha fatto della diminuzione dei costi della politica il suo tormentone. Vengono prima i cittadini o i calcoli politici di presunta convenienza? Ricordiamo che la Basilicata ha già deciso di andare a votare maggio». SINISTRA ITALIANA. «Votare a febbraio significa mettere a repentaglio l'esercizio del diritto di voto dei cittadini abruzzesi, oltre che uno sperpero di soldi pubblici», afferma il segretario regionale di Sinistra Italiana, Daniele Licheri, al quale si aggiunge il consigliere regionale, Leandro Bracco: «Inutile», afferma, «fare la morale sullo spreco di fondi pubblici come fa il Movimento 5 stelle e poi non voler rinviare il voto per pure esigenze di speculazione politica». Due anni fa, osserva Licheri, «ricordiamo tutti in che condizioni versava l'Abruzzo nei mesi invernali, mezza regione bloccata dalla neve e l'altra metà dall'acqua, con frane e allagamenti». Sarebbe interessante, a questo proposito, ascoltare anche la voce dei sindaci delle aree interne. I SOCIALISTI. «Riteniamo sconveniente la data indicata (il 10 febbraio) in quanto non tiene conto della geografia della nostra Regione fatta di numerosi comuni di montagna spesso interessati in quel periodo da avverse condizioni atmosferiche e nevicate. Si parla tanto di aree di montagna», dice Giorgio D'Ambrosio (Psi) e poi rendiamo difficile l'espressione del voto alle popolazioni rimaste nei paesi».MOVIMENTO 5 STELLE. Totale contrarietà, invece, da parte dei Cinquestelle, sull'ipotesi di «far slittare ancora il diritto dei cittadini a decidere delle sorti di una Regione abbandonata da mesi dal Partito Democratico. Il risparmio di 8 milioni di euro di cui si parla è niente rispetto a quanto abbiamo sprecato e stiamo perdendo a causa dell'immobilismo in cui la Regione versa dal 4 marzo scorso. Ci sono esperti di settore che spiegano come siano andate perse centinaia di milioni di euro a causa del blocco istituzionale a cui ci hanno costretto. Non possiamo subire sulla nostra pelle le perdite di tempo del centrodestra e del centrosinistra che ancora non sono stati in grado di trovare un candidato alla presidenza. Gli abruzzesi sono stanchi di pagare continuamente il conto dei problemi che ci sono all'interno dei vecchi partiti. Il Movimento 5 Stelle è pronto per la sfida del 10 febbraio. Rimandare ancora sarebbe l'ennesimo sgarbo di una vecchia politica che vuole farci perdere altro tempo prezioso per paura di perdere qualche poltrona».