PESCARA Sarà un confronto aperto sui grandi temi della politica nazionale. Forse una prova generale in vista delle primarie del 3 marzo per l'elezione del nuovo segretario del Pd. Di certo un weekend che potrebbe riservare più di una sorpresa, a partire dall'atteso annuncio di Giovanni Legnini sulla sua candidatura a governatore, preceduto dall'appello dei sindaci. Sempre nel fine settimana è anche possibile che si arrivi a sciogliere l'altro rompicapo che riguarda il nome del potenziale sfidante del centrodestra, passaggio che darebbe finalmente un senso a una campagna elettorale iniziata già da molte settimane ma senza i principali protagonisti.
L'ATTESA
Intanto domani, a Pescara, sono attesi molti big per partecipare al seminario nazionale organizzato dai Liberal Pd su: «Paura o coraggio? La società aperta risponde ai suoi nemici». Nel dibattito si alterneranno anche i tre principali sfidanti per la segreteria nazionale del Pd: Maurizio Martina, Marco Minniti e Nicola Zingaretti, assieme a tantissime altre personalità: dal vice premier Paolo Gentiloni agli ex ministri Carlo Calenda e Dario Franceschini, a Luigi Zanda. Il seminario organizzato dal pescarese Loris Di Giovanni, vice segretario nazionale dei Liberal Pd, proseguirà nel pomeriggio dove è previsto anche l'intervento di Legnini su un altro tema a lui abbastanza caro dopo avere ricoperto nel governo Letta l'incarico di sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega all'Editoria: «Quale quadro politico e normativo per lo sviluppo dell'editoria nel nostro Paese». E non è finita perché in serata, alle 19, Legnini è atteso a un'altra iniziativa organizzata dal Fla all'auditorium Petruzzi di Pescara, per la presentazione dell'ultimo libro di Paolo Gentiloni: «La sfida populista». Non è escluso che sia proprio questa l'occasione scelta dall'ex vice presidente del Csm per sciogliere le sue riserve sulla candidatura a presidente della Regione. Se dovesse farlo (come prevedono in molti) non sarà però con il timbro del Pd, nonostante la presenza di tanti big del partito in questo weekend da Leopolda. Il progetto di Legnini, che dovrebbe partire proprio dall'appello dei sindaci, resta infatti quello di muoversi su un campo politico molto più aperto, anche rispetto agli stessi schemi tradizionali del centrosinistra. Un campo che va dai riformisti ai liberali. Non a caso la sua lunga campagna di ascolto con tutti gli strati della società civile abruzzese, non si è ancora conclusa. È dunque da escludere che Legnini si faccia imprigionare dalla canea che anche nella sua regione si scatenerà per l'elezione del nuovo segretario nazionale del Pd, anche alla luce di un'altra considerazione: il voto delle regionali è previsto per il 10 febbraio, le primarie del Pd il 3 marzo. Difficile immaginare che, proprio nella fase più calda della campagna elettorale, l'eventuale candidato governatore si faccia risucchiare nell'imbuto delle contrapposizioni interne dopo avere lavorato a un progetto che mira ad aprire, e non a chiudere.
PAROLE
Lo lasciano capire anche le parole dell'assessore regionale Silvio Paolucci: «Credo che Legnini sia il candidato più autorevole per vincere la sfida delle regionali. Si sta muovendo nella giusta direzione, provando a mettere in campo un ragionamento nuovo che vada al di là delle coalizioni come le abbiamo conosciute fino ad oggi. Un'alleanza per l'Abruzzo che superi la visione politica classica. Un'idea del tutto originale, che potrebbe essere esportata anche in campo nazionale». Nel centrodestra si attende l'esito del tavolo nazionale (forse già oggi) sulle elezioni regionali sarde, dove non è escluso che si definisca anche il quadro dell'Abruzzo. Fabrizio Di Stefano continua a sperare di essere lui l'uomo che mette tutti d'accordo, ma di traverso c'è sempre Fi. Ieri ha incassato il sostegno del Popolo della Famiglia, il movimento che a livello nazionale fa capo a Mario Adinolfi: «È ovvio che la mia speranza è che il centrodestra si ricompatti e scelga di sostenere la mia candidatura, ritenuta stra-vincente dai sondaggi».