ROMA Sindacati in campo contro l'ipotesi del governo - anticipata dal Messaggero - di confermare - pur se con ritocchi - l'attuale schema di rivalutazione solo parziale delle pensioni, che sarebbe dovuto terminare quest'anno. «I pensionati - dice il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga - non possono continuare ad essere penalizzati. È necessario ripristinare dal 2019 le regole di perequazione delle pensioni contenute nella legge 388 del 2000 che prevede un meccanismo più equo di rivalutazione». Lo schema messo a punto dal governo Letta ed entrato in vigore nel 2014 riduce l'importo della rivalutazione al di sopra dei 1.500 euro lordi mensili, incidendo sull'intero importo dell'assegno. «Siamo in attesa - prosegue Ganga - di conoscere quanto prima i dettagli delle misure in materia pensionistica, a partire da quota 100 e non siamo assolutamente d'accordo che possano rimetterci coloro che sono già in pensione per i quali esiste un concreto problema di inadeguatezza del potere di acquisto degli assegni pensionistici che da anni come sindacati abbiamo denunciato e su cui è urgente intervenire».
In campo anche la Uil con il segretario confederale Domenico Proietti: «È inammissibile mettere in discussione la rivalutazione delle pensioni, dopo 6 anni di blocchi, che rientra in vigore dal 1° gennaio 2019. Un ulteriore blocco sarebbe un'enorme ingiustizia per i milioni di pensionati che in questi anni hanno sopportato pesanti sacrifici. La rivalutazione delle pensioni è una questione di equità che il governo deve garantire».