PESCARA Marco Marsilio ha rotto gli indugi sulla sua candidatura a presidente della Regione Abruzzo per il centrodestra. Ieri, saltando a pie' pari i dubbi e le prese di distanza degli alleati della Lega e di Forza Italia (oltre ai malumori della componente abruzzese del suo stesso partito), il senatore romano di Fratelli d'Italia, 50 anni, originario di Tocca da Casauria, intervistato dal Tg3 Abruzzo, ha di fatto dettato i titoli del suo programma elettorale, a partire dal rafforzamento del rapporto della regione con Roma. «Rapporto non solo culturale ma di infrastrutture e relazioni». Tra le emergenze da affrontare Marsilio mette ai primi posti le ferrovie («superare il gap di una struttura ferma a cent'anni fa»), sanità («va rimesso in piedi un settore portato al collasso»), ricostruzione post-sisma («dovrà finalmente partire ed essere portata a termine»), Bussi («affrontare un disastro senza colpevoli»), sicurezza autostrade («basta balletti, i soldi ci sono bisogna spenderli»). Ma è sulle fibrillazioni della coalizione di centrodestra che Marsilio marcia spedito. Alla domanda sulla compattezza dell'alleanza il senatore risponde di essere convinto che l'unità sarà trovata: «Andremo alle elezioni tutti uniti», dice Marsilio, «e allargheremo anche il perimetro della coalizione agli altri movimenti di centrodestra e alle liste di ispirazione civica che vogliono condividere un governo alternativo al cialtronismo grillino e al disastro fatto dal Pd, con un presidente che non si è nemmeno ripresentato al voto e se ne è scappato a Roma per fare il senatore. Qui invece», sottolinea Marsilio, «c'è un senatore che ha scelto di tornare assieme alla sua famiglia, nella sua terra dove ha sempre mantenuto i legami, e che intende fare dell'Abruzzo una vera emergenza nazionale e far diventare la regione un modello di crescita per l'Italia». Intanto gli alleati attendono i sondaggi annunciati.