Terza puntata dell’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti sull’azienda di famiglia di Di Maio. Dopo la storia dei 4 lavoratori al nero, ecco i fabbricati abusivi, una stalla che si trasforma in villa con piscina (anche se il vicepremier non se lo ricorda) e un grande dubbio su chi realmente conduce l’impresa di famiglia senza comparire
Terza puntata dell’inchiesta di Filippo Roma e Marco Occhipinti sull’azienda di famiglia del ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio, capo politico dei Cinque Stelle
Nel servizio che potete vedere qui sopra, vi mostriamo in esclusiva le immagini delle proprietà del padre di Luigi Di Maio, Antonio: terreni e costruzioni a Mariglianella (Napoli). Parte di queste proprietà sono state sequestrate due giorni fa e la Procura di Nola sta indagando per abusi edilizi e violazioni ambientali.
Mostriamo a Di Maio quattro fabbricati abusivi. Non solo, lui stesso, Luigi Di Maio avrebbe dato una mano nella logistica nei terreni sequestrati. A raccontarcelo è Mimmo, che ha fatto causa all'azienda di famiglia per essere stato impiegato in nero e fatto ricorso in Appello nel 2016 quando Luigi Di Maio era già nell'assetto proprietario dell'azienda.
Nel primo servizio di quest’inchiesta (clicca qui per vederlo, vi riproponiamo poi entrambi in fondo all'articolo), Salvatore Pizzo ci ha raccontato di aver lavorato in nero per l’impresa edile dei Di Maio.
Il ministro del Lavoro, nel secondo servizio (clicca qui per vederlo), come promesso, ha verificato e ha confermato le prime rivelazioni di Pizzo. Sono spuntati però altri tre lavoratori in nero nell’azienda.
Tutti gli episodi si riferiscono al periodo tra il 2008 e il 2010, prima comunque che nel 2014 lo stesso Luigi Di Maio entrasse nell’assetto proprietario dell’azienda. L’azienda edile che da trent’anni porta avanti il padre di Luigi, Antonio, infatti, prima era intestata alla madre Paolina Esposito, poi è confluita nel 2014 nell’Ardima srl, di proprietà al 50% del ministro e della sorella Rosalba.
Ma torniamo a Mariglianella: abbiamo parlato dei quattro fabbricati che non risultano al catasto e che il sindaco del paese ci ha confermato abusivi e delle sue attività nei magazzini. Luigi Di Maio promette nuove verifiche con il padre.
Ci colpisce in particolare una bella casetta con patio e piscina che mostriamo al ministro. Lì secondo i suoi ricordi ci sarebbe stata una stalla, ci dice. In una foto del 2013 si vede però Di Maio che si fa un bel bagno in quella stessa piscina con fabbricato abusivo alle sue spalle ben in evidenza. E, in altre, gran feste in quel patio. Non se ne ricorda più ministro?
Tutto in una settimana molto difficile, per carità. Dopo una bufala contro Pizzo che è stata smascherata, Filippo Roma è stato minacciato di morte su Internet: ringraziamo Di Maio per essersi associato alla solidarietà alla Iena dichiarando: “Non attaccate lui né Le Iene”.
C’è però un’altra domanda che dobbiamo fare per forza: perché papà Antonio Di Maio non compare mai dal 2006 nell’assetto proprietario dell’azienda, né come socio né come amministratore? Non è che mamma Paolina e poi Luigi Di Maio e la sorella Rosalba sono, ai sensi della legge, dei prestanome?