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Pescara, 23/11/2024
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04/12/2018
Il Centro
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Abruzzo verso le regionali - Legnini: sì solo con un progetto innovativo e un'ampia coalizione. L'ex vicepresidente del Csm spiega in un'intervista al Centro il lavoro di avvicinamento a una decisione. «La partita è apertissima, mi faccio portatore di una battaglia vincente per dare forza a questa terra. Sto lavorando con Luciano D'Amico, magnifico rettore emerito di Teramo, sui metodi e sui contenuti del programma: voglio ringraziarlo perché si è reso generosamente disponibile con il mio stesso spirito ed entusiasmo»» |
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PESCARA La candidatura di Giovanni Legnini a presidente dell'Abruzzo è legata a un sì. L'ex vice presidente del Csm spiega con questa intervista al Centro il lungo, serio e approfondito lavoro di avvicinamento a una decisione che può cambiare la geografia politica delle prossime regionali elevandone il livello. Il giorno chiave è molto vicino: sarà all'inizio della prossima settimana
Quando scioglierà la sua riserva? «La mia riflessione si è conclusa. Adesso è il momento di condividerla con altri. Mi candido solo con un progetto radicale di cambiamento degli indirizzi e dei metodi di governo capace di mettere l'istituzione e la comunità regionale nelle condizioni di avviare una nuova stagione di crescita economica e civile dell'Abruzzo. Mi candido se ci sarà una coalizione ampia, plurale, oltre le appartenenze partitiche» E se questo non dovesse verificarsi lei è sempre disposto a candidarsi? «Il tempo della mia riflessione non è frutto di indecisione ma è la naturale conseguenza della necessità di definire un progetto forte con una squadra nuova. Per più di quattro anni sono stato rigorosamente fuori dalla politica ed è stato necessario ascoltare e dialogare con molti. Entro questa settimana attendo le risposte di altri, delle persone e dei gruppi con i quali ho dialogato. Agli inizi della prossima settimana, se il progetto che ho in mente si realizzerà, dirò sì. In caso contrario sarà un no». C'è da parte della comunità abruzzese che lei ha ascoltato una reale volontà di cambiamento? «Naturalmente posso basarmi su ciò che ho ascoltato e percepito. Ho colto, insieme alla forte sollecitazione nei miei confronti, una domanda di protagonismo e di rappresentanza forte per la nostra regione.Questa la ragione per la quale avverto la necessità di restituire alla mia comunità regionale la stima e la fiducia che mi sono state riservate in questi anni». Le chiedono discontinuità con il passato, come pensa di poterla realizzare?«La mia intenzione è quella di scrivere una pagina nuova per questa Regione, negli indirizzi e nei metodi di governo.Il progetto che ho in mente e che andrà condiviso dai gruppi e dalle liste che vi aderiranno, sarà molto innovativo e capace di affrontare i problemi antichi e quelli nuovi che la nostra Regione ha. Sto lavorando con Luciano D'Amico, magnifico rettore emerito di Teramo, sui metodi e sui contenuti del programma: voglio ringraziarlo perché si è reso generosamente disponibile con il mio stesso spirito ed entusiasmo». Oltre alla discontinuità, è possibile secondo lei anche un rinnovamento? Ci riferiamo a volti nuovi e giovani della politica che finora non hanno avuto la possibilità di esprimere le loro capacità e la loro professionalità. «Sono fortemente intenzionato a suscitare l'impegno diretto di persone che non si sono mai candidate e che sono rappresentative del mondo del lavoro, della cultura, dell'impresa e delle professioni. Ho lavorato e sto lavorando per questo. Ci sarà una squadra nuova al mio fianco, capace di integrarsi con le esperienze positive di altri protagonisti della politica e delle istituzioni». Della politica che ci lasciamo alle spalle è salvabile qualcosa: poco, molto, o nulla?«Io non sono un rottamatore. Mi ritengo un innovatore». Il 90 per cento delle liste civiche è ancora in posizione di attesa. Che cosa si sente di dire alla galassia del civismo abruzzese?«Non entro nel merito della discussione che con le liste civiche stiamo portando avanti, dico soltanto che la mia candidatura, per la mia storia personale e istituzionale, non può che collocarsi in un quadro di straordinarietà. Questo significa che io intendo dialogare con tutte le forze progressiste e liberali che condividono il progetto di cui ho parlato». È possibile che ci siano già stati dialoghi con alcune di queste liste civiche. Ne vuole parlare oppure ritiene che sia presto per farlo? «Non ne parlo perché il confronto è in corso». In queste ore stanno uscendo dei sondaggi. Cosa la spinge a dire che la partita per le regionali è ancora aperta? «Sì, la partita è apertissima. La mia missione è quella di farmi portatore di una battaglia vincente per dare forza a questa regione e farla pesare come merita sullo scacchiere nazionale e internazionale». E a chi vanta o millanta rapporti diretti con il governo centrale, con i quali governare la regione, lei cosa si sente di dire? In altre parole, è ancora valido il detto di siloniana memoria, abbiamo degli amici a Roma? «Ho sempre avversato la cultura della cosiddetta filiera politica, cioè che il governo locale debba essere necessariamente dello stesso colore politico di quelli nazionali, altrimenti conta poco. La storia del nostro Paese ci mostra l'esatto contrario. Io posso soltanto dire che ho vissuto intensamente da protagonista le principali istituzioni repubblicane, ed è anche questa mia esperienza, insieme alla mia passione, che voglio mettere a disposizione dei cittadini abruzzesi». Nelle scorse settimane il Centro ha intervistato personalità dell'imprenditoria abruzzese, della cultura, dell'università e del mondo del turismo che hanno elencato le priorità della nostra regione di cui si dovrà occupare il prossimo governatore, e hanno anche descritto il profilo che questi dovrà avere. «Ho colto da quelle testimonianze, che condivido totalmente, una domanda che viene rivolta a tutte le forze politiche abruzzesi di candidature forti e autorevoli. Questo è il messaggio che ne ho tratto, poi saranno i cittadini e gli elettori a decidere chi dei candidati avrà queste caratteristiche». Infine, da un sondaggio di Demopolis pubblicato dal Centro e dall'emittente Rete 8 emerge che in cima alla lista delle priorità abruzzesi c'è il lavoro, seguito da infrastrutture e salute. Lo condivide? «Non è necessario un sondaggio per dire che il lavoro è un obiettivo prioritario che il governo regionale dovrà porsi. Di ciò ci si dovrà occupare insieme alla qualità delle infrastrutture e alla necessità di prendersi cura delle persone, in particolare di quelle più deboli, e di stimolare la crescita economica e culturale della nostra regione».
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