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Data: 04/12/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Regionali: giovedì ultimo ok a Marsilio? Per il candidato presidente già grane. Tensioni nel centrodestra vicino alla scelta: a Milano fumata bianca. Problemi maggioranza a L'aquila, Liris a Fdi? Domani parla Martino

L'AQUILA - Un primo puzzle da ricomporre già aspetta il senatore romano Marco Marsilio, candidato governatore in pectore in vista delle regionali del 10 febbraio prossimo: è quello del centrodestra aquilano, dove il parlamentare ha due dei maggiori sponsor con il sindaco, Pierluigi Biondi, e l'assessore ai Trasporti Carla Mannetti, dilaniato da lotte intestine a un anno e mezzo dall'insediamento.

Da quanto apprende AbruzzoWeb, ci sarà giovedì a Milano l'atteso incontro tra i leader di centrodestra Berlusconi, Salvini e Meloni che darà definitivamente l'ok al candidato presidente di Fratelli d'Italia, che al Tgr Abruzzo ha fatto la sua prima intervista coi toni da campagna elettorale, attaccando l'ex governatore del Pd Luciano D'Alfonso e garantendo l'unità della coalizione. Ma la decisione non è ancora scontata.

La scelta di Marsilio genera diffusi mal di pancia in Abruzzo, in particolare tra gli alleati di Forza Italia e Lega che non digeriscono il fatto che il candidato presidente sia un romano, seppur di origini abruzzesi, ma anche all'interno della stessa Fratelli d'Italia, soprattutto in alcune aree come il teramano, che caldeggiava l'ex assessore regionale Giandonato Morra, nella rosa di nomi assieme al cardiochirurgo Massimiliano Foschi e allo stesso Marsilio, e nella Marsica. Addirittura, sarebbero in preparazione siluri dell’ultimo momento con prese di posizione ufficiali della dirigenza locale che saranno fatte recapitare a Roma al leader Meloni.

Una fibrillazione, che potrebbe tradursi in disimpegno alle elezioni, che è serpeggiata nelle ultime ore sulle chat dei partiti e dei gruppi territoriali: la stessa fibrillazione che sta attraversando Forza Italia all'Aquila, costretta a fare i conti con una crisi nella crisi e con uno scollamento tra il partito e il livello amministrativo, tanto che sembra diventare più di una voce l'imminente abbandono del vice sindaco Guido Liris, vice coordinatore regionale azzurro e padre padrone del partito all’Aquila e proprio per questo spesso contestato.

Liris, il più votato con circa mille voti alle elezioni comunali del giugno del 2017, sarebbe in procinto di passare nella fila di Fratelli d’Italia dove raggiungerebbe il amico di vecchia data, il sindaco, Pierluigi Biondi, con il quale la convivenza politica non è comunque una passeggiata. Lo dicono voci, insistenti, ma smentite dall’interessato che non si è pronunciato ancora sulla sua candidatura alle regionali. Tutto ciò alla vigilia della decisione sulla cosiddetta “anatra zoppa” che potrebbe consegnare la maggioranza in consiglio al centrosinistra.

Comunque, se da un lato, infatti, crescono i malumori per una gestione verticistica, con militanti e amministratori con un piede dentro e uno fuori dal partito, dall'altro è arrivato come un fulmine a ciel sereno il commissariamento del coordinamento comunale: il senatore Nazario Pagano, coordinatore regionale, ha incaricato il deputato Antonio Martino, imprenditore pescarese eletto nel collegio dell’Aquila, di prendere il posto di Stefano Morelli, suo collaboratore alla Camera che si è dimmeso ufficialmente per motivi di lavoro.

Sulla crisi tra gli azzurri aquilani domani ci sarà una conferenza stampa di Martino tesa, secondo i vertici, a chiarire una situazione confusa ed indicare una strategia per il rilancio, un incontro al quale dovrebbe partecipare anche Liris.

La decisione del commissariamento è stata assunta lunedì scorso ma comunicata ufficialmente solo sabato pomeriggio, un attendismo che ha finito per esacerbare gli animi: alla comunicazione di Morelli sul gruppo Whatsapp di Forza Italia, infatti, da quanto apprende AbruzzoWeb sarebbero seguite poche e fredde reazioni, in un misto tra disinteresse e stizza, da parte dei circa 80 componenti della chat.

Ad accendere il fuoco della polemica e delle tensioni interne, una situazione ha visto Liris protagonista, è stata la cena romana di due settimane fa a casa Berlusconi, e la scelta degli "inviti" fatta da Pagano.

Un evento al quale tutti, in un modo o nell'altro, pretendavano di partecipare, ma quello che non ha affatto digerito l'esclusione sembra essere proprio Liris, al quale sarebbe stato risposto che soltanto i sindaci sono stati ammessi al prestigioso evento. E dei sindaci, sono stati costretti a precisare i vertici azzurri, solo quelli dei comuni superiori ai 15mila abitanti, visto che non hanno reagito bene né amministratori di piccoli centri, né di comuni più importanti come quello di Pratola Peligna (L'Aquila) Antonella Di Nino, che avrebbe mandato un sms di fuoco a Pagano.

Secondo ambienti di centrodestra, anche per questa clamorosa esclusione Liris sarebbe in trattativa con Fratelli d'Italia, dove il sindaco Biondi, commissario provinciale del partito, se da un lato deve fare i conti con i malpancisti interni come il capogruppo di Fdi, Giorgio De Matteis, tra l’altro in passato in non buoni rapporti con Liris, dall'altro prosegue in una capillare campagna acquisti con l'obiettivo di superare le percentuali degli azzurri alle regionali.

E ad essere tentato dalle sirene meloniane, sarebbe anche un piccolo esercito di amministratori fedelissimi di Liris, a partire dal sindaco di Navelli, Paolo Federico. E come rumors dell’ultima ora emerge che anche il consigliere azzurro Vito Colonna, potrebbe passare tra i meloniani, convinto dal suo amico ex parlamentare e presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto.

Tutto, mentre gli azzurri sono costretti a fare i conti con la richiesta in solitaria del capogruppo azzurro, Roberto Junior Silveri, di azzerare la giunta nell’ambito di una verifica politica, fino ad ora non supportata dal partito, smentita dal sindaco, ma appoggiata proprio da De Matteis, in rotta con la compagna di partito Mannetti, che, secondo alcune voci, potrebbe cambiare casacca per tornare nel civismo, di cui è stato protagonista in tempi non sospetti.

Tensioni che crescono alla vigilia dell'attesa sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso dell'"anatra zoppa", in programma il 6 dicembre, che potrebbe ribaltare gli equilibri in Consiglio comunale mettendo in minoranza Biondi e riaprendo i giochi sia per la guida del Comune, sia per le candidature alla Regione.

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