AVEZZANO Le lancette dell'orologio corrono inesorabili verso l'ultimo dell'anno quando, senza un atto concreto del governo giallo-verde, sugli utenti dell'A24/25 tornerà a pesare il maxi aumento (12,89%) del 2018 - congelato fino al 31 dicembre - più quello del 2019.A 26 giorni dall'ora fatidica sindaci e amministratori di Abruzzo e Lazio con al fianco i rappresentanti delle associazioni autotrasportatori (Confartigianato trasporti Abruzzo, Cna Fita Abruzzo, Assotir Lazio, Abruzzo e Nazionale), Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil Abruzzo e Lazio, tornano oggi alle 10,30 a "cingere d'assedio" il ministero dei Trasporti per dare la sveglia al Ministro Danilo Toninelli, affinché fermi una volta per sempre «il girone infernale degli aumenti sull'A24/25 adeguandoli al resto d'Italia. Abbiamo chiesto un incontro per l'ennesima volta», afferma il sindaco di Carsoli, Velia Nazzarro, «per avere lumi sullo stato dell'arte di questa vicenda che, senza un intervento concreto, assesterà un nuovo durissimo colpo all'economia della Regione». Finora la richiesta di incontro su pedaggi e sicurezza autostradale girata al Ministro Toninelli il 28 novembre, sottoscritta dai sindaci e gli amministratori di Abruzzo e Lazio, compresi i primi cittadini di Pescara, L'Aquila, Teramo e Chieti, Marco Alessandrini, Pierluigi Biondi, Gianguido D'Alberto e Umberto Di Primio, è rimasta senza risposta. «Se non avremo ascolto neanche stavolta», aggiunge Nazzarro, in prima fila fin dall'inizio nella battaglia anti aumenti insieme a Rinaldo Seca, sindaco di Castelli (Te), Alfonsino Scamolla, consigliere Provincia di L'Aquila, Beniamino Pandolfi, sindaco di Colle di Tora (Rieti), Luigino Testi e Luciano Romanzi (presidenti IX e X Comunità montana Lazio), «alzeremo il livello della protesta, andando a manifestare nei caselli autostradali. E stavolta con la partecipazione dei mezzi di trasporto pesanti, visto che per la manifestazione a Roma la Questura non ha autorizzato la partecipazione degli autotreni. Siamo stanchi dell'indifferenza del Ministro Toninelli». Contro il caro-pedaggi e per sollecitare gli interventi di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 fa sentire la sua voce la Cgil Abruzzo. «Inutile sottolineare l'importanza che riveste l'autostrada», afferma la Cgil, «non solo per le migliaia di pendolari abruzzesi ma anche per l'economia regionale, che nel sistema economico romano trova un grande serbatoio commerciale e turistico, nonché un centro promotore di investimenti in tutto l'Abruzzo. È impensabile continuare con la politica tariffaria di Strada dei Parchi, con aumenti ogni anno non più sostenibili da pendolari e aziende. Un costo che può avere conseguenze molto pesanti se il Mit non si deciderà (insieme alla concessionaria) a trovare una soluzione definitiva, e non interventi-tampone, al problema del continuo aumento dei pedaggi, nonché alla messa in sicurezza dell'A24/25, annunciata più volte dal ministro Toninelli. Nel decreto Genova sono stati stanziati 192 milioni per l'adeguamento sismico delle autostrade (dichiarate dal 2012 arterie strategiche in caso di sisma), che però ancora non sono disponibili per far partire i cantieri e garantire i posti di lavoro agli operai.. Stop alle parole,servono fatti.
Ma 192 milioni per i viadotti restano bloccati. Il 21 ottobre Toninelli scrisse che i fondi sarebbero stati presto disponibili. Il suo ministero lo smentisce
PESCARA La notizia dei fondi bloccati per almeno un mese venne definita una fake news direttamente dal ministro Danilo Toninelli. Era il 21 ottobre scorso. Ma a distanza di 45 giorni i 192 milioni di euro, disposti dal Decreto Genova per mettere in sicurezza tredici viadotti delle autostrade A24 e A25, sono ancora bloccati. La conferma arriva dalla società concessionaria "Strada dei Parchi".Il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture infatti non ha ancora firmato i decreti attuativi che, oltre a stanziare i finanziamenti, autorizzano l'apertura dei cantieri. I lavori in corso sono a spese di Sdp che sta anticipando le somme per garantire sicurezza e posti di lavoro. Eppure il post su Facebook del ministro era stato assertivo: dice il falso chi afferma che i fondi non saranno sbloccati subito. Così in sintesi scrisse Toninelli che oggi viene smentito dal suo ministero, attraverso i massimi dirigenti, visto che nella realtà non virtuale tutto rimane bloccato nonostante il clima d'allarmismo generato a ottobre con il blitz sotto i viadotti delle Iene insieme al ministro e al dirigente del Mit, Placido Migliorino. «È un'incredibile contraddizione», commentano dalla società Strada dei Parchi che si è anche attivata per chiedere al prefetto dell'Aquila, Giuseppe Linardi, il verbale della riunione in cui lo stesso Migliorino affermò che A24 e A25 «erano già sicure prima e ora lo sono di più».Sarà invece discussa nell'udienza di merito del 19 dicembre, davanti al Tar del Lazio, la richiesta della concessionaria che punta a chiarire una volta per tutte se i viadotti sono sicuri, come sostiene la società, oppure no, come dichiarato più volte dal ministero. «Il giudice ha apprezzato favorevolmente le ragioni d'urgenza rappresentate da SdP e ha fissato la data per la trattazione dell'accertamento tecnico preventivo alla prima udienza utile del mese in corso», dice la concessionaria. «La nostra richiesta nasce proprio dalle diverse valutazioni emerse coi tecnici del ministero sulla situazione della sicurezza delle infrastrutture e dei viadotti».
E l'inchiesta sui piloni si allarga agli impalcati
Teramo, vanno avanti gli accertamenti disposti dalla Procura sulla sicurezza statica dell'autostrada
TERAMO Sono accertamenti tecnici estesi a tutte le strutture quelle che la Procura teramana ha delegato sui viadotti, nel tratto teramano dell'A24, nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria aperta qualche mese fa. Sotto esame non solo i pilastri ma anche gli impalcati, ovvero le strutture orizzontali che sorreggono il piano viabile. I quesiti posti dalla Procura ai suoi due consulenti (gli ingegneri Bernardino Chiaia del Politecnico di Torino e Danilo Ranalli dell'università dell'Aquila) riguardano manutenzione e staticità di piloni e viadotti con un nesso ben preciso. La Procura (indaga il pool di magistrati coordinati dal procuratore Antonio Guerriero) vuole sapere se ci sia un problema di staticità e, soprattutto, se una presunta carente o scarsa manutenzione possa aver influito sulla stessa staticità. Con un obiettivo: conoscere il livello di sicurezza attuale delle opere. L'ispezione dei luoghi disposta dall'autorità giudiziaria (che in questo caso negli atti fa riferimento all'articolo 246 del codice di procedura penale), è ancora in corso e si muove attraverso esami prettamente tecnici che riguardano soprattutto prove di carotaggio. Si tratta di accertamenti a cui, tramite i loro consulenti, prendono parte anche i sei indagati, figure apicali della Strada dei Parchi, la società concessionaria dell'A24 e dell'A25. Ai sei vengono contestati due ipotesi di reato: inadempimento di contratti di pubblica fornitura e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. Si tratta di Lelio Scopa, presidente del consiglio di amministrazione di Strada dei Parchi; Mauro Fabris, vice presidente; Cesare Ramadori, amministratore delegato; Igino Lai; direttore generale esercizio; Mauro Rocchi direttore operativo e Gabriele Nati direttore tecnico. L' inchiesta della Procura è stata aperta qualche mese fa dopo la presentazione di alcuni esposti in cui si chiedeva di valutare le condizioni dei piloni. In particolare si tratta degli esposti presentati dall'amministrazione separata di Casale San Nicola, di Nuovo Servizio Civico onlus e della Stazione ornitologica onlus. La Procura nelle scorse settimane ha già provveduto all'acquisizione di una svariata documentazione, in particolare di quella relativa alla progettazione e alla manutenzione dei sette viadotti dell' A24 sul versante teramano, a partire da quello di Casale San Nicola, su cui in questi giorni sono in corso gli accertamenti tecnici disposti dall'autorità giudiziaria. Accertamenti il cui esito, una volta conclusi anche i successivi esami di laboratori sul materiale prelevato, non si conosceranno prima di novanta giorni.