L'AQUILA Mentre il senatore di Fratelli d'Italia, Marco Marsilio, si sente già cucito addosso il vestito del candidato presidente dell'intera coalizione, aspettando, come ha detto in un'intervista al Messaggero, solo un comunicato che sancisca l'ufficialità, i partiti sono impegnati in un ultimo, vorticoso, giro di sondaggi. Ce n'è uno, questo sì, non smentito, commissionato e fatto realizzare da Forza Italia. Su cui vige il massimo riserbo, soprattutto nella selezione dei nomi. È chiaro, però, che se l'intento è quello di dare una visione finale della situazione, è possibile che ai propri profili gli azzurri abbiamo affiancato quelli messi in campo da Fratelli d'Italia (Marsilio, Giandonato Morra, Massimiliano Foschi). L'indicazione di metodo è emersa con chiarezza al termine del vertice che si è tenuto a Milano nei giorni scorsi tra Berlusconi, Giorgetti e la Meloni. L'idea è rivedersi, a stretto giro, per esaminare i sondaggi e fare la scelta finale. In questo senso, oltre a quello di Forza Italia ce n'è almeno un altro in corso, per diretta testimonianza di chi è stato intervistato. Che, curiosamente, mette uno contro l'altro esponenti di Fratelli d'Italia (Guerino Testa e Marco Marsilio), ma inserisce anche Fabrizio Di Stefano, oggi a capo di un'area civica e già candidato alla presidenza, e chiede un parere anche su Michele Russo, il manager che sembrava accreditatissimo all'inizio di questa selezione in capo a Fratelli d'Italia. Manovra di disturbo o altro? Un dato è certo: la guerra dei sondaggi è al suo acme e non è detto che non possa riservare sorprese dell'ultima ora nella scelta del candidato presidente.
Sui tempi si è espresso chiaramente Matteo Salvini, leader della Lega: «A livello locale, per le regionali, se ci saranno candidato giusto e alleanze giuste si andrà insieme, entro questa settimana bisogna decidere». Una dichiarazione che fissa sì il cronoprogramma di un possibile vertice, ma fa intendere anche che il quadro non è affatto definito, ancora. Del resto pare difficile che un nuovo summit possa tenersi a strettissimo giro: l'unico giorno libero è oggi, domani all'Hotel Ergife di Roma Forza Italia terrà una convention per presentare la sua contromanovra, poi ci sarà la pausa dell'8 dicembre con il weekend.
LE TENSIONI
Le tensioni sono molte. Ieri il coordinatore regionale dei salviniani, Giuseppe Bellachioma, si è trovato costretto a smentire, con nota ufficiale, le esternazioni del suo coordinatore regionale dei dipartimenti, Gianfranco Giuliante, che avrebbe bocciato il nome di Marsilio e promosso quello di Fabrizio Di Stefano: «Nel rispetto degli accordi presi sul tavolo nazionale ha detto con chiarezza Bellachioma - e in attesa di conoscere il nome del candidato governatore del centrodestra che spetta a Fratelli D'Italia, il sottoscritto e la Lega Abruzzo non pongono nessun veto politico o personale né sul senatore Marco Marsilio, qualora confermato, né su altri candidati qualora la decisione finale legittimasse altro designato».
IL NIET
Che il momento sia caldissimo è testimoniato anche dai tantissimi movimenti in corso per la composizione delle liste. A questo proposito ieri il parlamentare della Lega, Luigi D'Eramo, ha attaccato duramente la possibilità che Andrea Gerosolimo, assessore della giunta D'Alfonso e poi uno dei suoi più acerrimi contestatori, possa transitare, causa voto, nelle file dell'Udc: «Lo ribadisco ancora una volta, chi ha governato con D'Alfonso non può essere candidato nel centrodestra. Quindi se qualche furbetto cerca scorciatoie con l'Udc sappia che la Lega porrà il veto. La politica è passione, onestà ma soprattutto coerenza».
D'altronde il destino della vasta area civica è ancora tutto da decifrare: una delle questioni è capire come si muoverà il duo Gerosolimo-Di Matteo, che finora ha sempre garantito la compattezza e l'uniformità delle decisioni; l'altra è la possibilità che il movimento che fa capo a Fabrizio Di Stefano possa pensare di stringere accordi fuori dal perimetro del centrodestra. Un'eventualità concreta se le cose resteranno così come sono, ovvero con un Di Stefano lasciato fuori dalle dinamiche della coalizione e, dunque, costretto a proseguire la sua corsa in solitaria
IL CASO L'AQUILA
In tutto questo bailamme il centrodestra è alle prese con un caso L'Aquila spinosissimo. Ci sono due spaccature evidenti, dentro Fratelli d'Italia e Forza Italia. La più clamorosa riguarda la possibilità che il vice sindaco e vice coordinatore regionale, Guido Liris, transiti a Fratelli d'Italia proprio le dinamiche connesse alla composizione delle liste per le regionali. Dentro il partito della Meloni è rientrato il caso De Matteis, ma si apre quello dell'assessore Carla Mannetti. Con un Vito Colonna pronto all'approdo.