PESCARA «Una tecnica consolidata: fare un mix di numeri, omettere qua e là, così da creare confusione nei cittadini. Probabilmente è questa la strategia dell'assessore Silvio Paolucci che, a ridosso della campagna elettorale, prova a giocarsi la carta della confusione per provare a dare una percezione diversa dallo sfacelo della gestione del bilancio della Regione Abruzzo sotto il suo Governo regionale. Numeri parziali, non definitivi e confusionari che danno una visione di risanamento e riequilibrio, che di fatto non esiste». Ad affermarlo è il consigliere regionale M5S, Domenico Pettinari.«Paolucci - spiega il 5 Stelle - dichiara che il disavanzo al 31.12.2017 è pari ad euro 552 milioni, con una riduzione dello stesso rispetto al disavanzo accumulato precedentemente di 186 milioni. Ma l'assessore non contempla tutte le poste contenute nel rendiconto finanziario 2017, perché altrimenti si scoprirebbe che non c'è nessuna riduzione dello stesso. Infatti non chiarisce che con legge 51 del 16 dicembre 2015 è stata autorizzata l'apertura di un mutuo di 100milioni di euro. Quindi si sostiene che un debito non c'è più quando per pagarlo è stato autorizzato un altro debito. Paolucci non chiarisce, inoltre, che al disavanzo vanno aggiunte le risorse ottenute, ex anticipazione articolo 3 del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, per il ripiano dei debiti del Servizio Sanitario regionale per ben 174milioni che la Regione deve restituire. Inoltre non cita che al 31.12.2017 la Regione conta nel proprio stato patrimoniale oltre 280 milioni di residui passivi a cui deve fare fronte e non da considerare definitivi, poiché dedotti su un riaccertamento lacunoso, così come riferito dal Collegio dei Revisori dei Conti nel parere rilasciato il 27 novembre 2018. A questi poi vanno aggiunti i 384 milioni di euro del fondo vincolato, almeno questo citato da Paolucci, che da soli, insieme ai 280 milioni dei residui passivi, portano a 664 milioni di euro il disavanzo. Ai quali, a loro volta, va aggiunto il residuo di anticipazione di liquidità ottenuto dalla Regione, che di fatto fanno slittare il disavanzo a quasi un miliardo di euro e non i 552 milioni paventati da Paolucci, che afferiscono, si ripete, ad un dato parziale, inesatto e provvisorio».«Quindi - conclude Pettinari - a smentire Paolucci non è solo il M5S ma sono i numeri. Un atteggiamento del genere è da considerarsi non solo imprudente, ma anche una presa in giro per i cittadini, che si apprestano a scegliere chi dovrà guidare la Regione per i prossimi 5 anni e hanno il diritto di farlo ben sapendo in quale stato si trova la Regione Abruzzo».
Il forzista Sospiri attacca Marcozzi. Sulla norma contro la ludopatia avrebbe copiato il centrodestra
PESCARA«Difficilmente ho letto tante inesattezze consecutive come quelle sciorinate tutte insieme dal candidato, oggi consigliere del M5S Sara Marcozzi, candidata bis alla Presidenza della Regione Abruzzo», così afferma il Capogruppo di Forza Italia alla Regione, Lorenzo Sospiri. «L'annunciata legge di contrasto alla ludopatia esiste già, l'ha fatta e approvata il centrodestra ed è addirittura in vigore dal 2014. Questo significa, per informare il consigliere Marcozzi, che chi, dotato di regolare licenza, ha richiesto di aprire una sala slot oppure un'agenzia scommesse negli ultimi quattro anni e mezzo, si è dovuto adeguare alla nuova normativa, rinunciando ad aprire in spazi posti a meno di 300 metri da luoghi sensibili, e sicuramente di grande attrattività, ed è stato relegato in periferia. A beneficiare della moratoria di due anni di slittamento dall'applicazione della legge sono stati solo gli esercenti in gioco d'azzardo che erano già in attività prima del 2014 e che hanno bisogno di un minimo di tempo per trovare nuovi locali, che non è semplice. Non solo: tale slittamento», prosegue Sospiri, «risponde anche a un'altra logica, ovvero, se portiamo le attività in cui si pratica il gioco d'azzardo nelle periferie, creiamo una finestra di accesso più facile per chi è malato di gioco e s'imbosca per andare a giocare. Tradotto: chi è affetto da ludopatia continuerà a giocare, ma lo farà a cuor più leggero non temendo di essere visto e scoperto perché frequentatore di un bar e o di un locale in pieno centro cittadino, ma anzi, dovendo andare in zone secondarie e periferiche, non nutrirà più neanche lo scrupolo o il pudore di essere visto da qualcuno, da amici o da un familiare».«Piuttosto, se il candidato Marcozzi, ritiene quella intrapresa dal centrodestra una battaglia seria e condivisibile, s'impegnasse con i vertici del suo partito, oggi al governo del Paese, per far dichiarare fuorilegge lo stesso gioco d'azzardo, dunque sale slot o agenzie scommesse e abbiamo risolto il problema, o si preoccupasse di come arginare, oggi, il gioco d'azzardo on line che è facilmente accessibile a tutti, giovani compresi, e che sta vedendo intere famiglie in rovina. A disciplinare la materia in Abruzzo ci ha già pensato il centrodestra», ha concluso il capogruppo Sospiri, «dunque il candidato Marcozzi si preparasse a riscrivere il primo punto del proprio programma elettorale, senza scopiazzare dal centrodestra».