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Pescara, 23/11/2024
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08/12/2018
Il Centro
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Regionali, così Forza Italia rompe l'allenza con Fdi «Il candidato? Va alla Lega». Il deputato Martino accusa il sindaco Biondi, ma in realtà vuole colpire Marsilio. Poi cerca la sponda di Bellachioma. E Berlusconi fa slittare a lunedì la decisione. Di Stefano: «Per Marsilio ci vorrebbe un tutor» |
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PESCARA La bomba politica esplode nel centrodestra alle 13,45 di ieri quando il deputato Antonio Martino, numero due in Abruzzo di Forza Italia, comunica: «L'alleanza di centrodestra con Fratelli d'Italia è finita. L'atto di Pierluigi Biondi di cacciare in maniera fascista l'assessore comunale dell'Aquila, Annalisa Di Stefano, segna una rottura insanabile per le regionali. Forza Italia da questo momento non dialoga più con Fratelli d'Italia e la candidatura di Marco Marsilio è ufficialmente non gradita a Forza Italia». La notizia fa il giro dei partiti, mentre Martino rilancia: «Biondi deve subito chiederci scusa pubblicamente e ridare la delega alla Di Stefano». Ma le scuse non arrivano. E il deputato forzista, che assicura di assere appoggiato dal coordinatore Nazario Pagano, lancia un grosso assist a Giuseppe Bellachioma, Lega, non prima però di aver espresso stima a Etel Sigismondi, coordinatore unico di Fdi in Abruzzo: «Lui è all'oscuro di tutto», dice ripartendo a testa bassa: «Da che mondo è mondo, nelle coalizioni, si candida il migliore. C'è un sondaggio in corso su cui però non posso pronunciarmi», sottolinea Martino, «ma se queste sono le condizioni, l'unico partito della coalizione che può vantare la candidatura è la Lega perché è in testa ai sondaggi ed ha dimostrato responsabilità e capacità di governo».Dalla Lega, nessun consenso. Da Pagano una sola frase: «Oggi (ieri ndr) sono stato a Roma per la manifestazione di Forza Italia dove Berlusconi ha detto che qualcuno nei prossimi giorni parteciperà al tavolo nazionale per decidere il candidato». Quindi tutto slitta a lunedì. Ma neppure Sigismondi entra nello scontro: per Fdi la questione è solo aquilana. Non è così per Martino che, nel pomeriggio, come in un crescendo rossiniano, sforna frasi di questo tipo: «È un atto di grave e incomprensibile ostilità nei confronti di Forza Italia in un momento decisivo per il centrodestra impegnato nella ricerca della compattezza sulla scelta del candidato alla presidenza della Regione». E ancora: «Fratelli d'Italia è fuori dall'alleanza in Abruzzo, non certo per responsabilità del partito della Meloni ma per il comportamento infantile, squadrista e irresponsabile di un sindaco che pensa a progettare da tempo la fuga dall'amministrazione comunale per approdare in Regione solo per avere stipendi e indennità più alte».Sì, Martino usa questi termini in una nota stampa che riportiamo per dovere di cronaca e come critica politica. Ma che conducono a una sola conclusione: quella che, in realtà, Martino non cerca le scuse di Biondi, altrimenti non sarebbe così tranchant. E per di più fa di tutto per coinvolgere Pagano: «Con il coordinatore abruzzese e senatore abbiamo contattato i vertici nazionali che hanno denunciato l'increscioso episodio al leader nazionale Giorgia Meloni».Ma Pagano sembra svizzero: non rilancia né prende le distanze. Così pare. Nel mirino di Martino c'è Marsilio: «Voglio ricordare che Biondi ha contestato la mia candidatura perché non sono dell'Aquila ma originario di un comune a 60 chilometri dal capoluogo regionale, mentre sta sostenendo con forza la candidatura di una persona degna di rispetto umano e politico come Marsilio, ma che è nato e vissuto a Roma, oltre ad essere coordinatore del Lazio». Che fa Marco Marsilio? Non risponde all'attacco e, in serata, diffonde un comunicato con cui informa di aver partecipato al convegno del Comitato per la riapertura dei Tribunali minori soppressi, «Portando il sostegno di FdI». E sottolineando il caso della regione Abruzzo, con quattro sedi da difendere. Ma verso Martino adotta la tecnica degli antichi romani: de minimis non curat praetor. Cioè lo ignora.
Di Stefano: «Per Marsilio ci vorrebbe un tutor»
CHIETI«Credo di avere conoscenza del territorio e competenza politica che possono portare il centrodestra a vincere la competizione regionale». Fabrizio Di Stefano non ha tentennamenti: si candida a presidente della Regione, per ora con le civiche, ma con la speranza che il centrodestra getti a mare Marco Marsilio e punti su di lui. E poi, dando i voti al senatore romano scelto da Fratelli d'Italia, ne sottolinea il punto più debole: «Non conosce il territorio». In sintesi, Marsilio avrebbe quasi bisogno di un tutor abruzzese. Di Stefano è stato il protagonista della prima di una serie di puntate che Rete 8, in collaborazione con il Centro, dedica ai candidati presidenti della Regione. In un'ora di domande e risposte serrate, nella trasmissione condotta ieri sera dal direttore Carmine Perantuono, Di Stefano ha esordito rivelando un chiarimento già avvenuto con il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano. Ha poi sciorinato una lunga serie di priorità dell'Abruzzo, dal lavoro alla sanità, dal turismo e all'agricoltura. Temi che sta portando sul territorio e che gli fanno dire: «L'Abruzzo non sa vendere i propri marchi». Ma è la scelta del candidato presidente che gli sta più a cuore e gli fa bocciare la logica della compensazione tra Lega, Fi e Fdi, che attribuisce a questi ultimi il diritto di scelta. «È chiaramente una logica sbagliata». Sulla data delle elezioni da spostare al 26 maggio, per Di Stefano ci sono pro e contro, anche se i primi pesano più dei secondi. In trasmissione sono poi state commentate le interviste a Gianluca Zelli, Daniele Toto e Donato Di Matteo, protagonisti delle civiche le cui posizioni sono ancora fluttuanti, fatta eccezione per l'ultimo dei tre. Ma la frase di Di Stefano che fa notizia è quella riferita alla scelta ricaduta, ufficiosamente, su Marsilio: «Occorre un presidente del territorio che conosca l'Abruzzo e sappia parlare agli abruzzesi», premette, «in campagna elettorale troveremo sicuramente qualcuno che ci dirà: "è possibile che in una regione di un milione e 300mila abitanti sia stato indicato come candidato il coordinatore del Lazio di Fratelli d'Italia"? Che Marsilio sia una persona d'esperienza politica è certamente fuori di dubbio, ma lo è anche il fatto che lui deve ancora conoscere il territorio. Sei mesi fa si è votato in Molise dove il sottoscritto non si sarebbe mai sognato di candidarsi presidente». E se alla fine gli viene chiesto qual è il suo obiettivo? Concorrere davvero alla presidenza della Regione Abruzzo oppure assicurarsi una poltrona in Emiciclo, lui ribatte sorridendo e con sicurezza: «Mi hanno già offerto la candidatura al parlamento europeo, dove le poltrone sono anche più comode. In Regione, le poltrone le ho già avute. Ma ora voglio realizzare un sogno».
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