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Pescara, 24/07/2024
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Data: 08/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Voto a maggio, c'è l'interrogazione. Abruzzo, deputato della sinistra si rivolge al ministro Salvini. Che deve rispondergli

PESCARA Un'interrogazione a risposta scritta al Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per chiedere al Governo di intervenire e posticipare a maggio la data delle elezioni regionali, già fissata a febbraio.A presentarla alla Camera è stato il parlamentare di Sinistra italiana, Erasmo Palazzotto. A chiedere di rinviare la data del voto era stato per primo il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, entrato in aperto contrasto con Sara Marcozzi, candidata alla presidenza per il Movimento Cinque Stelle, secondo la quale, invece, bisogna votare a febbraio. Ma Acerbo rilancia la polemica. Mentre Palazzotto scrive: «La data del 10 febbraio, fissata per lo svolgimento delle elezioni regionali in Abruzzo sembra contrastare non solo con il buon senso ma anche con una corretta gestione del denaro pubblico e con la partecipazione democratica che dovrebbe essere sempre garantita quando si chiama l'elettorato a votare; votando a febbraio la campagna elettorale si svolgerà nei mesi più freddi dell'anno, con tutte le difficoltà che ne conseguono e in più si farebbe un gigantesco spreco di denaro pubblico, dal momento che a maggio è prevista una tornata di elezioni europee e amministrative; l'articolo 7 della legge 111 del 2011 prevede l'election day e negli anni passati è già successo che le elezioni venissero accorpate, proprio in una logica che puntasse al risparmio e ad una maggiore partecipazione; accorpando le elezioni regionali in Abruzzo con le elezioni per il parlamento europeo del 26 maggio, la Regione risparmierebbe ben 6 milioni di euro e non chiamerebbe gli abruzzesi alle urne in un periodo in cui è altamente probabile che si verifichino delle nevicate che potrebbero pregiudicare l'esercizio del diritto di voto». Basterebbe ricordare, osserva il parlamentare di Si, in che condizioni versava l'Abruzzo nei mesi invernali due anni fa, «con tragedie, numerose frane e allagamenti, con interi paesi isolati. Pensare di fare una campagna elettorale a gennaio e votare a febbraio», conclude, «significa non conoscere quella regione; pur ritenendo necessario ridare al più presto la parola ai cittadini attraverso il voto è pur vero che serve metterli nelle migliori condizioni per farlo, senza rischiare di limitare la partecipazione e senza sperpero di denaro pubblico». La parola passa a Salvini.

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