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Data: 10/12/2018
Testata giornalistica: Mapero'
Legnini decide, ma il voto slitta

Questione di ore. Oggi sarà ufficializzato l’appello di un centinaio di sindaci che chiedono a Giovanni Legnini di candidarsi. Subito dopo l’ex vice presidente del Csm dovrebbe dire il suo sì. In serata ci sarà poi la direzione del Pd e in tanti sperano che per quell’ora ci potrà essere la notizia che nel centrosinistra tutti aspettano.

Negli ultimi giorni Legnini ha intensificato i suoi incontri, un “giro dei bar” “sotto la luce del sole”, “in estrema trasparenza” come lui stesso ha ribadito, con i vari interlocutori della sua coalizione civica: da Donato Di Matteo al segretario regionale del Pd Renzo Di Sabatino, allo stesso Luciano D’Alfonso, a Moreno Di Pietrantonio. Un giro di orizzonte necessario prima di decidere.

Ma oggi o comunque in questi primi giorni della settimana anche il centrodestra potrebbe confermare la candidatura di Marco Marsilio, nonostante la sparata del parlamentare di Forza Italia Antonio Martino contro il suo principale sponsor Pierluigi Biondi e le minacce di rottura dell’alleanza.

C’è un “ma”, più forte di qualsiasi altra resistenza, e che potrebbe ritardare ancora l’ufficializzazione delle candidature, sia a destra che a sinistra: si fa sempre più insistente la voce che le elezioni abruzzesi possano slittare a maggio, in coincidenza con le Europee. E’ una esigenza che anche gli alleati hanno manifestato al ministro dell’Interno Matteo Salvini: non ci sono solo ragioni organizzative, o di razionalizzazione dei costi della politica, o condizioni meteorologiche che penalizzerebbero gli elettori dell’entroterra nel recarsi alle urne, ma anche la necessità di prendere tempo. Per dare ai ritardatari la possibilità di fare una campagna elettorale decente e anche di rimontare l’iniziale svantaggio nei confronti dei Cinquestelle. Tre mesi in più che potrebbero consentire sia al centrodestra (che a questo punto potrebbe anche ripensare la candidatura di Marco Marsilio) che a Legnini di presentarsi ai cittadini con più calma, illustrando programmi e proposte. Programmi e proposte che d’altronde neppure i Cinquestelle hanno ancora presentato, nonostante siano in campagna elettorale attiva dall’inizio dell’estate e nonostante la candidata presidente Sara Marcozzi, che è ospite da dieci giorni in varie trasmissioni televisive nazionali, abbia sempre e solo parlato di progetti nazionali, reddito di cittadinanza, manovra di bilancio, Europa ma sull’Abruzzo niente.

Certo, se le elezioni slittassero a maggio, vorrebbe dire che la Regione post-D’Alfonso rimarrebbe in carica un anno e due mesi dopo il 4 marzo e ciòè dopo l’elezione di Dalfy a senatore, un tempo infinitamente lungo e per questo motivo non è certo il Pd che può permettersi di chiedere il rinvio: ma a parte le interrogazioni di Maurizio Acerbo di Rifondazione, adesso ci penseranno Fratelli d’Italia e Forza Italia, in camera caritatis, a bussare alla porta di Salvini.

ps: Tanto per il momento solo i Cinquestelle sono contrari e come si è visto, il leader del Carroccio dei grillini se ne infischia.

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