PESCARA Il centrodestra, a livello nazionale, cerca di sbloccare l’impasse sul nome del candidato per le elezioni regionali. Ovvero il senatore Marco Marsilio (foto), su cui c’è un accordo di massima tra Meloni, Berlusconi e Salvini, manon tra i partiti abruzzesi. Marsilio è in quota Fdi nello scacchiere delle prossime politiche regionali (agli altri Piemonte e Sardegna), voluto e difeso dalla stessa Giorgia Meloni che ieri ha dichiarato: «È necessario che ci si veda presto con Salvini per chiudere sulle prossime regionali». «È chiaro - dice la presidente di Fdi - che ci sono delle Regioni dove si vota a febbraio», come l’Abruzzo. «A meno che non si voglia far vincere gli avversari per mancanza di candidati o perché non si è riusciti nemmeno a presentare le liste - avverte - direi che bisogna vedersi, occorre vedersi subito. Magari non lo diciamo a Di Maio... Quando si terrà il vertice dei leader di centrodestra? «Dovrebbe esserci questa settimana», taglia corto Meloni. Il principale “nemico” di Marsilio è Fi abruzzese. Non per il personaggio in sè, ma per altri due motivi. Primo perché il senatore gode di scarsa visibilità nel territorio, dove è poco radicato. Secondo per il violentissimo scontro all’Aquila, dove il sindaco Biondi (Fdi) ha tolto le deleghe ha un assessore forzista, solo per aver partecipato a una conferenza stampa degli azzurri ostile allo stesso Biondi. Di qui la promessa di ritirare il gradimento (che poi non c’è mai stato) a Marsilio. Così il centrodestra è rimasto in stallo, nell’attesa che la querelle venga risolta a livello nazionale. Querelle a cui sono legate anche le sorti del centrosinistra visto che la riflessione di Legnini sull’opportunità di candidarsi si basa anche sulle mosse degli avversari. Probabilmente all’ex vicepresidente del Csm andrebbe benissimo competere con Marsilio, un po’ meno (se la coalizione si compatterà) con il leader delle liste civiche, Fabrizio Di Stefano, da molti ritenuto il candidato naturale ed ideale del centrodestra.