PESCARA L'Abruzzo chiama, Giovanni Legnini risponde con un sì condizionato alla candidatura a governatore dopo una lunga campagna di ascolto sul territorio che ha convinto 162 sindaci (sui 305 Comuni complessivi della regione) a sottoscrivere un appello in suo favore già anticipato dal Messaggero più di un mese fa, ma tenuto sino a oggi secretato per mille ragioni di opportunità. L'ex vice presidente del Csm, ma anche ex sindaco di Roccamontepiano (il paesino della Provincia di Chieti che gli ha dato i natali), parte proprio da qui per annunciare che sarà anche lui della partita alle prossime regionali per il centrosinistra: «L'appello della maggioranza dei sindaci alla mia candidatura a presidente della Regione, ha suscitato in me grande emozione e ha rafforzato la mia responsabilità per la scelta da compiere». Sindaci che Legnini ringrazia uno a uno dopo avere incassato il più importante risultato della sua campagna di ascolto: «Un'iniziativa che mi onora e che non ha precedenti nella storia democratica della nostra regione».
CONDIZIONE
La condizione posta dal neo candidato governatore è che la data del voto, già fissata per il 10 febbraio su decreto del presidente della Regione, non venga spostata in avanti, come sollecitato da qualcuno. Affrontare una campagna elettorale di 5 mesi sarebbe troppo: «Tra qualche giorno inviterò tutti i sindaci abruzzesi, anche quelli che non hanno sottoscritto l'appello, ad un confronto conclusivo durante il quale comunicherò le ragioni per le quali, se le elezioni si terranno a febbraio, mi candiderò a presidente. Sarà quella - chiarisce - anche l'occasione per delineare il profilo di un progetto di innovazione, per costruire una coalizione ampia e plurale». Ecco, appunto, l'altra grande novità. Legnini annuncia la sua candidatura con una nota personale, preceduta dall'appello dei sindaci ma non accompagnata dalla sigla dei partiti. La conferma di un progetto che intende valicare lo stesso recinto del centrosinistra, per non parlare del Pd, fino a ieri protagonista assoluto in campo e oggi quasi silente, se non per l'assist arrivato dall'ex premier Paolo Gentiloni nei confronti dell'amico Legnini, indicato solo pochi giorni fa, nell'incontro organizzato dal Fla a Pescara, come una risorsa per l'Abruzzo.
Un progetto civico, dunque, che tende superare lo stesso schema tripolare della politica nazionale, per puntare a raggiungere in modo trasversale i più ampi strati della società. «Ho servito le istituzioni repubblicane - scrive ancora Legnini -, parlamentari e di governo, fino all'esperienza intensa e straordinaria del Consiglio superiore della magistratura, sempre ispirandomi alla disciplina e all'onore richiesti dall'articolo 54 della Costituzione. Ho cercato di farlo, lungo gli ultimi quattordici anni, con tutte le mie energie intellettuali e fisiche, senza mai risparmiarmi e sostenendo sempre le ragioni della mia terra».
Altra precisazione non secondaria: «Non ho mai richiesto o sollecitato una mia candidatura, di cui certamente non mi sfugge il grande rilievo e impegno per i cittadini abruzzesi, più che per la mia persona. Ho così voluto ascoltare tantissime persone, non solo quelle politicamente coinvolte, e da ultimo ho letto il contenuto dell'appello e i nomi di coloro che l'hanno sottoscritto. Si tratta di una volontà diffusa che non posso ignorare».
FIRMATARI
Tra i firmatari, il sindaco di Pescara (la città più grande d'Abruzzo) Marco Alessandrini e quello di Atessa, l'ex direttore del Tg1 Giulio Borrelli, a testimonianza di quanto sia largo il campo di azione nel quale Legnini intende avventurarsi: «Il mio intento è di restituire alla comunità abruzzese la fiducia che mi è stata riservata e quindi mettere a disposizione dell'Abruzzo l'esperienza e le relazioni istituzionali costruite in questi anni. Per questo - spiega ancora nella nota - mi rendo disponibile a candidarmi». Con un'altra premessa che ridimensiona, sensibilmente, il ruolo che sarà giocato dai partiti che lo affiancheranno nell'era post dalfonsiana: «Cercherò di dar vita a una iniziativa politica che mi consenta di coltivare indipendenza e inclusività e che si rivolga direttamente alle donne e agli uomini abruzzesi, alle istituzioni locali. Avverto la necessità di dare forza alla nostra regione con una rappresentanza adeguata ai molti problemi che essa, i suoi comuni cittadini e le imprese, sono chiamati ad affrontare». L'ultima considerazione: «Vorrei rivolgere anch'io un appello alle donne e ai giovani abruzzesi: quello di candidarsi con me, affinché siano protagoniste e protagonisti di una nuova pagina della nostra regione». Legnini lo ripete da settimane: «A chi mi ferma per strada e mi chiede: ti candidi? Io do sempre la stessa risposta: e tu, ti candidi?».