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Pescara, 23/11/2024
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Data: 11/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Ma non è detto che si voterà il 10 febbraio. C'è tempo fino al giorno di Natale per cambiare (in extremis) la data. Sottanelli: la legge lo prevede

PESCARA La "macchina" delle elezioni si è messa in moto, e a ricordarlo è un circolare del direttore generale della Regione, Vincenzo Rivera. Tecnicamente, però, ci sarebbe ancora tempo per un "ripensamento" e il rinvio a maggio della data delle elezioni, come hanno chiesto diverse forze politiche. Servirebbe un decreto del governo, che dovrebbe essere emanato prima della convocazione dei comizi elettorali. Come stabilisce la legge, i comizi elettorali devono essere convocati 45 giorni prima delle elezioni. Se si votasse il 10 febbraio, la "deadline" cadrebbe nel periodo di Natale. Teoricamente, ci sarebbero ancora una quindicina di giorni di tempo (comprese le varie festività), entro i quali il Governo potrebbe decidere di non mandare gli abruzzesi alle urne in pieno inverno, facendo slittare la data delle regionali a maggio e accorpando le elezioni locali a quelle per il rinnovo del Parlamento europeo. Un risparmio, per la Regione, che il segretario nazionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, il primo a chiedere lo slittamento della data delle elezioni, stima in circa sei milioni di euro. Tra l'altro, come ricorda Giulio Cesare Sottanelli, parlamentare di Scelta civica durante la scorsa legislatura, si tratta di solo di applicare una legge dello Stato, la 111 del 2011, varata dal governo Monti, e relativa alla riduzione dei costi della politica e degli apparati. Tra auto e aerei blu, e benefit vari, è la legge che all'articolo 7 (comma 2) prevede che "qualora nel medesimo anno si svolgano le elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia, le consultazioni di cui al comma 1 (elezioni dei sindaci, dei Presidenti delle province e delle regioni, dei Consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, ndr), si effettuano nella data stabilita per le elezioni del Parlamento europeo". «Auspico che ci sia lo slittamento», dice Sottanelli, che sottolinea anche di non aver alcun interesse diretto, dal momento che non sarà direttamente coinvolto nelle elezioni regionali, «perché votare a febbraio rappresenterebbe una violazione a una legge attualmente in vigore. Chi insiste per votare a febbraio», aggiunge, «non ha tenuto conto dell'aumento di costi, e soprattutto del fatto che non ci sarà par condicio, tra candidati che dovranno sostenere una campagna elettorale, ed elettori che dovranno recarsi alle urne in pieno inverno. In quel periodo ci saranno almeno 100 comuni sotto la neve». I candidati delle zone interne, quelle nelle quali verosimilmente ci saranno più problemi di spostamento, avranno il loro bel da fare in campagna elettorale. «Immagini cosa potrà significare», aggiunge Sottanelli, «fare un comizio in pieno inverno. Significa non dare a tutti gli elettori la stessa possibilità di informarsi. E non mi venga a dire che c'è il web», una informativa modalità che esclude una buona parte della popolazione più anziana. «Ritengo che sia un errore, oltre che una violazione di legge, svolgere le elezioni il 10 febbraio. Anche l'Abruzzo dovrebbe optare per la medesima scelta fatta dalla Regione Basilicata che voterà a maggio, nel rispetto della legge. Non si capisce perché in Abruzzo non debba essere così».

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