PESCARA La Confcommercio riaccende i riflettori sul porto. E lo fa per chiedere di accelerare i tempi perché vuole che si arrivi all'estate del 2019 con un collegamento attivo tra Pescara e l'ex Jugoslavia. Ma serve una corsa contro il tempo, se non un miracolo, perché va svuotata la vasca di colmata nel porto (lì sono accumulati i materiali dragati in passato e non rimossi), per poi promuovere un dragaggio usando proprio quella vasca. Così facendo i fondali sarebbero di nuovo accessibili a un mezzo veloce che potrebbe fare la spola tra Pescara e Dubrovnik. Questo il percorso immaginato da Riccardo Padovano, che rappresenta i balneatori del Sib. E con lui ci sono il presidente della Confcommercio Franco Danelli e il presidente di Federalberghi Abruzzo, Emilio Schirato, che condividono la necessità di riportare in vita il porto. «Non si tornerà più ai vecchi tempi, quando il collegamento c'era e portava clienti negli alberghi», osserva Schirato. «Non si può più pensare di tornare a quei livelli, perché la clientela business è scesa. Pescara deve puntare sulla clientela leisure, quella che viaggia per piacere, e riattivare un collegamento con la Croazia con un mezzo che trasporti anche le auto, lasciando a Ortona la destinazione di porto commerciale». «Con l'economia ferma servono infrastrutture che facilitino l'arrivo delle persone e aiutino le imprese», commenta Danelli. E quindi «bisogna sviluppare altre rotte a livello aeroportuale, velocizzare i collegamenti ferroviari e il porto deve cominciare a funzionare subito». La Confcommercio parla oggi perché il tempo stringe. «La vasca di colmata va vuotata entro la fine dell'anno dal Provveditorato alle opere pubbliche di Roma, altrimenti dal 2019 quel materiale (250mila metri cubi) sarà classificato come rifiuto per cui lo smaltimento sarà più complicato e costoso. Ora, invece, può essere prelevato e usato per il ripascimento sommerso», dice Padovano che punta a una profondità dei fondali «di 6 metri mentre ora siamo a 3,5 metri». Se una operazione del genere decollasse «nella vasca di colmata si avrebbe lo spazio per realizzare un dragaggio e ripristinare dopo tre anni di stop il collegamento con la Croazia, non necessariamente Spalato, con un mezzo leggero, a maggio o giugno. Pescara ha tutto per un servizio del genere, mentre il porto di Ortona, pur avendo i fondali migliori, non ha le strutture. Ora vanno messi tutti gli enti attorno a un tavolo, compresi i comuni interessati al ripascimento». Di fatto i due porti abruzzesi non sono stati ritenuti appetibili da nessun operatore per la riattivazione (per tre anni) del servizio di trasporto marittimo tra la sponda abruzzese dell'Adriatico e quella croata. Il bando promosso dalla Regione a questo scopo è andato deserto. L'operazione sollecitata dalla Confcommercio «è la più conveniente» per Marco Santori, agente marittimo, che parla di un «porto morto» e di un territorio, quello abruzzese, molto indietro rispetto «alle altre regioni dell'Adriatico, per i porti». Per lui bisogna pensare «a fondali di almeno 6 metri, perché i traghetti hanno queste esigenze e non si deve puntare solo alla Croazia ma anche ad altri Paesi, per collegamenti commerciali».Qualcosa si muove già, fa sapere dalla Regione Enzo Del Vecchio. «Il Provveditorato alle opere pubbliche solo ora, dopo molte sollecitazioni, si è attivato per la rimozione di 100mila metri cubi di materiale dalla vasca di colmata, da usare per il ripascimento sommerso nella zona sud di Pescara. E giovedì ci sarà una conferenza di servizi. Ci auguriamo che entro la fine dell'anno vengano messe in atto tutte le iniziative necessarie». Per le criticità dei due porti «ci sono stati diversi sopralluoghi per individuare la migliore soluzione possibile e si sta lavorando su un nuovo bando. Mentre per il dragaggio la gara è in corso, per 400 mila euro, più altri 800mila euro già previsti». Ma, considerati i tempi necessari, Pescara rischia di rimanere fuori, nel 2019. E potrebbe essere tutto rinviato a quando ci saranno i moli guardiani. Ma servono anni.