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Data: 15/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Lolli: «Quale ricatto, da Raggi voglio una richiesta formale»

L'AQUILA Pretendere una richiesta formale, tra enti che si parlano tramite atti, per accogliere oltre 70mila tonnellate di rifiuti dalla Capitale «non è un ricatto». Il governatore vicario della Regione Giovanni Lolli blocca così, tornandoci per la seconda volta nel giro di poche ore e con una conferenza stampa convocata all'ultimo minuto, le «barzellette» e le «sparate» della sindaca grillina Virginia Raggi, che a Piazzapulita su La7, due giorni fa, ha apostrofato Lolli. «Dal presidente vicario», aveva detto la Raggi, «una sorta di frase che suona come un ricatto: "noi faremo una valutazione tecnica se la sindaca fa una richiesta formale e anche politica". Io l'appello a ricevere i rifiuti di Roma che venivano trattati nell'impianto di via Salaria andato a fuoco l'ho già fatto e lo rifaccio nell'interesse dei romani». Una sortita che ha mandato su tutte le furie il governatore vicario che ieri è tornato in fretta dal tavolo teramano sul terremoto per poter rispondere, punto su punto, alla sindaca romana. «Se qualcuno pensa di utilizzare la questione dei rifiuti per tenere sotto scacco Roma o per speculare sul costo (nel momento in cui decideranno, bontà loro, di prendere i rifiuti di Roma, e lo fanno per mero interesse politico, perché tra un po' si va alle primarie del Pd, e magari vogliono fare uno sgarbo a Zingaretti), hanno sbagliato», ha ribadito Raggi, «la speculazione sulla pelle dei romani no». Speculazione? Sgarbo a Zingaretti? Nulla di più assurdo per Lolli che non solo sostiene Zingaretti, rivela, ma anche perché «qui stiamo parlando di istituzioni e di rifiuti prodotti nella città di Roma, pertanto dovrà essere il Comune della Capitale a chiedere alla Regione Abruzzo di accoglierli nelle nostre discariche. In mancanza di questo atto formale tra istituzioni, non sarà possibile esaudire una richiesta che fino a oggi mi è giunta solo per canali non ufficiali». E rincara la dose, questa volta davvero proponendo una sorta di scambio: l'Abruzzo è disposto ad accogliere i rifiuti della Capitale per il quinto anno consecutivo, ma a patto che venga risolta, una volte per tutte, la questione Tiburtina: l'autostazione non si deve toccare. «A questo serve sedersi intorno al tavolo», dice Lolli, «per poter approfondire i motivi per cui per la nostra regione è importante che l'approdo degli autobus avvenga a Tiburtina e non ad Anagnina. D'altra parte, la solidarietà cammina in due sensi di marcia, non si può soltanto chiederla, ma anche essere disposti a darla», sottolinea Lolli in riferimento alle parole di Raggi a Piazzapulita. A chiedere la disponibilità abruzzese delle proprie infrastrutture (e inoltre soltanto per il trattamento dei rifiuti e non per il loro smaltimento) dev'essere «chi quei rifiuti li conferisce, e non l'Ama o la Regione Lazio, perché non è una questione tecnica bensì politica, una responsabilità immensa che devo assumermi con i poteri limitati che ho in questa fase. L'Abruzzo non è una regione da colonizzare».

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