LANCIANO In centinaia sfidano il gelo per due ore per sentire parlare il vicepremier e leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio. Era da tredici anni che Lanciano non vedeva una carica così alta del governo, da quando cioè nel 2005 Gianfranco Fini tenne a battesimo i treni Orsetto della Sangritana. Dopo la visita in mattinata ai cancelli dell'ex Honeywell, in Val di Sangro, l'incontro con gli apicoltori abruzzesi a Tornareccio e il pranzo ad Atessa, il ministro del Lavoro e dello sviluppo economico è atteso alle 16 in piazza Plebiscito. Capannelli di gente, per lo più attivisti e simpatizzanti, si radunano anche prima dell'orario del comizio. Piano piano la piazza si riempie di ogni tipo di gente: c'è chi è lì per curiosità, chi perché ha sostenuto il movimento alle ultime elezioni, chi vorrebbe parlare al vicepremier di scuola e lavoro. «Voglio sentire cosa ha da dire», dice Giovanni, arrivato da Roccascalegna, «sì, ho votato i Cinque Stelle, tanto peggio di quelli di prima non potevano essere». Si vede anche qualche amministratore comunale, ma non in veste ufficiale. «Nessuno del Comune accoglierà Di Maio, che rispetto è per le istituzioni?», si mugugna in piazza. La consigliera di opposizione Tonia Paolucci aveva chiesto di ricevere a Palazzo di città il vicepremier per interessarlo personalmente del problema del tribunale a rischio chiusura. Ma dalla maggioranza arriva risposta negativa.Intanto in piazza l'attesa si allunga. Così sono i parlamentari e i consiglieri regionali del Movimento a prendere la parola in attesa del leader. «Vi auguro di avere presto non un consigliere, ma una giunta Cinque Stelle», dice dal palco il senatore Gianluca Castaldi. Finora a Lanciano non si è mai costituita una lista del M5S per le elezioni comunali. Ma forse i tempi sono cambiati. Dopo 50 minuti di attesa Luigi Di Maio sale sul palco insieme alla candidata alla presidenza della Regione, Sara Marcozzi. «Si gela e siete qui, grazie davvero», esordisce il vicepremier, «finora ci hanno sempre detto che non c'era un euro per aiutare pensionati, invalidi, disoccupati, imprese in difficoltà, commercianti, insegnanti, dipendenti pubblici. Ma abbiamo trovato dove tenevano i soldi». Di Maio parla alla piazza di pensioni minime, taglio dei vitalizi, strade da rifare, lunghe attese nella sanità da abbattere, e ogni volta scatta l'applauso. «Ma non tutto si può fare dal governo centrale», precisa Di Maio, che sfida i 3 gradi della piazza avvolto solo nel cappotto, «più strumenti ci fornirete, con le Regioni e con i Comuni, più riusciremo a mantenere le promesse. Grazie a tutti e forza Sara Marcozzi. Sono prossimo al congelamento, vi saluto», scherza dopo 28 minuti mentre la gente gli stringe la mano e gli urla «grazie Luigi».