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Data: 17/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo verso le regionali - Da Marsilio l'ultima sfida al centrodestra. Il senatore romano: mi dimetto per candidarmi in Abruzzo. Ma Forza Italia e Lega lo frenano. Pagano: è solo una sua iniziativa. Bellachioma: aspettiamo la decisione da Roma

FRANCAVILLA AL MARE «Lancio questa sfida: le mie dimissioni saranno sul tavolo del presidente del Senato da domani, con qualche mese di anticipo rispetto alle elezioni». A Francavilla al Mare va in scena il senatore romano contro tutti. Cioè Marco Marsilio contro chi di Fratelli d'Italia sale sul palco dell'auditorium Sirena per dire alla platea semipiena o semivuota, a seconda dei punti di vista: «L'Abruzzo agli abruzzesi». E contro quelli della coalizione di centrodestra che sono assenti, a partire da Nazario Pagano e Giuseppe Bellachioma, che però lo rimettono in riga definendo la sua candidatura una «iniziativa personale», ovvero una fuga in avanti non autorizzata. Ma lui è certo che domani andrà a finire così. Non c'è la folla nell'auditorium di 270 posti. Né calca di esponenti delle civiche perché s'intravede solo Gianluca Zelli, defilato in platea. Di Fdi mancano Giandonato Morra e i suoi, mentre per Forza Italia oltre al francavillese Daniele D'Amario c'è Antonio Martino che, all'ingresso, si esibisce in un galante baciamano a Stefania Fois, la signora Marsilio. Ci sono anche un paio di leghisti inviati da Bellachioma più come osservatori che per altro. Tutto appare subito come cucito addosso a Marsilio e al suo colpo di teatro: l'annuncio di dimettersi già da oggi dal Senato, per candidarsi in Abruzzo, che tanto ha però irritato gli azionisti di maggioranza della coalizione. Ma l'assemblea programmatica di Fratelli d'Italia, organizzata dal coordinatore regionale Etel Sigismondi, aveva un copione già scritto per lanciare il senatore romano, spalleggiato dal sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, con tanto di confronto sul palco con l'ultimo competitor interno, il cardiochirurgo Massimiliano Foschi, che parla prima di lui, in modo sobrio e attenendosi ai tempi concessi, appena 7 minuti, per dire tre parole chiave: «L'Abruzzo agli abruzzesi». Tre parole che lasciano il segno visto che, subito dopo, Marsilio articola un intervento di 24 minuti e 54 secondi davanti a 137 persone, anzi 157 corregge Sigismondi che, dal palco, seduto accanto ad Antonio Tavani, le ha contate tutte. Quell'Abruzzo agli abruzzesi provoca così tanto Marsilio che dal palco subito arringa: «Non so quanti in questa sala possono vantare un tasso del cento per cento di sangue abruzzese come il sottoscritto». E poi ostenta sicurezza, fin troppa sicurezza visti quei posti vuoti: «Sono serenamente certo che nelle prossime ore sarà sciolta la riserva», afferma: «Non c'è nessuna discussione e nessuna lite in Abruzzo, siamo tutti insieme e pronti a fare questo percorso». Ma forse non è così, viste le assenze. La sua stoccata ai cinquestelle poi piace poco ai leghisti in sala, e ancora di meno sarebbe piaciuta a Bellachioma se fosse stato presente. Ma il senatore romano, senza porsi scrupoli verso gli alleati a Roma di Di Maio & C, sferra l'attacco. Cita prima gli impegni suoi degli ultimi tempi, come la battaglia contro il trasferimento del terminal Tiburtina, per dire che: «I danni che fanno i grillini a Roma si riverberano anche in Abruzzo. Arriveranno altri rifiuti perché qualcuno non è capace di gestire il proprio ciclo dei rifiuti e viene a dare lezioni in Abruzzo pensando che la propria brutta copia di Virginia Raggi, la Sara Marcozzi, possa dare risposte che non sanno dare altrove». Ha il tempo, Marsilio, di salutare la claque dei parenti venuti ad ascoltarlo da Tocco da Casauria, e di pronunciare la frase accorata: «La mia è una scelta coraggiosa, radicale e anche di speranza».Finché, giunti al 24esimo minuto senza che nessuno gli conti il tempo, che invece era stato inclemente per chi lo ha preceduto (Sigismondi, Tavani, Biondi, Guerino Testa, Marilena Rossi, Rocco Micucci, Sabatino Trotta, Massimo Desiati, Benigno D'Orazio, Anthony Aliano, e via dicendo), Marsilio fa il colpo di teatro: «Non si può lasciare una regione ferma perché qualcuno era rimasto troppo incollato alla sua poltrona», dice. «Per un presidente che se n'è andato tardi e che è rimasto così incollato alla sua poltrona da non presentare per tempo le dimissioni io lancio questa sfida: le mie dimissioni saranno sul tavolo del presidente del Senato da domani, con qualche mese di anticipo rispetto alle elezioni, perché la scelta di stare qui in Abruzzo da abruzzese tra gli abruzzesi l'ho compiuta in maniera seria e radicale e noi siamo uomini di onore, leale e d'impegno». E in 137, anzi 157, applaudono, come se fosse facile dimettersi in 24 ore dal Senato. Ma apriti cielo: la sua sfida, lanciata prima del tavolo nazionale, in serata gli diventa un boomerang. Per gli alleati, Marsilio è da cartellino rosso. Solo Biondi gli arriva in soccorso come un gabbiano dal cielo: «L'intervento di Marsilio è stato di altissimo profilo e testimonia, oltre che un grande coraggio, il grande affetto che nutre nei confronti dell'Abruzzo», dice il serata il sindaco aquilano. «A lui rivolgo un plauso per aver chiarito la disponibilità a dimettersi da senatore ancor prima di essere eletto. L'ufficializzazione della candidatura per l'aspirante presidente della Regione Abruzzo spettava e spetta al tavolo nazionale che, mi auguro, possa riunirsi al più presto per fare chiarezza». Non è male come salvagente per un marziano a Francavilla al Mare, avrebbe detto Flaiano.

Ma Forza Italia e Lega lo frenano. Pagano: è solo una sua iniziativa. Bellachioma: aspettiamo la decisione da Roma

PESCARA«Sono demoralizzato», si lascia sfuggire Giuseppe Bellachioma, leader abruzzese della Lega. Mentre Nazario Pagano, coordinatore di Forza Italia, incalza:«È un'iniziativa del senatore Marsilio, la rispetto, se ci si vuole dimettere è libero di farlo, ma aspettiamo il tavolo azionale per la decisione ufficiale e condivisa sulla candidatura alla presidenza della Regione Abruzzo». Il colpo di teatro del senatore di Fratelli d'Italia Marco Marsilio, di candidarsi alla presidenza del centrodestra in Abruzzo alle regionali del prossimo 10 febbraio e di dimettersi da Palazzo Madama, prende in contropiede gli alleati che reagiscono. «La sua decisione non è stata concordata, a Roma infatti ancora non si sono visti, aspettiamo l'ufficialità per partire», sbotta Pagano che aveva già posto il veto, come del resto la Lega, su senatore di Fdi, per sua «non abruzzesità». Sul vertice romano, Pagano dice che «si farà sicuramente nelle prossime ore», e annuncia che comunque «Forza Italia presenterà la sua lista giovedì prossimo nella tradizionale cena di Natale».Sulla stessa linea di pensiero è Bellachioma che però si fa sfuggire in più due parole «sono demoralizzato». Che possono anche significare che l'ufficialità di Marsilio, che a lui non piace, è certa. Un via libera imminente perché legato a logiche nazionali a non all'Abruzzo. «Le dichiarazioni di Marsilio gli fanno onore sia come uomo sia come politico, ma le ritengo premature, l'ufficializzazione può avvenire solo la riunione del tavolo nazionale e quindi solo quando gli alleati saranno messi a conoscenza dai vertici», sottolinea però il deputato della Lega.Ma la fuga in avanti del senatore romano diventa comunque un caso nella coalizione abruzzese, dal momento che Bellachioma conclude il suo commento annunciando che «questa iniziativa sarà al vaglio del tavolo regionale di domani sera». Cioè di oggi, alle 18, all'hotel Dragonara di San Giovanni Teatino, dove, su proposta della Lega, si vedranno Etel Sigismondi (Fdi), Pagano, Bellachioma e per la prima volta Gianluca Zelli di Azione Politica ed Enrico Di Giuseppantonio dell'Udc.

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