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Pescara, 23/11/2024
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Data: 17/12/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cattolici, liberali, sinistra, sindaci e Di Matteo: 5 civiche per Legnini

L'offerta è arrivata di prima mattina, al termine del caffè. Una di quelle offerte impossibili da rifiutare: «Renzo, devi farlo». È la conclusione del ragionamento con il quale Giovanni Legnini ha offerto a Renzo Gallerati la candidatura al consiglio regionale in una delle liste di appoggio alla sua corsa verso la poltrona di governatore. Renzo, ex sindaco di Montesilvano fino a ieri impegnato a costruire il suo ritorno a palazzo di città, secondo Legnini deve farlo perché sondaggi e annusamenti di aria alla mano, ha buone probabilità di portare all'emiciclo un consigliere regionale in rappresentanza della quarta città d'Abruzzo, destinata a perdere obiettivamente peso politico nella prospettiva della Nuova Pescara. Deve farlo perché una delle liste alle quali Legnini sta lavorando, per rinforzare e un po' scolorire il Pd, si chiamerà Cattolici e popolari e ha bisogno di figure riconoscibili, di autentici interpreti della dottrina sociale. Richiesta che, all'ex vice presidente del Csm arriva direttamente da ambasciatori della conferenza episcopale abruzzese e molisana, in via ufficiosa, con modi felpati, ma con una fermezza di fondo. Insieme a Gallerati, in provincia di Pescara, a correre sarà con tutta probabilità Vittoria D'Incecco, ex deputata altrettanto gradita al mondo cattolico.
Ufficialmente, il caffè si è concluso con una presa di respiro: due giorni per meditare sulla rinuncia al grande ritorno alla guida di Montesilvano, una sfida che Gallerati coltiva da tempo. In concreto, l'ex sindaco, non sembra avere alternative. Con l'occasione, Giovanni Legnini è stato costretto a mettere sul tavolo le prime carte del suo mazzo. A sostegno della sua candidatura ci saranno cinque liste civiche di diversa ispirazione, più un Pd al quale il candidato presidente darà un'impronta personale nel segno della discontinuità, con qualche veto e la riserva di un posto in lista in ogni circoscrizione provinciale. Oltre a cattolici e popolari, le civiche saranno: la lista del presidente, con nomi selezionati direttamente da Legnini nel mondo delle categorie produttive e in un'area liberale in grado di occhieggiare all'elettorato di Forza Italia; la lista dei sindaci, espressione delle aree interne e dei primi cittadini autori dell'appello decisivo per Legnini candidato; la lista di Donato Di Matteo, recuperato alla causa del compagno di antiche battaglie dopo l'iniziale perplessità; una lista di sinistra-sinistra che punta a riunire un elettorato polverizzato dalle divisioni. Ci sono tanti pro, abbastanza da trasformare in contendibile una sfida che per il centrosinistra continua ad apparire disperata. Ma anche alcuni contro che soprattutto nel Pescarese rischiano di pesare nell'urna. Primo nodo: l'inevitabile competizione familiare tra Vittoria D'Incecco, probabile candidata di Cattolici e popolari, e il cognato Giuliano Diodati, ex assessore comunale a Pescara e sicuro candidato con Donato Di Matteo. Secondo nodo, la presenza degli assessori uscenti Mario Mazzocca e Marinella Sclocco, non proprio esempi di autonomia dallo strapotere di D'Alfonso, nella lista di sinistra. Ma la guerra è guerra.

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