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Pescara, 24/07/2024
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Data: 19/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
«Voto regionale a maggio» E in Senato scoppia il caos. Fibrillazione per l'emendamento della maggioranza che faceva slittare le elezioni. Bellachioma: «È stato solo un errore al quale i Cinquestelle hanno già rimediato» FdI critica la Lega: «I ritardi ci penalizzano». Dopo l'apertura di Berlusconi sulla candidatura di Marsilio è slittato ancora il vertice del centrodestra

PESCARA Mondo politico in fibrillazione, ieri pomeriggio, per l'emendamento annunciato dalla maggioranza al Senato, dove è in discussione la legge di Bilancio, per accorpare tutti gli appuntamenti elettorali del 2019 al voto per le europee, previsto il 26 maggio. Un emendamento presentato in aula dalla senatrice lucana del Movimento Cinque Stelle, Agnese Gallicchio, e subito ritirato, dopo l'inevitabile sequela di polemiche. Innanzitutto, la confusione iniziale, perché non si capiva se l'emendamento fosse stato presentato dal Governo, o se l'iniziativa fosse invece da ricondurre in ambito parlamentare. A sgomberare il campo da ogni possibile equivoco, l'intervento del sottosegretario di Stato al ministero per i Beni e le attività Culturali, Gianluca Vacca. «Non c'è alcun emendamento del Governo per l'election day», ha detto, «e quello di iniziativa parlamentare sarà ritirato». Detto e fatto, perché di lì a breve, effettivamente, l'emendamento è stato eliminato dalla scaletta dei lavori. Già nel pomeriggio, il senatore Nazario Pagano, coordinatore regionale abruzzese di Forza Italia, aveva ipotizzato un passo indietro da parte del M5S rispetto all'emendamento. Ma, ad ogni buon conto, aveva anche previsto una "contromossa". «Probabilmente il M5S ritirerà l'emendamento per accorpare le elezioni regionali a quelle europee. Tuttavia», ha detto, «fidarsi è bene e non fidarsi è meglio e dunque, tramite la nostra capogruppo, mi accingo a depositare un sub emendamento che consentirà all'Abruzzo di andare al voto il 10 febbraio.«Il nostro sub emendamento», rivelatosi poi inutile, «prevede che l'emendamento del M5s non possa valere per quelle regioni che hanno un Consiglio regionale già sciolto o che hanno già fissato tramite apposito decreto la data delle elezioni. Per l' Abruzzo», ha osservato, «sono valide entrambe le condizioni, ed è chiaro che la nostra regione non può permettersi di restare ferma altro tempo, regalando nel frattempo 5-600 mila euro l'anno a consiglieri regionali che non fanno nulla, in quanto l'attività è attualmente limitata ad atti indifferibili e urgenti». L'esponente di FI non si è limitato a critiche generiche. «Pochi giorni fa Luigi Di Maio è venuto in Abruzzo per dire che era contrario all'election day, mentre oggi (ieri, per chi legge, ndr), è spuntato l'emendamento. Ciò», ha concluso Pagano, «nella migliore delle ipotesi, significa che la mano destra non sa cosa fa la sinistra, oppure induce a pensare che qualcuno voglia fare il furbo».Ha tagliato corto, invece, il deputato e coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma. «Si vota il 10 febbraio, punto e basta», ha detto. «È stato un errore», ha assicurato, «al quale i pentastellati prontamente hanno posto rimedio».E in serata, anche la reazione di Rifondazione comunista. «Pagano nel 2013 sosteneva l'election day e da presidente del Consiglio regionale chiese e ottenne il rinvio delle elezioni da dicembre a maggio, allungando di mesi una legislatura finita. Ora», dice il segretario nazionale di Prc, Maurizio Acerbo, dopo la presa di posizione del coordinatore di Forza Italia, «chiede di votare a febbraio sprecando 6-8 milioni di euro solo perché i sondaggi danno in vantaggio il centrodestra».

FdI critica la Lega: «I ritardi ci penalizzano». Dopo l'apertura di Berlusconi sulla candidatura di Marsilio è slittato ancora il vertice del centrodestra

ROMA La data del vertice del centrodestra per l'ufficializzazione della candidatura del candidato alla presidenza della Regione Abruzzo è ancora da stabilire, e questa situazione sta creando non poche frizioni all'interno della coalizione. «Mandando tutto alle calende greche Salvini penalizzerà la coalizione e ci farà perdere anche l'Abruzzo», dice un esponente di rilievo di Fratelli d'Italia, preoccupato dallo stallo in cui versa la trattativa del centrodestra sulle regionali. Dopo l'apertura di Silvio Berlusconi su Marco Marsilio e l'annuncio di un vertice a breve, non è accaduto nulla. E la convocazione del famoso tavolo nazionale di "convergenza", con i tre leader principali dello schieramento, non è ancora arrivata. L'Abruzzo, dunque, diventa un "caso" nazionale, considerando che dovrebbe essere la prima regione che andrà al voto nel 2019 con il partito di Giorgia Meloni che ha giù rivendicato la candidatura del senatore Marco Marsilio alla presidenza. Ieri Berlusconi è arrivato a Roma per partecipare alle cene natalizie organizzate dai suoi deputati e senatori. Un'occasione, a patto che Salvini si presenti nei prossimi giorni, per l'incontro chiarificatore che definisca liste e griglia dei nomi da schierare in campo. Tra le fila di Fratelli d'Italia c'è un malumore crescente. C'è chi cita il precedente delle ultime regionali nel Lazio, dove il centrodestra «solo in zona Cesarini trovò l'accordo di compromesso su Stefano Parisi che partì in ritardo» e teme che la Lega abbia una strategia precisa, quella di rinviare l'avvio della campagna elettorale in Abruzzo «per fa perdere ogni possibilità di vittoria alla coalizione» e «togliendo forza a Marsilio».Anche Ignazio La Russa, all'Adnkronos, è tornato ad avvertire l'alleato Salvini: «Forse il ritardo su liste e nomi delle regionali dipenda dal fatto che la Lega è alle prese con la manovra, vedo moltissimi problemi al Senato. Penso sia colpa della manovra, non voglio pensare male, anche se a pensare male, diceva qualcuno, si fa peccato, ma spesso si indovina... Comunque, legge di bilancio o meno», avverte il vicepresidente del Senato, «al massimo dopodomani (domani per chi legge, ndr), bisognerà pur decidere sul da farsi per le regionali, altrimenti ognuno valuterà come vuole questo ritardo».

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