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Pescara, 23/11/2024
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Data: 19/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo, i disoccupati salgono a 67mila. L'allarme della Cisl regionale: «In dieci anni sono raddoppiati, e l'85% delle nuove assunzioni è con contratto a termine». «Masterplan e Zes strumenti per ripartire». Malandra: «Chiederemo a tutte le forze politiche come intendono sostenere lo sviluppo del territorio»

PESCARA Tra stagnazione e crescita; è racchiuso tra due concetti in antitesi il "pianeta" lavoro in Abruzzo, che sconta una perdita di 26mila posti rispetto al saldo del 2017. E il dato non è ancora completo, se si considera che si ferma alla fine del terzo trimestre 2018. A rilanciare l'allarme, ieri, il segretario generale della Cisl Abruzzo-Molise, Leo Malandra, alla presenza dell'economista Giuseppe Mauro, ordinario di politica economica all'università d'Annunzio di Pescara. Ma non basta, perché, come sottolinea un report dell'Associazione di promozione sociale "M.Ciancaglini", 67 mila persone sono disoccupate, il doppio rispetto al 2008, anno in cui è iniziata la crisi economica.IN CADUTA LIBERA. Nei primi nove mesi del 2018, dunque, l'Abruzzo ha perso il 5,1% di occupati. Un trend negativo determinato dal calo consistente nell'industria con 22 mila occupati in meno, che ha portato il tasso di occupazione al 56,8%, due punti sotto la media nazionale. Solo il settore delle costruzioni registra un leggerissimo aumento, passando da 38 a 39 mila occupati. Va da sé che alla perdita di posti di lavoro corrisponda un aumento della disoccupazione con un tasso che ha superato il 12% contro il 9,7% dell'anno precedente e il 9,3% della media dell'Italia.DECRETO DIGNITÀ. Sono i dati dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps a chiarire il quadro della situazione in merito alle stabilizzazioni. Nel 2017 in Abruzzo 5.133 contratti precari sono stati trasformati in contratti a tempo indeterminato. Cifra che nei primi 9 mesi del 2018 è salita a 7.855, vale a dire 2.722 in più. come sempre, avverte il sindacato, non è tutto oro ciò che luccica. «Il calo dell'occupazione è confermato anche dai dati dell'Inps», ha detto Malandra, «con le cessazioni che nel complesso sono in aumento rispetto all'anno precedente: a crescere sono le cessazioni di tutte le tipologie di rapporti a termine mentre diminuiscono quelle dei rapporti a tempo indeterminato. Da un'analisi suddivisa per trimestre, che analizza in modo dettagliato i flussi, si registra nel 2018 un'impennata, in modo particolare da luglio a settembre, della cessazione dei contratti a termine. Si continua ad avere un'occupazione che non è di qualità e non è stabile perché comunque il contratto a termine e stagionale regola quasi l'85% delle nuove assunzioni. Le aziende hanno scelto di non rinnovare i contratti perché ingabbiati nelle causali stabilite dal decreto dignità che avrebbe dovuto favorire l'aumento dell'occupazione stabile e il turn over , invece non ha considerato che le aziende, in un clima così incerto, restano in attesa di un quadro più chiaro. Abbiamo proposto al Governo di prevedere una modifica legislativa secondo cui, a stabilire la causali, possa essere anche la contrattazione aziendale, per garantire maggiore flessibilità alle singole imprese, accompagnata dall'eliminazione dell'aggravio contributivo dello 0,5% sui rinnovi».IL PIL ARRANCA. Ma cosa si cela dietro la perdita di posti di lavoro? Il professor Mauro non ha dubbi. Da un lato il Pil che arranca, e cresce dell1,7% a fronte della media del Mezzogiorno che si attesta al 3,7%; dall'altra, il dualismo che caratterizza tutti i settori della vita regionale. «Da una parte le grandi imprese,», ha detto il professore, «dall'altra le piccole. Da una parte il pubblico, dall'altra il provato, da una parte gli occupati, dall'altra disoccupati o inoccupati». Ed ecco che si ritorna ai concetti di stagnazione e crescita che, a quanto pare, in Abruzzo sembrano abbiano trovato una sorta di compromesso. Segnali di allerta arrivano anche dall'export. «Se consideriamo l'ultimo trimestre», sottolinea il professor Mauro, «registriamo un incremento che non raggiunge il punto percentuale (0,4%) influenzato in particolare dai mezzi di trasporto. In un clima d'incertezza, di una non crescita del Paese, e di turbolenze sui mercati internazionali, il mondo delle imprese rinvia le decisioni sugli investimento e sul rafforzamento occupazionale. Le aspettative non ottimistiche dello scenario economico nazionale ed internazionale hanno avuto delle ripercussioni nel mondo del lavoro, portando le imprese a non rinnovare i contratti a tempo determinato».

«Masterplan e Zes strumenti per ripartire». Malandra: «Chiederemo a tutte le forze politiche come intendono sostenere lo sviluppo del territorio»

PESCARA Rilanciare il Masterplan e la Carta di Pescara, e far decollare finalmente la Zona economica speciale, condizioni imprescindibili se la politica vuole dare davvero una mano all'Abruzzo. È l'appello-proposta rilanciato ieri dal segretario generale della Cisl Abruzzo-Molise, Leo Malandra, in occasione della conferenza stampa convocata con il professor Giuseppe Mauro per fare il punto sullo stato dell'occupazione nella nostra regione. Spaventosi i dati citati da Malandra sullo stato di attuazione del Masterplan, uno strumento che da solo vale due miliardi di finanziamenti europei da spendere in opere pubbliche. Il che significa sbloccare gli appalti e far ripartire anche l'occupazione. Ebbene, ha sottolineato Malandra, è stato presentato solo il 35% dei progetti, e il 3% rappresenta l'aliquota cantierabile. «In vista delle imminenti elezioni politiche», ha sottolineato Malandra, «chiederemo a tutte le forze politiche come intendano sostenere nei loro programmi sviluppo, crescita e occupazione dei nostri territori. Riprenderemo un confronto, che vorremmo molto più concreto e fattivo, per aprire al più presto i numerosi cantieri in opere infrastrutturali da tempo programmati, nonché dare finalmente piena attuazione al Masterplan e alla Carta di Pescara, ma anche per rafforzare ulteriormente il sostegno alle piccole e piccolissime imprese, attraverso una politica di tutoraggio e creditizia di vantaggio a loro favore. Non deve essere inoltre sottovalutato il ruolo che potrebbe avere la costituzione della Zes, avviata dal presidente Lolli, se strettamente collegata al riconoscimento del corridoio Tirreno-Adriatico quale collegamento della penisola Iberica, all'Italia ed alla penisola Balcanica ed al Medio Oriente, con l'inserimento nelle grandi rotte commerciali previste dall'Europa tramite le vie di comunicazione Ten-T, in funzione di uno sviluppo armonico dell'intero Abruzzo».

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