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Pescara, 24/07/2024
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Data: 22/12/2018
Testata giornalistica: L'Huffington Post
Vincenzo Colla è l'anti-Landini nella corsa Cgil, ma resta aperta l'ipotesi di un'intesa precongressuale. Il candidato sponsorizzato dalla segreteria è in vantaggio, un retweet di Susanna Camusso riaccende la bagarre in vista dell'assise di gennaio

In Cgil comincia la conta all'ultimo voto sulla successione a Susanna Camusso. Vincenzo Colla ha deciso di uscire allo scoperto e, dopo aver annunciato la sua "disponibilità alla candidatura a segretario generale", ha presentato la sua idea di sindacato e le priorità progettuali con cui emendare il documento unitario da discutere al congresso. Europa, innovazione, contrattazione che includa anche i precari, nuovo protagonismo del sindacato sui salari: queste le parole d'ordine.

La mossa di Colla è il segnale plastico di una forte dialettica interna al sindacato di Corso d'Italia. D'altro canto non c'era da spettarsi altro, dopo le polemiche al calor bianco, con tanto di accuse sulla legittimità della scelta di Camusso di indicare Maurizio Landini come candidato "sponsorizzato" dalla segreteria. Non è affatto detto, però, che la "auto-nomination" di Colla significhi ipso facto una guerra aperta e una votazione in assemblea generale. Anzi, l'uscita dell'ex segretario dell'Emilia Romagna potrebbe contenere un altro genere di messaggio. Del tipo: pesiamoci prima e poi accordiamoci, evitando di arrivare divisi al congresso.

Insomma, all'orizzonte potrebbe anche esserci un'intesa che rispetti le differenze e mantenga l'unità del sindacato in sede di rinnovo dei vertici. Lo stesso Colla assicura di non voler dividere ma unire. "Le differenze con Maurizio ci sono, ad esempio sulle infrastrutture, sulla politica contrattuale, sul welfare. Ma queste differenze sono una ricchezza - dichiara – e vanno rappresentate tutte al nostro interno". Insomma, nessuna spaccatura, nessuna scissione, nulla di simile a quello che sta accadendo all'interno e attorno al Pd: il sindacato resta autonomo dalla politica e dai suoi sommovimenti. Tuttavia, per ora nessuno scommette sulla rinuncia alla conta finale. "Per evitare il voto e arrivare a un accordo sul nome da eleggere, manca l'elemento principale: conoscere il peso dei contraenti – dice un funzionario di alto rango - Fin quando non si certificherà un vantaggio certo, nessuna intesa preventiva è possibile".

Così, il confronto aperto è iniziato. Finora il duello non ha risparmiato colpi "velenosi", sia all'interno della struttura che sui mass media e sui social. Ultimo, l'invito di un iscritto a Colla a ritirarsi, espresso in un blog dal nickmane storico (Fortebraccio), con tanto di "like" della segretaria Camusso e del segretario dell'organizzazione Nino Baseotto. Quasi che lo stato maggiore chieda un passo di lato al neo-candidato.

Il timore è sempre lo stesso: spaccarsi e quindi indebolirsi. Una corsa all'ultimo voto potrebbe sfibrare un corpo già attraversato dai venti di continue crisi. Il tam-tam interno dà per ora Landini in vantaggio, ma con uno scarto minimo. E tutto da verificare, visto il peso del più grande sponsor di Colla, lo Spi. I pensionati da soli eleggono quasi il 50% del congresso, di cui tuttavia la metà (dunque il 25%) non è rappresentato da pensionati ma da membri di categorie attive, per la regola della solidarietà interna. Il calcolo, quindi, si complica. Anche un blocco del "solo" 25% darebbe a Colla un'ottima base di partenza. Ma anche lo Spi non sembra più così monolitico come pareva all'inizio. Insomma, la partita è davvero aperta. E i confronti con la politica fanno tremare. Ma Colla respinge qualsiasi parallelo con i partiti, e le ricostruzioni politico-centriche che i mass media hanno dato sulla dialettica interna alla Cgil. "Qualsiasi ipotesi di vicinanza a questo o a quel partito non corrisponde al vero- dichiara – Non dimentichiamo che dove ero io (Emilia Romagna, ndr) ho fatto il più grande scontro con il Pd".

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