È svanito nel nulla T. K., il ragazzo greco di 20 anni di origini francesi che venerdi scorso si è reso protagonista di una violenta aggressione ai danni di un capotreno fuori servizio sul treno Roma-Pescara delle 6. Il ragazzo, venti anni, non ha ricevuto imputazioni tali da prevedere azioni restrittive, tantomeno il piantonamento nel reparto di Medicina generale dell’ospedale di Popoli. E così, al momento opportuno, ha fatto perdere le proprie tracce tra lo stupore generale. Il ventenne, in arrivo dalla Svizzera, passava da Pescara per raggiungere Roma, ma alla richiesta del biglietto aveva dato in escandescenze, impossessandosi di un estintore con il quale ha colpito alla testa il capotreno Nazareno Di Tommaso di Scafa. Al momento dell’aggressione Di Tommaso era appisolato in attesa di prendere servizio: se dopo il primo colpo non si fosse svegliato riuscendo ad attutire il secondo colpo con il braccio, e non si fosse dato alla fuga attraverso tre carrozze fino ad essere costretto, insieme ai colleghi, a rifugiarsi all’interno della cabina di guida, probabilmente sarebbe stato ucciso. Dalla mattina successiva all'episodio l’aggressore è stato ricoverato nel reparto di Medicina generale dell’ospedale di Popoli dopo essere stato accompagnato al pronto soccorso da una coppia di coniugi di Bussi sul Tirino che, ignari di quanto era accaduto, lo avevano rifocillato, vestito e ospitato per la notte, mentre i carabinieri sotto la guida del comandante Giovanni Savini e la polizia ferroviaria coordinata dall’ispettore superiore Marco Di Santo erano impegnati nelle sue ricerche. Le uniche imputazioni a suo carico sono quelle di lesioni personali e interruzione di pubblico servizio, mentre sembrava fosse considerato il tentato omicidio data la ferocia con la quale il ragazzo aveva agito con il preciso obiettivo di colpire, tra l’altro, un uomo inerme. Pertanto l’aggressore, indagato in stato di libertà, ha potuto lasciare l’ospedale senza essere dimesso e tantomeno firmando per la sua uscita. Il personale dell’ospedale in questi giorni è riuscito a comunicare con il paziente sia in lingua francese che in lingua inglese dopo un primo periodo di non collaborazione. L’anamnesi ha da subito escluso problemi di natura psichiatrica riconducendo alle sole azioni di osservazione e somministrazione di farmaci nel rispetto di una profilassi per alcuni episodi epilettici pregressi. Ma nulla di associabile al temperamento violento dell’aggressore, di cui risultano ancora sotto sequestro la valigia e gli effetti personali nella sede della polizia ferroviaria di Pescara. Dirige le indagini il sostituto procuratore della Repubblica Salvatore Campochiaro.