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Pescara, 23/11/2024
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24/12/2018
Il Messaggero
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Salvini: manovra da 7. Nuova lista di Di Maio: «Basta balle di Natale». Ma su Iva, pensioni e sviluppo il capo M5S dice mezze verità. I due leader difendono la Legge di bilancio, ma è tensione tra gli alleati. Il Pd prepara la piazza. Manifestano anche i sindacati e protestano i Comuni |
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ROMA Dopo il sì notturno del Senato alla Legge di Bilancio è l'ora dell'orgoglio giallo-verde. Luigi Di Maio e Matteo Salvini difendono la manovra. Più entusiasta Di Maio, più prudente Salvini, che si assegna un «7». Il leader della Lega assicura che «è solo l'inizio». Ma il 2019, visto da ambienti della maggioranza, parte in salita. Sia per gli strascichi di tre mesi di tira e molla e litig, sia perché quelli che il leader M5s derubrica a «effetti» della legge, ossia le norme su «quota 100» e reddito di cittadinanza, sono in realtà una partita tutta nuova, già carica di tensioni. I fronti aperti nel governo sono diversi: in manovra ci sono norme volute dal M5S che poco piacciono alla Lega e viceversa. Nicola Morra, presidente pentastellato della commissione Antimafia, lancia l'allarme su una norma leghista che alza la soglia per l'affidamento diretto - senza gara - di appalti pubblici da parte dei sindaci. Mentre in casa M5s cresce in queste ore il timore che gli alleati di governo lavorino per cambiare il Reddito agendo sui dettagli di una norma complessa. Intanto Luigi Di Maio lancia una nuova lista di misure varate con la manovra per controbattere, dice, «le troppe balle che girano e assicura che resterà al governo finché lavora per le persone». IL PUNTO Salvini, che in una «videoconferenza» con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni sigla l'accordo sul candidato del centrodestra alle regionali in Abruzzo, liquida ogni dubbio: il governo «dura cinque anni» e a gennaio, annuncia, la Lega riparte su legittima difesa e autonomia per le regioni del Nord. Temi sui quali i pentastellati hanno il freno a mano tirato. E la partita che, sottotraccia, si sta aprendo sul reddito, promette di infiammare gli animi. Se si sommano le nuove tensioni con i tecnici del Mef, i maldipancia tra i parlamentari M5s e Lega che si sono visti respingere loro proposte e le ricorrenti voci di rimpasto, l'inizio d'anno s'annuncia intenso. Se Salvini suona la carica di un «governo con le palle», Di Maio arringa i suoi follower col sorriso. Pronto al ritiro natalizio con Alessandro Di Battista, di ritorno dal Sud America che però non si sbilancia sul suo ruolo alle imminenti europee. Dall'opposizione osservano e gongolano: il governo non durerà, sostengono quelli di Pd e Fi. I Dem chiamano a manifestare davanti alla Camera il 29 dicembre contro il governo e la maggioranza che quel giorno a Montecitorio conta di far approvare definitivamente la manovra economica da deputati che non potranno modificare neanche una virgola di un testo che il Senato non ha avuto il tempo di esaminare. La manovra non piace neanche ai sindacati. Cgil, Cisl e Uil giudicano la manovra «pessima», il suo percorso «una grave lesione alla democrazia parlamentare» e annunciano un corteo unitario a gennaio. Anche l'associazione dei Comuni Anci è sul piede di guerra per gli oltre 600 milioni di tagli riservati ai Comuni.
Ma su Iva, pensioni e sviluppo il capo M5S dice mezze verità
Il gioco di ridurre a un semplice vero o falso misure complesse, usato da Luigi Di Maio, può rivelarsi un'arma a doppio taglio perché, alla fine, lo stesso giochino potrebbe essere falso. Analizziamone le voci principali. IVA Ha ragione Di Maio a barrare falso per l'aumento dell'Iva? Si. Tuttavia un aumento dell'Iva di ben 23 miliardi è rinviato al 2020. PENSIONI Qui il vicepremier ricorre a giochi di parole. Tecnicamente non c'è taglio, ma nel 2019 le pensioni oltre i 1.200/1.300 euro netti riceveranno solo in parte e in misura decrescente l'adeguamento al costo della vita. Quindi, il taglio c'è. Altro che balle. PENSIONI ALTE In campagna elettorale il M5S aveva promesso l'eliminazione delle rendite d'oro per risparmiare 12 miliardi. Il risultato è una tassa oltre i 100.000 euro lordi (simile a quella del governo Letta) che porta appena 80 (ottanta) milioni di risparmio. Il superamento della Fornero, poi, cosa diversa dalla sua abolizione, durerà tre anni e prevede filtri d'uscita. INVESTIMENTI Dopo l'accordo con la Commissione di Bruxelles questa voce è crollata da 9 a 3,6 miliardi. SPESE MILITARI I tagli sembrano ammontare a 500 milioni in più anni sui 14 miliardi assorbiti nel solo 2018 dalla Difesa (Carabinieri esclusi). AUTO Colpisce infine che nella lista non ci sia la nuova tassa sulle auto che scatterà a marzo. Sarà vera oppure falsa anche quella?
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