PESCARA Si va dal «si risolve tutto» al «tocca allo Stato». E dal «non mi arrendo» a «sarà un danno incalcolabile». Ecco le reazioni allo spettro dell'aumento dei pedaggio dei quattro candidati presidenti della Regione Abruzzo. Nessuno ha certezze.
SARA MARCOZZI: «Oggi, per la prima volta, siamo di fronte a un governo che ha finanziato con 192 milioni la messa in sicurezza di A24/A25 e che ha bloccato l'aumento dei pedaggi fino al 31 dicembre 2018. Un piccolo passo, ma che va nella direzione che intendiamo proseguire per la tutela delle zone interne che, inevitabilmente, passa anche dall'autostrada. Se chi ha governato fino a ieri, nell'alternanza di centro destra e sinistra, avesse svolto con competenza il proprio dovere oggi non ci troveremmo a parlare di autostrada in questi termini. Il ministro Toninelli sta lavorando a un piano per scongiurare gli aumenti che comporta, inevitabilmente, di mettere mano al Pef (Piano economico finanziario) che attende di essere rinnovato dal 2013, un gravissimo ritardo causato dai governi precedenti. Il problema va risolto alla fonte: gli aumenti che si ripetono ogni anno sono il frutto dell'incompetenza di chi in nome e per contro dello Stato ha sottoscritto il contratto con il concessionario. Un contratto che prevede un tasso di profitto netto per Strada dei Parchi vicino al 10%, il più alto rendimento d'Italia. La situazione è nota da anni, chi la cavalca oggi scopre l'acqua calda e lo fa per meri fini propagandistici. Il M5S alla guida della Regione, grazie all'asse diretto con il Governo, lavorerà per tutelare i cittadini dalle logiche che hanno ridotto la nostra autostrada e la regione in queste drammatiche condizioni».
GIOVANNI LEGNINI: «Dobbiamo essere grati ai sindaci che stanno facendo una battaglia importante. Noi dobbiamo essere al loro fianco. Abbiamo un'importante infrastruttura, l'autostrada, che secondo il ministro Toninelli non corrisponde agli standard di sicurezza. La concessionaria ha risposto che non ci sono rischi, ma occorre che ci sia la messa in sicurezza dal punto di vista sismico. È un'operazione che bisogna fare, ma bisogna che ci siano investimenti che sarebbero in grado anche di creare posti di lavoro. Il pedaggio è insopportabile. Le concessioni autostradali si basano su alcuni elementi: se il concessionario fa degli investimenti ha il diritto di recuperarli. Come? O con i soldi pubblici o con le tariffe. Non c'è altro modo. Se non si vuole che aumentino i pedaggi bisogna attingere alle risorse pubbliche. Peraltro, sulle autostrade abruzzesi transitano automobilisti da ogni parte d'Italia. Proprio in virtù del fatto che è un'opera strategica, ritengo maldestro quel tentativo di far gravare le spese per le opere necessarie sui cittadini che vi transitano. Quindi o il governo stanzia risorse pubbliche e in questo modo la tariffa si può bloccare, o ridurre, oppure non si possono raccontare storie perché la tariffa è destinata ad aumentare e non deve aumentare. Io non ho dubbi: bisogna trovare risorse nel bilancio Statale».
MARCO MARSILIO: il candidato presidente del centrodestra aveva presentato un emendamento al Bilancio per bloccare gli aumenti, utilizzando le stesse risorse (il canone che il concessionario versa all'Anas) che negli scorsi anni erano state impegnate per la messa in sicurezza. «La bocciatura di questo emendamento da parte del governo, nonostante fosse tra quelli messi in evidenza, non ferma la mia azione in difesa di tutti gli automobilisti che percorrono le autostrade abruzzesi, soprattutto i pendolari. L'obiettivo è trovare una soluzione valida che fermi gli aumenti in attesa che Cipe e ministro Toninelli approvino il nuovo piano finanziario».FABRIZIO DI STEFANO: «L'aumento del pedaggio autostradale è un problema che si trascina dal governo Gentiloni. Né quel governo né tantomeno l'attuale, nonostante i proclami di Toninelli, hanno fatto nulla per risolverlo. Come sempre accade nelle varie gestioni italiane, ci si accorge del problema quando ormai è troppo tardi. A farne le spese sono i cittadini abruzzesi. Troppo facile puntare il dito contro il gestore che da tempo segnala la necessità di intervenire. L'aumento del pedaggio autostradale sarà un danno incalcolabile per l'economia abruzzese, che avrà effetti negativi soprattutto per quanto concerne il trasporto dei lavoratori pendolari e sul trasporto merci. Il governo nazionale è ancora in tempo per poter intervenire, così come il governo regionale dovrebbe far sentire chiara e forte la propria voce per il sacrosanto diritto degli abruzzesi a non vedersi ulteriormente danneggiati».