L'AQUILA - Mancano pochi giorni all’arrivo del nuovo anno, e con esso anche all’aumento dei pedaggi per chi percorre le autostrade A24 e A25.
L'incremento del 12,89 per cento dei pedaggi, entrato in vigore il primo gennaio 2018, ha fatto scattare la protesta dei sindaci e degli amministratori della due regioni interessate, Lazio e Abruzzo, e dopo numerosi sit-in, incontri a più livelli e una petizione online lanciata da Enzo Di Natale, che in poche settimane ha superato 100 mila firme, i primi cittadini si sono rivolti al legale Enrico Michetti per una richiesta ufficiale di accesso agli atti, accolta solo parzialmente dal Ministero.
Tuttavia, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova e il conseguente dibattito sulla sicurezza delle autostrade italiane, con particolare attenzione a ponti e viadotti delle A24 e A25, Toninelli ha deciso di togliere il segreto di Stato dalle concessioni e rivedere l’intero sistema, una delle richieste dei sindaci disattese, fino a quel momento, dal Governo.
A seguito della mobilitazione, però, Sdp ha bloccato l'aumento fino a dicembre 2018, ma il problema tornerà prepotentemente con il 2019.
Bisogna ricordare, infine, che sarà affrontata e discussa nell' udienza del prossimo 19 dicembre davanti al Tar del Lazio la richiesta della concessionaria Strada dei Parchi, tesa a chiarire se i viadotti delle autostrade A24 e A25 sono sicuri, come sostiene la società, oppure no, come dichiarato più volte dal ministero per le Infrastrutture e Trasporti che, attraverso il ministro Danilo Toninelli e gli stessi tecnici, dopo la tragedia di Genova, hanno spesso lanciato l'allarme.
Sdp ha chiesto la nomina di un perito o un collegio peritale del Tribunale Amministrativo che accerti lo stato di sicurezza dei viadotti: i giudici amministrativi avevano bocciato l'istanza dell'urgenza, fissando l'udienza nel merito, comunque in un tempo stretto.
Il candidato presidente alla Regione Abruzzo per il centrodestra, Marco Marsilio, ex senatore di Fratelli d'Italia, ha presentato nei giorni scorsi un emendamento al Bilancio per bloccare gli aumenti dei pedaggi sull'Autostrada dei parchi, utilizzando le stesse risorse, il canone che il concessionario versa all'Anas, che negli anni passati sono state impegnate per la messa in sicurezza.
"La bocciatura di questo emendamento da parte del Governo, nonostante fosse tra quelli messi in evidenza, non ferma la mia azione in difesa di tutti gli automobilisti che percorrono le autostrade abruzzesi, soprattutto i pendolari. Non è possibile infatti che tra pochi giorni questi siano costretti a un aumento che raggiunge il 15 per cento", ha spiegato Marsilio.
"L’obiettivo è quello di trovare una soluzione valida che fermi gli aumenti in attesa che il Cipe e il ministro Danilo Toninelli approvino il nuovo piano finanziario. Ci sono ancora 5 giorni per accogliere le istanze che provengono dall’intero territorio abruzzese - ha concluso il candidato presidente - lavoreremo per trovare una proposta valida che non colpisca le tasche degli abruzzesi".
Sulla questione è intervenuto anche il candidato presidente per le Civiche alle prossime elezioni regionali del 10 febbraio, l'ex parlamentare Fabrizio Di Stefano: "L'aumento del pedaggio autostradale è un problema che si trascina dal vecchio governo Gentiloni. Nè quel governo nè tantomeno l'attuale, nonostante i proclami di Toninelli, hanno fatto nulla per risolverlo. Come sempre accade nelle varie gestioni italiane, ci si accorge del problema quando ormai è troppo tardi. A farne le spese sono i cittadini abruzzesi che ne usufruiscono, troppo facile puntare il dito contro il gestore che da tempo segnala la necessità di intervenire. Ancora una volta i collegamenti tra l'Abruzzo e Roma sono messi in difficoltà".
"Il problema dello spostamento del terminal bus dal piazzale Tiburtina, non è stato assolutamente risolto nonostante quello che continuano a sbandierare la Raggi e i Cinque Stelle. Per tale motivazione oggi ci troviamo con l'ennesima stangata annunciata da tempo. L'aumento del quasi 20% del pedaggio autostradale sarà un danno incalcolabile per l'economia abruzzese, che avrà effetti negativi soprattutto per quanto concerne il trasporto dei lavoratori pendolari - che ogni giorno si recano nella capitale - e sul trasporto merci", ha proseguito Di Stefano.
"Il governo è ancora in tempo per poter intervenire nelle scadenze nazionali, così come il governo regionale dovrebbe far sentire chiara e forte la propria voce per un sacrosanto diritto degli abruzzesi a non vedersi ulteriormente danneggiati. Ancora una volta questo Abruzzo dimostra di contare nulla a Roma", ha concluso l'ex parlamentare.