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Data: 27/12/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Flat tax solo per le partite Iva, la convenienza arriva al 30%

ROMA La Flat tax è stata uno dei capisaldi della campagna elettorale della Lega. Ma per il momento il progetto è stato rimandato a data da destinarsi. In compenso, il governo giallo-verde ha optato per un ampliamento del regime forfettario e di quello dei minimi: nulla a che vedere con la vera Flat tax, che prevede un'aliquota unica sui redditi di imprese e famiglie. Ma comunque un primo passo per ridurre le imposte, a cominciare dalle partite Iva. Nel dettaglio, la manovra ha ridotto al 15% il prelievo forfettario per le partite con redditi inferiori a 65 mila euro. Mentre al di sopra di questa cifra e fino a 100 mila euro l'aliquota sale al 20%. I beneficiari dovrebbero essere 1,5 milioni, considerato che il prelievo del 15% attualmente viene applicato a oltre 800mila partite Iva che hanno ricavi da 25mila a 50mila euro a seconda della categoria di attività esercitata. La norma, tra l'altro, prevede anche l'eliminazione dei paletti attualmente previsti per le spese per il personale (5mila euro), i beni strumentali (20mila euro) e i redditi di lavoro dipendente o assimilati (30mila euro). E inoltre, negli ultimi giorni prima dell'approdo in Parlamento per il voto il testo è stato depurato di una delle limitazioni che rendevano più difficile l'accesso al regime: il possesso di quote in Srl e imprese familiari.
LE QUOTE
Alla fine di lunghi ragionamenti tecnici, il governo ha stabilito che le quote in società di persone, associazioni e imprese professionali restano incompatibili con il forfait, mentre le quote in Srl e associazioni in partecipazione fanno da ostacolo solo se sono di controllo e riguardano strutture che svolgono attività riconducibili a quella su cui si applica il forfettario. Occorre ricordare che il via libera alla nuova Flat tax è subordinato all'ok di Bruxelles in quanto l'imposta, appunto, è associata al regime Iva che dipende dalla giurisdizione Ue. La Commissione, in particolare, dovrà stabilire se l'operazione è compatibile con le norme in materia di imposta sul valore aggiunto. Secondo quanto filtra da ambienti della maggioranza, in ogni caso, non dovrebbero esserci problemi in quanto il dossier è già stato affrontato nelle scorse settimane nel corso del difficile negoziato sulla legge di Bilancio e sul deficit italiano. Ad ogni modo, per evitare abusi, il governo ha introdotto alcuni accorgimenti. Non potrà aderire al regime semplificato chi svolge l'attività autonoma o d'impresa nei confronti del proprio datore di lavoro o di un soggetto ad esso riconducibile, anche indirettamente (e lo stesso vale per l'ex datore di lavoro nei due anni precedenti). Così, ad esempio, un contribuente con un reddito di 35 mila euro potrà entrare nel forfait a patto di non ricavare la maggior parte dei proventi del proprio secondo lavoro dallo stesso datore per cui è assunto (o da una sua controllata). Lo stesso vale per l'artigiano che paga 12mila euro a un collaboratore saltuario e ha ricavi per 60mila euro.
CORSIA PREFERENZIALE
In ogni caso, per evitare problemi di accesso, la manovra offrirà una corsia preferenziale a chi attualmente è ricompreso nel forfait: non dovrà fare alcuna domanda e dal prossimo anno le sue tasse saranno calcolate secondo le nuove regole. Anche chi già nel forfait, ma quest'anno supera i requisiti ad esempio arrivando ad esempio a 30 mila euro di beni strumentali non dovrà fare alcun passaggio formale presso l'Agenzia delle Entrate. Secondo le simulazioni realizzate da Eutekne.info le partite Iva, con la nuova flat tax, guadagneranno oltre il 30% in più rispetto ad un lavoratore dipendente.A parità di retribuzione lorda, si allungherà la distanza tra lo stipendio netto di un autonomo (il nuovo regime è «estremamente conveniente per tutti coloro che dichiarano una retribuzione compresa tra 35 mila e 80 mila euro») e quello di un lavoratore dipendente. Chi sceglie di lavorare aprendo una partita Iva, infatti, secondo i calcoli di Eutekne, potrà contare a fine mese su una busta paga superiore di oltre il 30% rispetto a un dipendente. Risparmi, anche se in misura più ridotta, riguarderanno anche le fasce di reddito lorde comprese tra 15 mila e 35 mila e tra 80 mila a 100 mila. Nel caso di una retribuzione lorda annua di 20 mila euro, ad esempio, un autonomo prenderebbe il 9,75% in più rispetto ad un dipendente mentre a 30 mila passerebbe al 19,35%.

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