ROMA Mancano ancora tutte le firme all’accordo tra Strada dei Parchi, la concessionaria delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25, il Ministero dei Trasporti e l’Anas. Ma l’incontro di ieri al Mit, a quanto pare, ha messo le basi necessarie per l’intesa che porta dritto al congelamento di quel 19% di rincaro dei pedaggi che rischia di costare davvero caro per le tasche degli automobilisti dal primo gennaio. Dopo il passaggio necessario anche con l’Anas, che riceve 56 milioni all’anno da Autostrda dei Parchi e che si troverebbe a fare la sua parte nell’accordo, il Ministero dovrà mettere agli atti tutti i dettagli in un decreto alla firma nelle prossime ore, visti i tempi stretti dei rincari alle porte. Un passaggio necessario, questo, per traghettare l’Autostrada dei Parchi, che collega Roma a Pescara e Teramo passando per l’Aquila, verso un nuovo sistema di tariffe regolate, fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, non più a Rab (quindi in base agli investimenti programmati) ma con un sistema price-cap più vicino a quello già utilizzato per esempio da Aspi (legato per il 70% all’inflazione reale e per il resto agli investimenti aggiuntivi realizzati) macon qualche correttivo.
IL CAMBIO DI CONTRATTO Il duro braccio di ferro sull’A24-A25 riguarda il doppio aumento delle tariffe sul tavolo: si tratta del 5,6% previsto secondo il contratto dal primo gennaio prossimo, al quale va aggiunto il 12,8%, scattato ad inizio 2018, congelato per volontà di Strada dei Parchi per tre mesi dall’ottobre scorso fino al 31 dicembre. Intorno al tavolo si sono seduti ieri anche i tecnici dell’Anas e per il Mit il capo di gabinetto. dopo le sollecitazioni a intervenire arrivate dalla protesta dei sindaci che hanno annunciato una nuova manifestazione il 31 dicembre alle 9 nel casello dell’Aquila ovest.Da una parte, il Ministero ha chiesto a Strada dei Parchi di rinunciare ad sostanziosa quota di aumento. Dall’altra, la società del gruppo Toto si è detta disposta al passo indietro, a patto di rivedere nello stesso tempo l’assegno da saldare all’Anasmaanche di sottoscrivere un’intesa ufficiale sul pregresso e promuovere un incontro congiunto con l’Ue per sbloccare il piano economico finanziario che prevede il mega progetto di messa in sicurezza delle due autostrade ritenute strategiche in caso di calamità naturali. I vertici del ministero devono, però, fare i conti, a quanto pare, anche con la presa di posizione del capo di gabinetto del Ministero dell’Interno che a nome dei prefetti abruzzesi e laziali coinvolti ha chiesto informazioni ufficiali sulla messa in sicurezza per poi avere gli elementi per interventi in caso di emergenza.
LE PROTESTE Da parte sua, il governo ha promesso di adoperarsi in ogni modo per «la sterilizzare più ampia possibile della dinamica dei pedaggi». Un’operazione da realizzare, ha spiegato nei gorni scorsi il ministero, «soprattutto in relazione a concessioni che sono sottoposte a procedure amministrative o con Pef scaduti, in attesa che entrino pienamente in vigore il nuovo assetto normativo e le prerogative rafforzate dell’Autorità di regolazione dei trasporti circa la dinamica delle tariffe». Il nodo più difficile da sciogliere riguarda, però, le autostrade laziali e abruzzesi, Ieri il ministro Toninelli ha anche chiesto con forza ai sindaci dei territori di collaborare invece di protestare. «Mentre il Governo sta lavorando per sterilizzare gli aumenti dei pedaggi autostradali di inizio anno, è singolare assistere alle proteste dei sindaci di quei partiti che negli anni passati, hanno consentito che i concessionari mettessero le mani nelle tasche degli italiani e hanno blindato quei contratti-regalo in favore dei prenditori di Stato». Poi, in serata, al termine della riunione al Mit, il vicepresidente della società Strada dei Parchi Mauro Fabris ha alimentato un certo ottimismo sull’intesa: «Abbiamo dato ampia disponibilità rispetto alle cose che ci sono state chieste, compresa la questione tariffaria ». Già oggi, o in ogni caso entro il 31 dicembre, lo stesso Toninelli potrebbe quindi firmare il decreto che scongiura gli aumenti non solo per l’Autostrada dei Parchi, che da anni registra aumenti doppia cifra, ma anche per le società della famiglia Gavio, per Autostrade per l’Italia (in questo caso l’aumento atteso sarebbe dello 0,8%) e per tutti gli enti locali che hanno in concessione tratte sottoposte a pedaggio. Vedremo fin dove arriverà la nuova rotta del governo giallo- verde.