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Pescara, 23/11/2024
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28/12/2018
Il Centro
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A24 A25, fumata nera. Gli aumenti restano. Strada dei Parchi chiede di sospenderli, ma l'accordo non c'è. E in campo scendono anche i Tir. Fita Cna e Confesercenti: «Una tassa-stangata che va fermata» |
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ROMA Otto ore di trattativa serrata al Mit non sono bastate a sospendere gli aumenti del 18,48 per cento dei pedaggi dell'A24 e A25 che dovrebbero scattare dal primo gennaio. La fumata nera è arrivata in serata dopo che la società concessionaria Strada Parchi si era resa ancora una volta disponibile al blocco degli aumenti. L'accordo con il ministro, Danilo Toninelli, sembrava raggiunto ma all'appello mancava l'Anas, il terzo portatore di interesse vigilato dal Mit, al quale quest'ultimo, attraverso il capo di gabinetto, Gino Scaccia, avrebbe dovuto inviare il via libera ad "abbonare" a Strada dei Parchi la quota di 56 milioni, provento dei pedaggi, che la società versa ogni anno. In sintesi: un atto di intesa basato sull'utilizzo della rata Anas per bloccare gli aumenti. Ma la mail di Scaccia non è ancora partita. ASPETTATIVE ENORMI. Erano alte le aspettative riposte nella riunione e andate deluse, a meno che oggi non ci sia un cambio di scenario dato per probabile. Una giornata quella di ieri durante la quale sembravano giungere segnali di distensione, tanto da far pensare che si sarebbe potuti arrivare a una soluzione positiva. Ma alla fine è toccato al vicepresidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris, ridimensionare le aspettative: «Siamo stati convocati, ci siamo confrontati e abbiamo dato ampia disponibilità rispetto alle cose che ci sono state chieste, compresa la questione tariffaria», ha detto il rappresentante del concessionario delle autostrade A24 e A25. «Ora aspettiamo una risposta formale da parte del ministro». SPERANZE PER ORA DELUSE. Ma cosa è accaduto? Nel primo pomeriggio erano circolate voci secondo le quali era stata trovata una soluzione che avrebbe consentito di scongiurare i rincari fino all'approvazione del nuovo Piano economico-finanziario. Da quanto si è appreso, il ministro Toninelli aveva chiesto ai rappresentanti di Strada dei Parchi di rinunciare ai rincari, pur riconoscendone il diritto. Una rinuncia garantita da una parte dall'impegno ad approvare il Pef entro aprile e, dall'altra, dalla volontà da parte di Anas di trasferire nel tempo (tre, quattro mesi) l'incasso delle rate da recuperare attraverso il nuovo Piano finanziario quando questo sarà approvato.Una soluzione che accontentava le diverse parti in causa: Strada dei Parchi, che si sarebbe vista riconoscere gli aumenti all'interno del nuovo Pef, con una sorta di meccanismo compensatorio; gli automobilisti perché almeno fino ad aprile non sarebbero stati costretti a pagare cifre spropositate per transitare in autostrada; il ministero che avrebbe avuto più tempo per esaminare il Pef. LA LETTERA MANCANTE. L'accordo di massima, che avrebbe scongiurato l'aumento sembrava essere a portata di mano. A mancare è stata, da quanto si è appreso, la richiesta da parte del Mit all'Anas, che per dare l'assenso dovrebbe riunire il cda e dire sì a utilizzare la rata per "sterilizzare" gli aumenti. MA NON TUTTO È PERDUTO. La mail, comunque, potrebbe anche arrivare oggi. Da quanto è emerso Anas non sarebbe contraria a trovare una soluzione. E se la richiesta dovesse arrivare si potrebbe riunire il cda e deliberare. A quel punto anche il ministro Toninelli potrebbe subito firmare il decreto. IL NUOVO PIANO. Va sottolineato, comunque, che si tratta di una soluzione-tampone in attesa dell'approvazione del nuovo Pef. Ed è proprio all'interno del nuovo Piano che dovrebbero trovare soddisfazione le aspettative economiche di Strada dei Parchi, disposta a congelare gli aumenti in virtù del meccanismo compensatorio. Va da sé che se questa circostanza non dovesse concretizzarsi, gli aumenti tornerebbero in vigore rincarati. Al 12,89% scattato a gennaio 2018 e sospeso a ottobre, si aggiungerebbe quello del 5,59%, che dovrebbe entrare in vigore tra quattro giorni. Totale, 18,48% in più: un salasso non trascurabile (vedi la tabella). MANIFESTI A LUTTO. In questo tira e molla i sindaci confermano la manifestazione al casello dell'Aquila Ovest della A24 in programma alle 9 del 31 dicembre. E sul profilo facebook dei sindaci Settimio Santilli (Celano), Enzo Di Natale (Aielli), Velia Nazzarro (Carsoli), Annamaria Casini (Sulmona), Marianna Scoccia (Prezza) e di un altro centinaio di amministratori, compare un manifesto a lutto nel quale si legge di «Territori laziali e abruzzesi, brutalmente assassinati». Il primo dell'anno è in programma anche una protesta con le auto a velocità di "lumaca" sulle autostrade. IL MINISTRO. «Mentre il Governo sta lavorando per sterilizzare gli aumenti dei pedaggi autostradali di inizio anno, è singolare assistere alle proteste dei sindaci di quei partiti che negli anni passati, mentre guidavano l'esecutivo, hanno consentito che i concessionari mettessero le mani nelle tasche degli italiani e hanno blindato quei contratti-regalo in favore dei prenditori di Stato», così diceva in una nota il ministro Toninelli che, peraltro, ha rischiato di raffreddare la trattativa in corso. «Si dimettessero se si vergognano di quanto hanno fatto i loro capi politici. Se la prendano con loro. Ora è facile, da sindaci, fare la parte dei difensori dei cittadini. Ma dove erano, in quale piazza, sotto quale Ministero quando i loro leader legavano le mani allo Stato e lasciavano gli utenti delle autostrade in balia dei gestori? Il Governo del cambiamento», concludeva il ministro, «sta invertendo i rapporti di forza. Lo Stato torna a fare lo Stato».
E in campo scendono anche i Tir. Fita Cna e Confesercenti: «Una tassa-stangata che va fermata»
PESCARA «Scongiurare l'ennesima stangata a carico di autotrasportati e pendolari di A24 e A25». È la parola d'ordine lanciata da Cna Fita Abruzzo, l'associazione delle imprese dell'autotrasporto da anni in prima fila nella battaglia contro i periodici aumenti dei pedaggi lungo le tratte autostradali da e per Roma, gestite da Strada dei Parchi SpA. Le imprese del trasporto aderenti Cna, mentre confermano la propria adesione alla mobilitazione generale promossa dai sindaci di Lazio e Abruzzo per il 31 dicembre prossimo, denunciano «l'ennesimo balletto di responsabilità e lo scaricabarile in atto tra ministero dei Trasporti e concessionario: in assenza di decisioni da prendere in queste ore, il nuovo anno porterà sotto l'albero di Natale un nuovo salasso ai caselli, calcolato in circa il 18% in più rispetto all'ultimo trimestre del 2018». In un contesto segnato dalla crisi economica, dai terremoti e dalle avversità atmosferiche degli anni passati, «oltretutto in presenza di serie problematiche relative alla sicurezza delle due autostrade» aggiunge l'associazione presieduta da Gianluca Carota, «l'ineluttabile aumento dei pedaggi rischia di suonare come una beffa ulteriore verso la grande massa degli utenti. Motivo, questo, per cui non abbasseremo la mobilitazione della categoria».Sulla questione dei pedaggi interviene anche Daniele Erasmi, presidente di Confesercenti Abruzzo. «Questo ennesimo ingiustificato aumento del pedaggio autostradale rischia di trasformarsi in un deciso aumento dei prezzi dei beni di largo consumo nei negozi abruzzesi. Una tassa occulta che le istituzioni hanno il dovere di fermare. Nel medio periodo il rischio è quello di tagliare l'Abruzzo dalle rotte fra Adriatico e Tirreno a vantaggio delle Marche e della Puglia, mentre nel breve periodo l'aumento dei prezzi finali dei beni che viaggiano lungo le autostrade interessate da questi aumenti shock è un rischio assolutamente concreto».
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