L'AQUILA Con il via libera alla candidatura di Marco Marsilio (Fratelli d'Italia) per il centrodestra, si è praticamente composto il quadro delle prossime regionali del 10 febbraio. Resta un solo nodo da sciogliere: cosa farà Fabrizio Di Stefano? Questi, per l'ex parlamentare Pdl, poi Forza Italia, sono giorni di riflessione. E' indubbio che Marsilio vorrebbe evitare sanguinose spaccature che complicherebbero ulteriormente una campagna elettorale già fortemente viziata dal ritardo con cui si è arrivati alla definizione della sua candidatura. Ecco perché, seppur con la necessaria cautela, è partito il pressing su Di Stefano. Il quale ieri ha riunito staff, collaboratori e referenti per valutare a che punto è la raccolta delle firme. Oggi sarà sul territorio, per una serie di consultazioni. Ed è plausibile che solo alla luce di questo giro possa decidere il da farsi.
Resta in piedi l'ipotesi della corsa in solitaria alla presidenza, annunciata ufficialmente il 12 novembre scorso; ma non sono da escludere, al momento, né la possibilità di un ritiro né quella di un'alleanza in extremis con il centrodestra, sebbene quest'ultima sia tutta da costruire, non senza difficoltà. Sembra tramontata, invece, l'idea di un clamoroso salto della barricata verso Giovanni Legnini, evenienza che negli ambienti bene informati non è mai stata scartata a priori visto che tra i due sussistono rapporti di reciproca stima. E' plausibile che entro le prossime 36-48 ore si saprà se questo tassello farà parte o meno del complesso mosaico di un centrodestra che dopo tante fibrillazioni cerca la necessaria compattezza.
Nel frattempo ieri si è sciolto un altro nodo: Maurizio Di Nicola, referente di Centro democratico, tra i più vicini a D'Alfonso nella scorsa legislatura (da cui ha avuto anche la delega consiliare ai Trasporti), ha annunciato che scenderà in campo a sostegno di Giovanni Legnini.
MARGINE
Lo ha fatto a margine di una conferenza stampa convocata per presentare la costituzione del gruppo aquilano di +Europa, dopo l'esperienza già maturata alle scorse Politiche. «Non posso che mettermi in campo a sostegno della proposta politica di Giovanni Legnini ha detto Di Nicola -. Siamo di fronte all'incapacità politica del Movimento Cinque stelle e a un centrodestra che ha deciso di investire sulla ripartenza con una persona che in Abruzzo viene a farci le vacanze. Non ho in animo di affidare questa Regione a chi la usa come una dependance di Roma per fare le vacanze». Sul tema-discontinuità Di Nicola ha detto che «i cittadini lo chiedono», ma ha anche rivendicato alcune cose in continuità: in particolare l'assestamento dei conti visto che si partiva dal famigerato rendiconto 2013 «che era scritto male a tal punto da aver costretto l'amministrazione a un loop istituzionale: non c'era altra Regione con un bilancio così indietro». «Serve assoluta discontinuità, invece ha concluso nel modo di rapportarsi alla comunità, ricostruendo anche il linguaggio di confronto, cose concrete e capacità di ascolto».
Accanto a lui c'erano il sindaco di Pescina Stefano Iulianella, la consigliera comunale dell'Aquila Elisabetta Vicini, Paola Federici e Giuliano Di Nicola. Gli obiettivi sono alti: raccogliere l'eredità culturale e politica lasciata da Ignazio Silone e dal cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, pescinesi, soprattutto come antesignani di un'Europa unita e solidale. E poi «più serietà nella comunicazione, non siamo maniaci di selfie e magliette con i gagliardetti. Nessun sogno, tanta responsabilità; non un'Europa cerbera che vuole punire, ma fonte di crescita e sviluppo, con bilancio, fiscalità, esercito e istruzione unici». «Più sanità», come ha detto Di Nicola sui temi locali proponendo due Asl regionali, una costiera e l'altra interna. Una ricetta per restituire all'Italia e alla Regione «dignità alla luce di un momento triste per la rappresentanza politica del Paese» come ha sintetizzato al Vicini. Oggi, intanto, comincia (forse) la maratona consiliare per approvare il bilancio. Febbo e Sospiri (Forza Italia), hanno già detto che si tratta di «un documento ordinario e insipido, dove mancano strategia di sviluppo e visione delle reali problematiche».