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Pescara, 24/07/2024
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Data: 30/12/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Autostrade, appello ad Anas e ministro contro il caro pedaggi

L'AQUILA Nonostante l'ottimismo che filtra da Roma sulla possibilità che gli aumenti dei pedaggi autostradali, previsti dal 1 gennaio, vengano congelati, a ieri ancora non c'era alcun atto ufficiale a sancirlo. Resta in piedi, almeno per quanto riguarda Strada dei Parchi, la società che gestisce A24 e A25, il curioso blocco imposto da Anas, che per congelare fino al 2028 il pagamento di due canoni che annualmente riceve da SdP (112 milioni di euro in totale), soldi utilizzabili per evitare i rincari, chiede un ulteriore interesse del 6,5%, giudicato altissimo. In ogni caso i decreti interministeriali di fine anno saranno firmati domani, così come domani potrebbe tenersi l'atteso Cda di Anas che potrebbe sbloccare la situazione. Almeno questa è la speranza.
AGENZIE
Le agenzie di stampa ieri hanno battuto alcuni lanci secondo cui «si va verso una sterilizzazione degli aumenti dei pedaggi su una gran parte della rete autostradale», citando fonti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che evidenziano come si respiri «aria di ottimismo per una sterilizzazione ormai giudicata certa degli aumenti delle tariffe su gran parte della rete autostradale». In particolare, riferiscono le stesse fonti, «il blocco riguarderà anche Aspi e Strada dei Parchi (A24-A25)». Per alcune concessionarie, si osserva, «si arriverà invece a ritocchi minimi e i gestori hanno comunque assicurato che sarà d'ora in poi valutato in modo più puntuale (sul singolo anno anziché ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti».
A fronte di questo Strada dei Parchi, attraverso l'amministratore delegato Cesare Ramadori, ha inviato al ministro Tonelli una lettera-appello: «Come lei ben sa, negli ultimi giorni avevamo raggiunto, con il Suo determinante intervento, l'accordo con Anas SpA per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 che dobbiamo quale prezzo della concessione, in modo da poter utilizzare tali risorse, già accantonate e vincolate dalla nostra società, al fine di sterilizzare nei prossimi 3 mesi, come accaduto nel trimestre ottobre-dicembre 2018, gli aumenti dei pedaggi di A24 e A25 approvati dal Governo alla fine del 2017 e quelli previsti dalla convenzione vigente per il 2019. A tale accordo, raggiunto nella giornata di ieri (ieri l'altro, ndr), in base alle indicazioni che ci risulta il suo dicastero ha fornito ad Anas Spa, la stessa ha però aggiunto la pretesa di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112 milioni di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale, come peraltro dal Mit indicato. Tale esorbitante pretesa, che costerebbe alla collettività ulteriori 73 milioni di euro, contrasta con quanto accaduto nel 2017, quando con norma (legge 97/2017) il Parlamento ci autorizzò a differire il pagamento di altre 2 rate Anas di identico valore (112 milioni) per finanziare una parte degli interventi urgenti cosiddetti antiscalinamento, riconoscendo la sola applicazione di interessi in base al tasso legale».
FRUTTO
Ramadori dice che Strada dei Parchi ritiene tutto ciò «inaccettabile e frutto di un calcolo speculativo commendevole». «E questo prosegue la missiva - anche considerato lo sforzo che il suo Ministero e la nostra società stanno attuando, in attesa dell'approvazione del nuovo Pef come previsto dalla legge 228/2012, per non scaricare sugli utenti delle autostrade da noi gestite e sulle economie delle zone interessate, gravosi e ulteriori incrementi tariffari». «Per dimostrare la nostra totale disponibilità ad onorare gli impegni in tal senso concordati con il suo capo di gabinetto conclude la nota -, nella giornata di oggi (e cioè ieri, ndr) abbiamo trasmesso ad Anas e al Suo Ministero tramite posta certificata, i testi da noi già firmati di tali accordi in cui ci impegniamo a non applicare alcun aumento dei pedaggi su A24 e A25 sino al 31 marzo prossimo rispetto alle tariffe attualmente applicate. Pertanto, Le chiediamo di intervenire, nelle poche ore che ci separano dalla entrata in vigore delle tariffe 2019, per risolvere la questione, anche in considerazione del ruolo di vigilante che il Mit esercita nei confronti di Anas Spa».

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