ROMA Rimane da sciogliere il nodo dell'Anas, come anticipato dal Messaggero. per sbloccare il congelamento delle tariffe anche per l'A24-A25. le autostrade laziali e abruzzesi che collegano Roma a Pescara e Teramo passando per l'Aquila. E non sarà facile trovare in poche ore in un clima pre-festivo l'escamotage normativo per superare l'impasse tra Anas e Strada dei Parchi. Ma la buona notizia è che il ministero delle Infrastrutture ha rinforzato ieri la sua promessa: ci sarà il congelamento atteso sui rituali aumenti dei pedaggi di inizio anno. O almeno ci sarà per la gran parte della rete, a partire dall'Austrada dei Parchi A24-A25, che rischia un rincaro del 19%, e per Autostrade per l'Italia, che invece stimava aumenti dello 0,8%. Del resto, sono state proprio fonti del Mit a sottolineare ieri l'«aria di ottimismo per una sterilizzazione ormai giudicata certa degli aumenti delle tariffe su gran parte della rete autostradale», tra cui l'autostrada tra Lazio e Abruzzo. Mentre per alcune concessionarie si arriverà invece a ritocchi minimi, con i gestori che hanno assicurato come sarà d'ora in poi valutato in modo più puntuale (sul singolo anno anziché ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti. La nuova promessa fa dunque ben sperare per gli automobilisti. Ma in realtà l'ufficialità del decreto ancora non c'è. E non è un caso. Il motivo per cui il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, nonostante tanto «ottimismo», non ha ancora firmato il decreto annuale di rito è che, dopo l'incontro promettente di mercoledì tra la società della famiglia Toto, Strada dei Parchi e il Ministero che sembrava aver spianato la strada al congelamento degli aumenti 2019, è mancata la ratifica dell'accordo da parte dell'Anas, l'ente controllato dal Mit e che incassa (unica eccezione rispetto alle altre che versano al Mit) la concessione da Strada dei Parchi.
LO SCONTRO
Venerdì scorso l'Anas, nonostante l'invito del ministro a sottoscrivere l'accordo, ha puntato i piedi fissando le sue condizioni visto che l'accordo in questione prevedeva che l'ente accettasse di posticipare l'incasso di due anni di rate al 2028, a fronte dello stop agli aumenti. Se non fosse che la condizione imposta dall'Anas, cioè il pagamento di un tasso salatissimo di interesse a fronte del rinvio, è di quelle ritenute «inaccettabili» e «frutto di un calcolo speculativo» da Strada dei Parchi.
Ecco perchè ieri la società del gruppo Toto si è appellata a Toninelli, con tanto di lettera, perchè «eviti che Anas faccia ricadere sugli utenti dell'A24-A25 il costo di ulteriori 73 milioni di euro relativi agli interessi sulle due rate del canone di concessione, che devono essere sospese per consentire la sterilizzazione delle tariffe ed evitare l'aumento dal 1 gennaio».
Nella lettera l'ad Cesare Ramadori richiama l'accordo raggiunto negli ultimi giorni con l'Anas, grazie al «determinante» intervento del Mit, «per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 come prezzo della concessione, in modo da poter utilizzare tali risorse, già accantonate e vincolate dalla nostra società, al fine di «sterilizzare» nei prossimi 3 mesi, come accaduto nel trimestre ottobre-dicembre 2018, gli aumenti dei pedaggi approvati dal governo a fine 2017 e quelli previsti dalla Convenzione per il 2019» (in tutto il 19%). Ma Anas «pretende» di applicare un interesse del 6% sui 112 milioni da posticipare. «Una pretesa esorbitante che costerebbe alla collettività ulteriori 73 milioni e che contrasta con quanto accaduto nel 2017, quando sul differimento di 2 rate fu applicato l'interesse legale (oggi lo 0,8%)». Dunque Sdp è pronta a bloccare gli aumenti. Ma a condizioni diverse.