ROMA La motivazione politica degli interventi previdenziali della manovra è chiaro: se non smontare la legge Fornero (operazione che nemmeno l'attuale maggioranza si può permettere) quanto meno venire incontro alle esigenza di una parte dei lavoratori che nel corso degli anni hanno dovuto rinviare l'accesso alla pensione a causa delle severe regole introdotte nel 2011. Ma c'è anche un altro obiettivo dichiarato dal governo, che si connette con la volontà di rilanciare l'economia: fare in modo che all'uscita dal mondo lavorativo di alcune centinaia di migliaia di persone corrisponda l'ingresso di almeno altrettanti giovani. Obiettivo tutt'altro che scontato, come hanno messo in rilievo anche Confindustria e altri rappresentanti del mondo imprenditoriale: per fare in modo che sia quanto meno avvicinato, se non centrato, il governo mette in campo un paio di altre misure. La prima, già definita, riguarda i cosiddetti fondi di solidarietà bilaterali, costituiti da associazioni di impresa e sindacati proprio con lo scopo di fornire prestazioni di sostegno aggiuntive ai lavoratori, nei vari settori. Nel testo del decreto in arrivo entro metà gennaio viene stabilito che questi enti potranno erogare «un assegno straordinario per il sostegno al reddito» a beneficio di lavoratori che nei tre anni successivi raggiungano gli specifici requisiti per l'uscita con Quota 100. Si tratta dunque - in concreto - della possibilità di anticipare di ulteriori tre anni la nuova uscita anticipata per la quale saranno richiesti congiuntamente due requisiti: 62 anni di età e 38 di contributi. In particolare per molte fasce di potenziali interessati risulta impegnativo il vincolo dei 38 anni, in assenza di una carriera lavorativa continua come quella garantita ai dipendenti pubblici; ma anche il requisito di età può essere non a portata di mano nel caso dei lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato in età molto giovane. Questa opzione però potrà essere concretamente sfruttata solo in presenza di accordi aziendali o territoriali nel quale venga stabilito il numero di lavoratori da assumere in sostituzione di quelli che accedono alla prestazione. Dunque in questo caso la finalità di incrementare l'occupazione giovanile verrebbe pienamente realizzata, sempre naturalmente che le aziende siano interessate ad un esito del genere.
LE VALUTAZIONI
I tre anni di scivolo verso Quota 100 potrebbero sulla carta allargare in modo non trascurabile la platea dei beneficiari del nuovo canale di uscita anticipata, anche se il governo per ora non ha fatto valutazioni precise sui numeri aggiuntivi che si potrebbero generare. Quel che è certo è che la novità non avrà costi per i bilanci dello Stato, dovendo essere finanziata dalle parti sociali ed in particolare dalle imprese stesse. Un meccanismo in qualche modo analogo, anche se più specifico, a quello della cosiddetta Isopensione oggi utilizzata soprattutto da aziende molto grandi per accompagnare operazioni di esubero: in quel caso sono sempre di datori di lavoro ad assumersi il costo del sussidio - di importo analogo a quello della pensione teorica - per un periodo che può arrivare fino a sette anni.
IL RUOLO DI CDP
La seconda possibile misura di stimolo alle assunzioni è invece ancora da definire i dettagli: si parla di un fondo di rotazione che potrebbe essere attivato con la partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti con l'obiettivo specifico di dare incentivi alle imprese i cui lavoratori ricorrano a Quota 100 nella sua versione standard: l'obiettivo sarebbe sempre quello di aumentare la convenienza delle nuove assunzioni. Infine un effetto indiretto in favore dei giovani potrebbe giocarlo il divieto di cumulo, che impedirà alle imprese di continuare a utilizzare i neopensionati nella veste di consulenti.