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Pescara, 24/07/2024
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Data: 31/12/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
La manovra è legge. Moscovici: vigiliamo Lite per un post M5S. Reddito, ecco i nuovi paletti fuori un milione di famiglie

ROMA A un soffio dall'esercizio provvisorio (cioè dal freno alle spese pubbliche che sarebbe scattato se non fosse stata varata entro oggi) la Camera ha approvato con un voto finale la Legge di Bilancio, con 313 voti favorevoli e 70 contrari. Hanno votato no solo in deputati di Forza Italia e Fratelli d'Italia, perché Pd e LeU non hanno partecipato. La legge è stata firmata immediatamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e potrà così entrare in vigore dal primo gennaio.
La riscrittura delle ultime settimane ha consentito di evitare di fatto un commissariamento «di 5-7 anni» da parte dell'Unione Europea e ha fermato la corsa dello spread, sottolinea il ministro dell'Economia Giovanni Tria, ammettendo che raggiungere il traguardo è costato «grande fatica». E' una legge «scritta con il cuore», come dice Luigi Di Maio, e che, esulta il premier Giuseppe Conte, apre per l'Italia una «stagione di riscatto». Peraltro, aggiunge tenendosi largo Matteo Salvini, si rimettono «20 miliardi» nelle tasche degli italiani.
A frenare i festeggiamenti arriva però, a pochi minuti dal voto del Parlamento, il monito di Pierre Moscovici. il commissario europeo che vigila sui conti pubblici. «Bruxelles - ricorda Moscovici - vigilerà attentamente sulla esecuzione delle misure, adottate dopo momenti difficili».
LA PROCEDURA INCOMBEInsomma, lo spettro della procedura, ovvero di una pesante multa europea causata dall'aumento del debito, resta sempre dietro l'angolo. Anche perché ci sarà da fare i conti, come ammette Tria, con un contesto internazionale che «non si annuncia favorevole» e con impegni presi con Bruxelles non semplici da mantenere, dal maxipiano di privatizzazioni agli aumenti Iva da oltre 50 miliardi in due anni da sterilizzare.
E ancora prima saranno da concretizzare le promesse di bandiera di Lega e M5S, Quota 100 per le pensioni e Reddito di cittadinanza, ridimensionate nelle risorse.
Il via libera alla manovra arriva comunque dopo che in Parlamento, e fuori, si è visto di tutto. Camera e Senato di fatto - e per la prima volta nella storia della Repubblica - non hanno potuto esaminare una legge strategica figlia di una trattativa fra governo e Commissione Europea. Fuori dal Parlamento sono esplose le proteste di Ncc, e dei tassisti, che hanno paralizzato Roma. E poi sindacati sul piede di guerra per il nuovo raffreddamento delle pensioni. Pd in manifestazione fuori da Montecitorio e Forza Italia pronta a sua volta alla piazza in gilet azzurri. E poi in Aula urla, spintoni, faldoni per aria, offese, accuse reciproche. Scontri, sempre più accesi, tra gli ormai ex alleati Lega e Fi.
Da ultimo, qualche crepa è emersa anche nel gruppo parlamentare dei 5Stelle che ieri sera ha chiesto a 10 deputati di giustificare la loro assenza dal voto.

Reddito, ecco i nuovi paletti fuori un milione di famiglie

ROMA Nuovi paletti e, dunque, una platea di beneficiari più ristretta. Le norme sul reddito e le pensioni di cittadinanza che dovranno essere recepite in un decreto legge che il governo ha intenzione di adottare entro la metà di gennaio, iniziano a prendere forma. Il Messaggero ha potuto visionare una bozza del provvedimento e della relazione tecnica. E le novità non sono poche. A cominciare dalla platea dei beneficiari. I nuclei familiari che saranno coperti dalle due misure saranno 1,375 milioni, per una spesa a regime di 8,1 miliardi di euro. Nel primo anno, nel 2019, per la partenza ritardata ad aprile del Reddito, l'esborso per le casse dello Stato sarà inferiore, 6,11 miliardi di euro. Rispetto alle prime simulazioni effettuate dai tecnici del governo, la platea dei beneficiari si è ridotta di circa un milione di famiglie, passando da 2,267 milioni di nuclei a 1,375. Risultato, probabilmente, anche dei paletti incrociati che il governo ha deciso di stabilire per l'accesso al sussidio. L'articolo 2 della bozza di provvedimento, quello in cui sono indicati i requisiti per l'accesso sia al Reddito che alle pensioni di cittadinanza, spiega che per ottenere l'aiuto bisogna avere un Isee massimo di 9.360 euro. Non solo. Esclusa la prima casa, non si potrà possedere un patrimonio immobiliare superiore a 30 mila euro. Inoltre, non si potranno avere depositi in conto corrente o altri valori mobiliari come azioni o obbligazioni, oltre 6 mila euro. Questa soglia è aumentata di 2 mila euro per ogni componente ulteriore della famiglia fino ad un massimo di 10 mila euro. Se nel nucleo ci sono dei disabili, la somma può essere aumentata di altri 5 mila euro.
IL NUOVO PARAMETRO
Ma la vera novità è che oltre al reddito ai fini Isee, si terrà conto anche di un altro parametro: il reddito familiare, ossia le entrate monetarie della famiglia. Per chi percepisce il Reddito, questo parametro è fissato in 6 mila euro all'anno, incrementati del 40% (2.400 euro) per ogni componente maggiorenne e di 1.200 euro per ogni componente minorenne della famiglia, fino ad un massimo di 12.600 euro. Se la famiglia risiede in un'abitazione in affitto, la soglia di partenza è elevata a 9.360 euro. Per avere diritto alla pensione di cittadinanza, invece, il reddito annuo non potrà superare i 7.560 euro. Altri paletti riguardano invece, il possesso di auto, moto e imbarcazioni. Nessun componente del nucleo familiare deve essere intestatario a qualunque titolo, o avere la disponibilità, di autoveicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta del Reddito. E comunque non si possono possedere auto superiori ai 1.600 centimetri cubi di cilindrata a prescindere dall'anno di immatricolazione. Per le moto il limite è fissato a 250 centimetri cubi e non devono essere state immatricolate nei due anni antecedenti la richiesta del sussidio. La bozza specifica anche che non hanno diritto al Reddito coloro che si trovano in stato detentivo e coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o in altre strutture i cui costi sono a totale carico dello Stato. Così come non avranno diritto all'aiuto coloro che sono disoccupati a seguito di dimissioni volontarie avvenute nei dodici mesi precedenti la domanda di sussidio. Avranno invece accesso all'assegno gli stranieri con regolare permesso di soggiorno e che sono residenti da almeno cinque anni nel territorio italiano. Si tratta, secondo le stime della relazione tecnica, di circa 200 mila nuclei familiari.
GLI IMPORTI
L'importo sarà pagato attraverso una tessera unica, ma dal 2020 verrà studiata la possibilità di erogarlo ai singoli componenti della famiglia. A quanto ammonterà l'assegno? Sarà di 500 euro mensili, ai quali si aggiungerà un contributo di 280 euro per coloro che sono in affitto. Se a vivere in una casa presa in locazione è un anziano che ha diritto alla pensione di cittadinanza, il contributo all'affitto sarà di soli 150 euro. E la stessa somma sarà concessa come aiuto alle famiglie che invece hanno casa di proprietà ma pagano un mutuo. Il beneficio medio sarà di 493 euro a famiglia al mese. Chi ottiene il Reddito dovrà firmare un patto per il lavoro e non potrà rifiutare una di tre offerte congrue. Ma ci saranno due percorsi, uno attraverso i Centri per l'impiego per chi è in una situazione di disoccupazione, e uno attraverso i Comuni, per chi ha invece delle situazioni di povertà più complesse.

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