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Data: 02/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
«No all'archiviazione su Rigopiano»

Tira in ballo l'ex governatore Luciano D'Alfonso l'opposizione alla richiesta di archiviazione, relativa all'inchiesta sul disastro dell'hotel Rigopiano, presentata dall'avvocato Francesco Trapella per conto del Comune di Farindola. Il legale ricostruisce la vicenda legata alla Carta valanghe, sottolineando che la Regione Abruzzo, «per ordine e volontà dell'assessore alla Protezione civile dell'epoca Gianfranco Giuliante - si legge nell'atto di opposizione - a cavallo tra il 2012 e il 2013 avviò una serie di fondamentali attività». In particolare, il 7 novembre 2013, venne dato «incarico a Sabatino Belmaggio di finire la Carta storica e iniziare un primo lotto della Carta valanghe», mentre il 17 marzo 2014 la Giunta approvò la Carta storica e incaricò «la Prevenzione rischi di approntare la Carta valanghe», stabilendo l'individuazione di risorse nei bilanci successivi. Trapella mette in luce come con la sconfitta di Chiodi alle elezioni del 25 maggio 2014, «Giuliante esce di scena e con ciò si arena completamente tutto il lavoro di riforma e ammodernamento iniziato un anno prima». Il legale sottolinea che «tra il 23 e il 29 luglio 2014 sparisce la Carta valanghe dalla programmazione del bilancio regionale», pur essendo stata illustrata per iscritto «a D'Alfonso e a Mazzocca, dai dirigenti, l'esistenza di un ben preciso rischio, a carico delle vite umane», in mancanza della Carta valanghe. La Protezione civile regionale, secondo Trapella, «da questo momento fino alla tragedia di Rigopiano non farà più nulla per la Carta valanghe».
CORE SOTTO ACCUSA
Il legale parla di «scempio di inattività e distruzione di iniziative già intraprese». Poi punta il dito contro l'ex governatore, evidenziando che «la Protezione civile regionale era oggetto di particolarissimo interesse da parte di D'Alfonso, al punto tale che nessuno doveva metterci becco». A confermarlo sarebbero le dichiarazioni dei dirigenti regionali dell'epoca, a partire da Gerardis, Savini e Caputi. Quanto al filone d'inchiesta sulla gestione dell'emergenza, il legale pone in evidenza come nei giorni 17 e 18 gennaio 2017 si registri la completa mancanza di predisposizione di Piani di coordinamento e di uomini e mezzi per emergenze, nonostante la sala operativa regionale fosse «ufficialmente in stato di emergenza S3 (allarme massimo) dal 5 gennaio». Inoltre il Core, organo che in caso di emergenza regionale è chiamato a coordinare uomini e mezzi, «viene convocato solo il 18 gennaio alle 15,30, laddove avrebbe dovuto essere in seduta permanente almeno dal 15 gennaio». Il legale afferma che «in luogo di questo doveroso coordinamento», in realtà, «l'uomo solo al comando è Luciano D'Alfonso col suo braccio esecutivo Ruffini».

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