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Pescara, 23/11/2024
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Data: 03/01/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo verso le regionali - La Lega punta i piedi: no agli ex centrosinistra. Centrodestra: stop definitivo di Bellachioma a Olivieri, Monaco e Gerosolimo. Domani arriva Salvini a sancirlo. Ma L'Udc non ci sta: ne esclude solo uno. Di Stefano va da solo: lo confermo. L'ex deputato sta per presentare le liste: io e l'amico Toto non cambiamo strada

PESCARA Fuori Donato Di Matteo e Alessio Monaco. Dentro Mario Olivieri e Marianna Scoccia, moglie di Andrea Gerosolimo e sindaca di Prezza. I centristi hanno deciso. Ma per la Lega Salvini Abruzzo è un affronto. Il primo a stoppare la presenza di candidati-ex centrosinistra nelle liste della coalizione di centrodestra è il deputato Giuseppe Bellachioma, coordinatore regionale del Carroccio. E domani lo sancirà il leader in persona, Matteo Salvini, appena metterà piede in Abruzzo per presentare la lista in corsa per le regionali e incontrare imprenditori, balneatori e associazioni datoriali. Per di più, ieri, Luigi D'Eramo, deputato aquilano della Lega, ha calato un carico da 90 scrivendo su Facebook un post commemorativo dedicato a Nino Sospiri, scomparso il 2 gennaio del 2006, in cui esclama due volte: «Te lo hanno violentato il tuo Abruzzo! Ma noi, come promesso, come giurato, lo difenderemo sempre e comunque e contro tutto e tutti!». Un'accusa che secondo Benigno D'Orazio e Fabrizio Di Stefano si estende anche alla scelta di candidare come presidente della Regione il senatore romano, Marco Marsilio. Ma andiamo per ordine. «Salvini mi ha chiesto di fare una lista pulita di gente di centrodestra. Se la Lega ha rispettato gli accordi nazionali ed ha ceduto all'indicazione di Fratelli d'Italia di candidare Marsilio, pretende altrettanto rispetto da parte degli altri partiti della coalizione. Nelle loro liste non possono assolutamente essere candidati politici che hanno sostenuto il centrosinistra al di là anche delle ultime situazione che si sono evolute. Se apriamo un fronte questo si allargherà a macchia d'olio. Quando in Abruzzo parla Bellachioma è come se a farlo è Salvini che tornerà più volte, prima del 10 febbraio, traendone le conseguenze. A Napoli si dice "Ccà nisciuno e fess"», avverte il coordinatore della Lega, «chi esce dalla porta non può rientrare dalla finestra», sbotta riferendosi ai consiglieri regionali Olivieri, Gerosolimo, Monaco e Di Matteo.In sintesi Bellachioma pretende dagli alleati «coerenza e discontinuità con il passato». Senza se e senza ma. E dall'alto Salvini lo ripeterà tra poco più di 24 ore. Ma la risposta a Bellachioma arriva a stretto giro di posta: «A Pescara, alla presenza del segretario nazionale Udc, Lorenzo Cesa, dei presidenti nazionali Dc, Gianfranco Rotondi, e del movimento Idea, Gaetano Quagliariello, dei segretari regionali dell'Udc, Enrico Di Giuseppantonio, della Dc Angelica Bianco, del rappresentante Idea, Gianni Chiodi e dei dirigenti provinciali, si è tenuta la riunione nella quale è stato stabilito di voler includere tutte le esperienze in un'unica lista». «La lista definitiva sarà composta da amministratori locali, dai rappresentanti dei partiti, dei movimenti e delle associazioni locali, da esponenti del mondo cattolico e della società civile, pensando al valore d'insieme della proposta politica. Candidature con le quali si valorizzano le diverse competenze in vari settori, le sensibilità sociali, culturali e politiche, il radicamento sui territori. Una lista nella quale tutti potranno portare le proprie istanze, nella pluralità che ha sempre contraddistinto in tutte le tornate elettorali il centrodestra». Ma questa è la nota ufficiale. Poi però uno dei presenti rivela le due candidature certamente depennate dall'Udc, cioè Monaco e Di Matteo, e il salvataggio di Olivieri (grazie anche al comunicato che pubblichiamo a sinistra) e della signora Gerosolimo. Mentre un'altra voce rinfaccia alla Lega di candidare, a Sulmona, una ex esponente di una civica di centrosinistra. Della serie: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Intanto Marsilio che fa? Va avanti per la sua strada e annuncia per oggi, in mattinata, incontri con i presidenti di Federalberghi e Confindustria mentre nel pomeriggio con «i cittadini di Teramo e alcuni candidati dei partiti della coalizione che sostengono la sua candidatura, passeggiando per centro storico e periferia della città». Come se nulla stesse accadendo.


Di Stefano va da solo: lo confermo. L'ex deputato sta per presentare le liste: io e l'amico Toto non cambiamo strada

CHIETIChiusa la raccolta di firme sia per le liste sia per la sua candidatura alla presidenza della Regione, Fabrizio Di Stefano, ex deputato di Forza Italia, non fa né passi indietro né di lato. Ed entro l'Epifania presenterà i nomi ufficiali della sua squadra. Quindi non si ritira affatto dalla corsa alla Regione e neppure tornerà all'ovile, cioè nella coalizione di centrodestra, dove peraltro in tanti non lo vogliono tra i piedi, soprattutto nella cerchia più vicina al candidato presidente Marco Marsilio.«Per quanto mi riguarda io dico che noi dobbiamo andare avanti da soli», dichiara subito al Centro Di Stefano che, ricordiamo, gode del sostegno della sua base. «Non mi pare che ci siano motivi per cambiare strada, anzi ritengo che tanto le esternazioni di Benigno D'Orazio contro Marco Marsilio, quanto i commenti di altri e alti esponenti dei partiti del centrodestra, vedi alcune esternazioni sui social (il riferimento è certamente al leghista Luigi D'Eramo, ndr) continuano a convincerci che la nostra scelta sia quella giusta».E i rapporti con Daniele Toto e la sua lista? Reggono oppure si scioglieranno con la neve di questi giorni? Di Stefano conferma l'alleanza con Toto e afferma. «Anche con l'amico Daniele abbiamo concordato che non ci sono motivi per cambiare strada. Manteniamo questa linea. Resteremo insieme fino a che non subentreranno motivi per cambiarla. Ma non mi pare che questi ci saranno».

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