PESCARA La presenza nel carcere di Pescara di esponenti del clan Casamonica è il fatto in più che un territorio sensibile dal punto di vista dell'ordine pubblico, non sopporterà a lungo. Insieme alla rivelazione, dal ministro dell'Interno e vice premier Matteo Salvini, arriva anche l'impegno, al termine del tavolo del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica lui presieduto in prefettura. Due ore, dalle 15 alle 17, nel corso delle quali è stato effettuato con il prefetto Gerardina Basilicata e tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine un vero e proprio screening delle emergenze criminali del territorio pescarese. Riunione preceduta da un breve incontro, sempre in prefettura, con una delegazione dei familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano. «Entro una settimana-dieci giorni ha detto Salvini avranno risposte concrete e non pacche sulle spalle». È durante il vertice che salta fuori il problema dei Casamonica. «Ho saputo dice il ministro dell'Interno - che nel carcere di Pescara soggiornano alcuni gentiluomini del clan dei Casamonica che rischiano di attirare a Pescara i loro familiari. Non se ne sente francamente la necessità. Lavoreremo anche per questo».
LE TELECAMERE
Salvini ha poi tenuto a sottolineare che Pescara e più in generale l'Abruzzo non è ancora aggredita da criminalità mafiose, non c'è una emergenza di questo tipo, anche i reati sono in calo, il problema è invece legato alla presenza di rom che controllano una parte significativa delle attività criminali del territorio come droga e usura, spesso insieme a cittadini dell'est e nordafricani.
«Noi ha detto il vice premier controlleremo le loro situazioni patrimoniali. La nostra intenzione in generale è quella di migliorare la normativa per il sequestro dei patrimoni della malavita». Criminalità che non si combatterà con l'esercito, come da qualcuno proposto, ma con più uomini e donne delle forze dell'ordine sul territorio, con più telecamere soprattutto nelle zone periferiche maggiormente a rischio, per installare le quali è previsto un investimento di 900 mila euro. «Finanzieremo ha aggiunto - Scuole cicure per contrastare l'allarmante dilagare del consumo e dello spaccio di droga; interverremo sullo sgombero delle case abusive per rispetto delle oltre 600 famiglie che pazientemente aspettano l'assegnazione. Ce ne sono stati già otto a carico delle famiglie rom e a questo proposito ringrazio la Guardia di Finanza per i 20 milioni di euro di beni mobili e immobili sequestrati. Il problema a Pescara e provincia sarà da me particolarmente attenzionato».
LA QUESTIONE ETNICA
Infine la questione sbarchi: «A Pescara si contano oggi soltanto 600 richiedenti asilo - dice Salvini -. Conto di mantenere gli stessi numeri del 2018: diminuire gli sbarchi e aumentare gli espatri è l'obiettivo». Altro impegno di cui il vicepremier si è fatto carico è quello di «smaltire il pregresso del tribunale dove si contano seimila procedimenti pendenti. Per farlo aumenteremo cancellieri ed assistenti». Ha quindi ribadito che nel 2019 ci saranno in giro per la città più poliziotti, più carabinieri, ma anche più vigili del fuoco. E a proposito, una rappresentanza sindacale gli ha recapitato una lettera sul distaccamento di Montesilvano e sulle carenze di personale.
Rigopiano «Entro sette giorni risposte ai parenti»
PESCARA Dopo Mattarella e Gentiloni, ieri pomeriggio, i familiari delle vittime dell’hotel Rigopiano hanno voluto incontrare il vice premier Matteo Salvini. Hanno approfittato della visita a Pescara per chiedergli quel sostegno e quelle risposte che sino ad ora non hanno ricevuto. Pochi minuti in una stanza della prefettura per raccontare le loro storie e il loro bisogno di ricevere un aiuto dallo Stato. «Fra una settimana – ha spiegato Gianluca Tanda, portavoce del Comitato dei familiari – riceveremo una sua risposta a quanto chiesto, a cominciare da una legge Viareggio per l’hotel Rigopiano fino al ruolo delle persone coinvolte nello Stato che, per noi devono andare via. Confidiamo nelle sue parole. Per due anni ci hanno dato una pacca sulle spalle abbandonandoci al nostro destino e questo per noi era inaccettabile. Aspettiamo quindi questi sette giorni. È chiaro che gli indagati di questa storia - ha aggiunto - sono quasi tutti provenienti dalle istituzioni, anche da queste stanze. Non possiamo pensare che non abbiano responsabilità: hanno occultato le prove e questo è estremamente grave». Nel breve incontro, i familiari hanno anche chiesto un supporto economico come avvenuto in altre tragedie. «Per la prima volta dopo due anni – ha spiegato Marco Foresta - abbiamo chiesto un intervento e di essere dalla nostra parte, perché quello che è successo vede coinvolti quattro enti statali». «Fra una decina di giorni - ha poi confermato Salvini – darò loro risposte concrete su tutto. Dopo due anni,mi farò carico di riuscire, senza fare promesse, a garantire i diritti degli orfani e alle famiglie che hanno perso i propri cari. Per formazione culturale e professionale non prometto quello che non dipende da me, prometto impegno e velocità nell’esaminare la fattibilità dell’approvazione di una legge».
Selfie e bagni di folla a Chieti e Pescara e sotto sotto si tratta con Di Stefano
CHIETI Un bagno di folla e di selfie sotto la neve: Matteo Salvini, per la prima volta a Chieti, ieri ha aperto la sua giorni in Abruzzo lanciando la volata della Lega Per le regionali, un traguardo sul cui percorso non mancano insidie. Come gli effetti del no a candidati che arrivano dal centrosinistra. «Siamo qua per rilanciare l'Abruzzo, per dare più speranza, più lavoro, più certezze, più sanità agli abruzzesi dopo anni di pessima amministrazione della sinistra, ci stiamo preparando a governare questa splendida terra - dice raggiante Salvini. Il 10 febbraio potrà piovere o nevicare, si fa la storia in Abruzzo», scandisce in piazza Valignani e poi in uno stracolmo auditorium Cianfarani. E non si discute la candidatura di Marco Marsilio, che è lì ad accoglierlo con i parlamentari Giuseppe Bellachioma, Luigi D'Eramo e Alberto Bagnai, e il sindaco Umberto Di Primio: «I candidati sono sempre gli uomini migliori» replica Salvini agli scettici sul nome del senatore romano di origini abruzzesi. Salvini spazia dai 20 miliardi di euro anti Fornero («per restituire il diritto alla pensione a milioni di italiani e lasciare il posto a chi ha 20 e 30 anni») ai «soldi nel decreto sicurezza per le telecamere di sorveglianza anche negli asili nido e nelle case di riposo per beccare quelli che mettono le mani addosso a bambini, anziani e disabili». E ancora: «I sindaci che contestano il Decreto sicurezza non lo hanno letto perché vengono garantiti il diritto alla salute e allo studio a tutti, i bambini non si toccano e non possono essere espulsi. Semplicemente non si regalano altri diritti ai furbetti».
È Bellachioma a ribadire che «nelle liste del centrodestra in cui c'è la Lega non possono trovare spazio quelli che hanno governato con il centrosinistra in Regione. È così anche per Olivieri e Gerosolimo». Risponde il presidente della Dc, Gianfranco Rotondi «Bellachioma è una persona aperta e ragionevole, non vedo perché dovremmo rompere. Ognuno farà le sue liste». Poi l'apertura a Fabrizio Di Stefano: «Sulla sua esperienza politica non ci sono dubbi. Farò di tutto perché entri a far parte della squadra». Per D'Eramo, invece, «Legnini è un candidato di apparenza perché è D'Alfonso che impone candidati fra assessori e consiglieri »
L'ALLARME BOMBA
La giornata di Salvini si è chiusa con i bagni di folla di Pescara e Montesilvano, in un palasport gremito dove sono stati presentati i candidati. Una cena con 150 partecipanti (Di Stefano compreso) si è tenuta al ristorante Alcione. Due i siparietti imprevisti: l'allarme per una borsetta di gomma alle Poste centrali fatta saltare dalla Polizia. E il signor Benito di Torrevecchia Teatina che si sente perseguitato dai vicini di casa e chiede aiuto: «Mi lasci il suo numero - gli dice Salvini sorridendo - faremo un decreto sulle liti condominiali».