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Pescara, 23/11/2024
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05/01/2019
Il Messaggero
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Migranti, Di Maio-Conte: «Sì a donne e bambini» Ma Salvini: basta ricatti. Il caso Sea Watch e Sea Eye. Stop alla fronda, mossa M5S E la Ue fa pressing sul premier |
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ROMA Mini-svolta del governo italiano nella serata di ieri sul tema migranti. Dopo giorni in cui a più riprese il ministro dell'Interno Matteo Salvini, aveva ribadito che l'Italia non era disponibile ad accogliere i migranti da alcuni giorni bloccati su due imbarcazioni al largo di Malta e della Sicilia, ieri l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, dopo aver parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha aperto ad una soluzione. «Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia. Li accoglieremo», ha detto Di Maio. La mossa del leader M5s è ragionata: parla di sbarco a Malta proprio per non smentire la chiusura dei porti italiani tanto cara a Salvini. Il quale dapprima ha replicato dopo dopo 10 minuti ribadendo di non voler «cambiare idea» ma poi si è premura di far sapere che i rapporti fra gli esponeti dei 5Stelle e della Lega restano ottimi. Si avvicina dunque la soluzione per i 49 migranti delle navi di due ong tedesche, Sea Watch (32 persone salvate il 22 dicembre) e Sea Eye (17 soccorse il 29), arrivate a poche miglia dalle coste di Malta. I tanti mal di pancia all'interno del Movimento 5 Stelle verso la linea dura sui migranti tracciata da Salvini hanno dunque portato a una correzione di rotta da parte del governo. Nel corso di un colloquio telefonico tra Di Maio e Conte è stata decisa la nuova posizione: Malta fa sbarcare le due navi umanitarie e l'Italia è pronta a farsi carico di donne e bambini: si tratta complessivamente di 5 donne e 7 minori, tra i quali 3 bimbi. UNA LEZIONE DI UMANITÀ «Li accoglieremo. Siamo pronti ancora una volta a dare una lezione di umanità all'Europa intera», spiega Di Maio, che coglie l'occasione per attaccare l'Ue: «così non va, la cambieremo con le prossime elezioni europee. Ma i bambini non possono pagare il prezzo di un'Europa che si gira dall'altra parte per non vedere». Dopo che donne e bambini saranno sbarcate delle due navi, aggiunge, «ci mettiamo al telefono con ognuno dei capi di Stato europei e li costringiamo a rispettare le quote previste per ogni Paese». Il governo di Malta in tarda serata ha dato la propria versione. «Di Maio valuti i fatti prima di fare dichiarazioni contro Malta e la solidarietà europea», ha detto il ministro degli interni del piccolo arcipelago Michael Farrugia. Secondo Malta la posizione delle navi avrebbe obbligato l'Italia a far sbarcare i migranti mentre l'Ue sta già operando per distribuirli fra più Stati. Salvini dal canto suo prende atto della correzione di linea, ma puntualizza sulle responsabilità e resta fermo sulle sue posizioni: «una nave tedesca e una nave olandese, in acque maltesi. Ma ad accogliere dovrebbe essere ancora una volta l'Italia. Basta ricatti. Meno partenze, meno morti. Io non cambio idea». Da Bruxelles, la Commissione europea parla di «intensi contatti» con i Paesi disponibili a trovare una soluzione. Il Consiglio d'Europa chiede di far sbarcare al più presto le persone. E Roberto Saviano attacca frontalmente il ministro dell'Interno Salvini: «smetti di fare il pagliaccio sulla pelle delle persone. Apri i porti», intima lo scrittore con un video ed un post su twitter. Il ministro replica dandogli dello «pseudo-scrittore che non capisce ciò che legge». Intanto, le navi umanitarie tedesche sono ferme a a pochi chilometri dalle coste maltesi. In mattinata la Sea Watch 3 è stata raggiunta da due navi umanitarie (della stessa Sea Watch e di Mediterranea) con parlamentari tedeschi e giornalisti partite da Malta. Hanno portato viveri ed il cambio all'equipaggio. Ed uno dei passeggeri si è buttato in mare contando di raggiungere la costa. Ha però desistito dopo pochi metri ed è stato recuperato a bordo. Dall'altra nave, la Professor Albrecht di Sea Eye, il medico di bordo illustra la situazione: «le persone soccorse si stanno riprendendo ma sono deboli. È per questo che è importante che ci venga assegnato un porto sicuro che possa accoglierle».
Stop alla fronda, mossa M5S E la Ue fa pressing sul premier
ROMA Stavolta è Luigi Di Maio a battere un colpo proprio sul terreno più congeniale a Matteo Salvini: i migranti. Dopo una giornata passata ad annunciare che i porti sono chiusi e che non ci sarebbe stato posto in Italia per nessuno dei 49 profughi da giorni in mare sulle navi Sea Watch e Sea Eye, il vicepremier grillino fa cambiare rotta al governo. LO SBARCO Pressato da una base in ebollizione per la vicenda della rivolta dei sindaci sul decreto sicurezza, Di Maio nel pomeriggio di ieri alza il telefono e chiama Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio attende dai due vice un segnale che gli permetta di rispondere alle richieste dell'Europa e del commissario per l'immigrazione Dimitri Avramopoulos. Di Maio coglie l'occasione al volo: «Prendiamo donne e bambini, ma sbarcano a Malta» è la linea del vicepremier grillino che prende le distanze dall'alleato in Italia affinchè in Europa si sappia che M5S e Lega non sono la stessa cosa. Una presa di distanza dalla Lega importante. Specie alla vigilia degli incontri che Di Maio avrà nei prossimi giorni a Bruxelles per preparare le alleanze necessarie per la campagna elettorale europea. Sette migranti in tutto da accogliere tra donne e bambini. Poca cosa, ma è la prima volta che Di Maio osa contraddire in pubblico il vicepremier leghista che continua la sua incessante caccia al migrante attaccando a testa bassa i sindaci che mettono in discussione il suo decreto, e ignorando del tutto la disponibilità del presidente del Consiglio ad incontrare il vertice dell'Anci. Salvini tira dritto e sfida non tanto i sindaci di centrosinistra quanto l'alleato. Prendere le distanze da una legge approvata in Parlamento anche dal M5S non è facile per Di Maio. Ed infatti il vicepremier prova a ricordarlo ai suoi. Ma nei gruppi parlamentari e nella base la tensione è fortissima. Quel decreto sicurezza, che Salvini ha ora l'occasione di sbandierare di nuovo a seguito delle proteste dei sindaci, è sale sulle ferite pentastellate che si ritrovano nuovamente nelle sabbie mobili di uno scontro che pensavano di aver archiviato. Il rischio è che nella palude securitaria finiscano anche le due riforme bandiera del governo cancellando anche gli spazi del M5S in Europa. Mentre Salvini continua a tenere il palcoscenico grazie ai migranti e impartendo lezioni di catechismo persino al Papa, Di Maio vorrebbe si parlasse di reddito di cittadinanza. LE DIVERSE E' per questo che, al di là della consistenza numerica del gesto di accoglienza, il post di ieri su Facebook («i bambini non possono pagare il prezzo di un'Europa che si gira dall'altra parte per non vedere»), rappresenta la prima sfida aperta di Di Maio a Salvini. Una sorta di intimazione a rispettare anche le diverse sensibilità interne al M5S alle quali ieri hanno dato voce i senatori pentastellati Mantero, Fattori e Nugnes, mentre il silenzio dei due più importanti sindaci grillini (Raggi e Appendino) fa rumore e accompagna quelli del presidente della Camera Fico e del sudamericano Di Battista. Anche se Di Maio ieri ha sbagliato mira prendendosela con Malta, e solo più genericamente con l'Europa, è chiaro che il M5S punta a sfidare elettoralmente la Lega anche sul piano delle alleanze europee dove Salvini è in forte difficoltà quando si parla di migranti. Gli amici sovranisti, che il vicepremier del Carroccio incontrerà a breve, non hanno infatti nessuna intenzione di dividere «per quote» i migranti della Sea Watch, come sosteneva ieri Di Maio. Lo scontro con i sindaci sul decreto, e i seppur sporadici approdi, consentono a Salvini di tenere la scena sull'unico tema sul quale si è mostrato sinora imbattibile, ma rischiano di ridurre lo spettro di azione dell'esecutivo. Non è un caso se l'attacco più duro al decreto sicurezza è portato dai sindaci di due città del Mezzogiorno (Palermo e Napoli) che dal governo - e soprattutto dal M5S che hanno massicciamente votato - attendono ben altro. Di Maio sembra esserne consapevole, ma l'alleato non intende cambiare agenda. Salvini continua a pensare che i migranti valgono elettoralmente più di Quota100, e che il Reddito rischia di essere a saldo negativo per l'elettorato leghista. Contraddizioni che, se non gestite potrebbero non permettere vita lunga all'esecutivo. Con lo strappo consumato ieri, Di Maio smette di seguire ovunque l'alleato preparandosi a prendere le distanze dalla Lega in Italia affinchè si sappia in Europa.
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