Autobus israeliani, di seconda mano, per aumentare le corse dell'Atac. Due emissari del colosso dei trasporti sono pronti a partire alla volta di Tel Aviv, la prossima settimana. Obiettivo: trovare mezzi usati, ma in buono stato, da portare nella Capitale a stretto giro di posta, al massimo entro metà febbraio, per metterli subito in strada a macinare chilometri. Una necessità, considerato che il parco mezzi della partecipata del Campidoglio è ultra-datato, l'età media ha ormai scavallato i 12 anni contro gli 8,6 anni medi registrati a Milano, i circa 5 anni di Berlino, i 6 anni di Londra e i 7 anni di Parigi. Inevitabile, allora, che le navette che dovrebbero fare spola da un capolinea all'altro si ingolfino spesso a metà percorso, o anche prima, falcidiate dai guasti sempre più frequenti.
L'APPALTO A RILENTO
Lo sa bene il presidente e ad della società, Paolo Simioni, che nel piano di concordato, approvato sia dalla Procura di Roma che dal Tribunale fallimentare, ha previsto di far entrare nelle rimesse aziendali oltre 600 bus nuovi di pacca nell'arco dei prossimi tre anni. I primi 227 sono stati ordinati sul finire dell'estate. Il problema è che ad aggiudicarsi la commessa da 76 milioni di euro, assegnata tramite la piattaforma Consip che fa capo al Ministero dell'Economia, è stata una ditta in crisi. La Industria Italiana Autobus ha strappato solo alla fine dell'anno scorso la fideiussione per avviare la produzione dei nuovi mezzi per la Città eterna, come ha fatto sapere anche la sindaca Virginia Raggi. «Oltre ad Atac - ha detto Raggi a novembre - un'altra impresa italiana, che versava in gravi difficoltà economiche, continuerà a dare stipendi ai propri dipendenti e ad avere la liquidità necessaria per nuovi investimenti». Ma i tempi di consegna delle navette si sono allungati. E non di poco. In Comune contavano di avere forze fresche nei depositi già dai primi di marzo del 2019 invece, a causa della crisi della fabbrica, se ne riparlerà nel migliore dei casi in piena estate, forse addirittura sul finire della bella stagione.
I «BIDONI»
Ecco perché l'azienda guidata da Simioni ha dovuto cambiare strategia nel medio periodo. E ha pensato di ricorrere ai bus a noleggio. La ricerca di «manifestazioni d'interesse» è stata avviata nell'ultimo scampolo del 2018 e, a quanto pare, ha dato i suoi frutti. Nel quartier generale di via Prenestina sono arrivate diverse offerte, non solo dalla Bus Italia, la partecipata del gruppo Ferrovie dello Stato. Si sono fatti vivi anche da altre aziende del Nord Italia, dalla Germania e dall'Olanda. Gli ingegneri dell'Atac hanno già compiuto i primi sopralluoghi per valutare la qualità dei veicoli offerti. Alcuni riscontri sono andati a buon fine, in altri casi sono stati scoperti veri e propri bidoni: bus malridotti o usurati dal sale per la neve, mezzi che a Roma avrebbero potuto combinare ben poco. Ecco perché la municipalizzata ha gentilmente declinato alcune proposte e ha è deciso di volare a Tel Aviv per testare sul campo l'ultima offerta di una multinazionale.
La missione in Israele si terrà la prossima settimana, entro metà mese la società comunale punta a chiudere tutti gli accordi considerati vantaggiosi in modo da far arrivare le navette a nolo nell'Urbe già entro febbraio. E prima o poi, si spera, arriveranno anche i bus nuovi.