L'AQUILAAl termine di un pomeriggio di grida e tensione, con qualche contatto ravvicinato tra il cordone di forze dell'ordine e i manifestanti accorsi per dire no alla presenza all'Aquila del ministro dell'Interno, vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, accade quello che non era mai accaduto in questi dieci, lunghi anni, in cui pure non erano mancate proteste e dimostrazioni anche accese: il sindaco della città terremotata viene alle mani e si spintona con i cittadini che lo contestano. E tra le due parti volano, letteralmente, gli schiaffi.IL PARAPIGLIA. Sono passate da poco le 19. Salvini è a piazza Duomo da circa mezz'ora. Il suo arrivo, in realtà, era stato annunciato a via Sallustio, dove, già a partire dalle 17, avevano iniziato a radunarsi sia i fan che i contestatori. Forse per via della presenza di questi ultimi, molto più numerosi, visibili e "rumorosi" dei primi, la polizia decide, con un cambio di programma, di "dirottare" il ministro in piazza. Salvini scende proprio davanti al sagrato delle Anime Sante, in mezzo alle bancarelle, e lì inizia a scattare decine di foto coi suoi sostenitori, bersagliato dai cori dei manifestanti (nel frattempo giunti da via Sallustio, ma tenuti a distanza da una fila di poliziotti, tra uno spintone e l'altro), che cantano "Bella Ciao" e gridano "Siamo tutti clandestini". La processione dei fan in cerca di un selfie con il leader della Lega non si ferma. A quel punto Biondi, come molti altri esponenti locali del centrodestra, fino a quel momento snobbati da Salvini, decide di lasciare piazza Duomo e di raggiungere la Villa, dove è in programma il comizio finale che chiuderà la due giorni abruzzese del vicepremier. Il primo cittadino, però, s'imbatte nel cordone dei manifestanti mentre cerca un varco. Un ragazzo, molto giovane, lo ferma e inizia a parlargli in maniera accalorata. I video che circolano in rete mostrano Biondi che prova a rispondergli mettendogli amichevolmente una mano sulla spalla. I due si scambiano qualche battuta, dopo un po' il ragazzo viene allontanato. Ma non è con lui che ha inizio il parapiglia, che invece si innesca qualche secondo dopo. "Tu e il Pd avete distrutto L'Aquila!" urla un altro manifestante a Biondi, che gli risponde a brutto muso: "Ma cosa stai dicendo?". "Fascista di m....!" grida più di una volta un altro ragazzo. Un poliziotto e un membro dello staff del sindaco provano a mettersi in mezzo e a fare da scudo ma non riescono a evitare che Biondi e uno dei manifestanti arrivino a battibeccare faccia a faccia. Dai video, uno dei quali è visibile sulla pagina Facebook del comitato 3e32, si vede Biondi che spintona col braccio sinistro il manifestante. Quest'ultimo prova a reagire, ma il sindaco viene ricacciato indietro da un suo collaboratore, salvo avanzare di nuovo poco dopo e accennare una seconda spinta. C'è un accenno di rissa, si mette in mezzo anche un funzionario della Digos, che stoppa l'altro manifestante. Il gruppo ondeggia, Biondi arretra di nuovo, sospinto e protetto sempre dal suo staff e dalla polizia, quando viene colpito in faccia da una manata di un altro contestatore, che gli fa cadere gli occhiali. Dai video (già acquisiti dalla Digos) non si vede il volto dell'autore del gesto, coperto da un cappello. Quando tutto sembra sul punto di degenerare, il parapiglia si smorza. Il primo cittadino viene portato via dalla polizia e dallo staff mentre altri agenti allontanano i manifestanti. I COMMENTI. «Dopo sette mesi vissuti in una tendopoli, notti insonni e anni di sacrifici, qualcuno stasera pensava di impedire al sottoscritto di scegliere dove camminare liberamente per le strade della città», commenta poco dopo l'accaduto Biondi sul proprio profilo Facebook. «Poveri illusi. Ah! A quel vigliacco che ha provato a colpirmi di lato, la prossima volta fatti vedere in faccia, se hai coraggio». «Episodio allarmante, aggressori siano individuati e denunciati», denuncia Michele Malafoglia (portavoce di Fratelli d'Italia) manifestando solidarietà «al sindaco vilmente aggredito dalla solita sinistra caviale e champagne». Dall'altra parte i manifestanti sostengono che è stato Biondi a iniziare e a provocare. Ora il caso è nelle mani della polizia che, visionati i filmati, proverà a far luce sull'accaduto.
Il ministro: «Prendete i barconi e andate via». Così dal palco rivolto ai suoi oppositori. «Per i giovani servirebbero regole e servizio militare»
L'AQUILA«I dieci milioni mancanti per il bilancio del Comune dell'Aquila? Rimedieremo».Non è andato oltre questa generica promessa il ministro Salvini, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano conto del mancato stanziamento, nella legge di Bilancio, dei fondi (10 milioni, appunto) promessi dal governo al Comune a compensazione delle maggiori spese e delle minori entrate dovute al terremoto. Una dimenticanza pubblicamente stigmatizzata da Pierluigi Biondi nonché dallo stesso deputato aquilano della Lega Luigi D'Eramo. Salvini, però, non ha saputo fornire una tempistica certa sull'approvazione della misura normativa che dovrà tappare il buco. Un impegno più preciso, invece, è stato assunto dal vicepremier per quanto riguarda la ricostruzione della caserma dei vigili del fuoco, ancora ferma a dieci anni dal terremoto. «Abbiamo soldi, mezzi e progetti. Ci stiamo lavorando. Sono in grado di dare tempi certi, che prevedono un anno e mezzo di lavori. Presto tornerò di nuovo all'Aquila per una nuova visita che sarà proprio lì alla caserma». Dove non si è visto.Sia a piazza Duomo, tra un selfie e l'altro, che alla Villa, dove ha tenuto il suo comizio finale presentando i candidati della Lega della provincia dell'Aquila alle Regionali del 10 febbraio, Salvini non ha parlato molto, in verità, di ricostruzione né di Abruzzo. Il leader del Carroccio è stato abbastanza freddo anche con il senatore Marco Marsilio, candidato presidente del centrodestra, mai nominato né acclamato nel suo discorso. «Perché non abbiamo candidato un uomo della Lega? Siamo umili, non ci interessano queste cose. Ci interessa che vincano i programmi e le idee della Lega. Il 10 febbraio l'Abruzzo ha un'occasione storica», ha tagliato corto. Di fronte a una nutrita, ma non strabordante folla, Salvini ha poi sciorinato il meglio del suo repertorio contro gli immigrati («Abbiamo già dato, ora ci occupiamo degli italiani», ha affermato riferendosi alla vicenda della Sea Watch e della Sea Eye) e contro i manifestanti: «Se nel 2019 ci devono essere delle persone che gridano "siamo tutti clandestini" allora prendete i barconi e andate dove volete. Tornate nei centri sociali a farvi. "Salvini sciacallo?" C.... vi manca la fantasia, svegliatevi», ha detto mandando baci e gesti ai contestatori e consigliando, per i giovani, «regole e servizio militare».