L'AQUILA Gli occhi stanchi come unico segnale di minimo cedimento dopo una due giorni a ritmi furiosi. Ma non per questo Matteo Salvini, nella cena che ha fatto seguito alla visita aquilana, ha interrotto l'ormai famigerato rito del selfie. Collaudatissimo: fila da sinistra, via libera da parte della sicurezza, breve passerella alle spalle della tavolata, foto- rigorosamente scattata dal vice premier- e uscita da destra. Pochi secondi, quanto è bastato per soddisfare tutte le richieste, almeno un centinaio. A tavola, nella lussuosa sala di Villa Giulia, sotto il coordinamento di Giulia Marrone, hanno trovato posto circa 400 persone. La gran parte delle quali disponibili a pagare la quota, 50 euro, pur di vedere da vicino il Capitano, come lo chiamano i militanti. Una risposta in linea con l'entusiasmo della due giorni abruzzese, che ha costretto gli organizzatori ad aggiungere più di qualche sedia proprio in extremis. Lui, Salvini, ha preso posto intorno alle 21, in perfetto orario, nel tavolo a centro sala, con vista su tutti i commensali. Camicia bianca e sciarpa verde pisello al collo, gli si sono accomodati accanto alcuni fedelissimi: tra essi il giovanissimo (32 anni) deputato Andrea Crippa, coordinatore federale del Movimento Giovanni Padani e considerato a tutti gli effetti il delfino del Ministro. C'era anche il senatore Alberto Bagnai, oltre, ovviamente, a tutto il partito: il coordinatore Giuseppe Bellachioma, il deputato Luigi D'Eramo, il segretario provinciale Emanuele Imprudente, i candidati alle prossime regionali, i giovani, i militanti, tanti simpatizzanti, anche alcuni professionisti, medici e commercialisti. Dopo essersi accomodato, Salvini ha degustato l'abbondante antipasto, chiedendo solo qualche minuto per riprendersi da un pomeriggio comunque impegnativo, quello culminato con il confronto in piazza tra contestatori e sostenitori e con le polemiche legate all'acceso diverbio avuto dal sindaco Biondi con un manifestante. Lunghe ore a stringere mani e a scattare foto che sono riuscite, in serata, a minare la proverbiale resistenza del vice premier. Dopo un breve riposo, Bellachioma ha annunciato via microfono il via al rito del selfie. Salvini, rimasto al suo posto, ha regalato foto, strette di mano e sorrisi senza soluzione di continuità. Poi, intorno alle 23.30, il saluto, quando in sala stavano per essere serviti il secondo di carne e il dolce di una cena tutta rigorosamente legata ai monti e alle tradizioni locali. «Sono stanchissimo», ha salutato Salvini, prima di rientrare dai familiari e poi, ieri, a Roma, nella sede del Ministero. Altro tour il 26-27 gennaio, poi il 7 chiusura della campagna a Pescara.