Tre anni di reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici: è la sentenza del giudice monocratico del Tribunale Andrea Di Berardino che ha condannato Paolo Crisante, 45 anni, il conducente del bus urbano della Panoramica che travolse una donna a Chieti Scalo mentre attraversava sulle strisce pedonali: Giuseppina Venditti, 69 anni, riportò una serie di fratture e contusioni e dopo sei giorni trascorsi in ospedale morì. Secondo l'accusa l'autista al momento dell'incidente stava utilizzando un telefonino che gli occupava le mani e inoltre non si era fermato per dare la precedenza al pedone. Per Crisante, accusato di omicidio stradale, il pm Giuseppe Falasca aveva chiesto 3 anni e mezzo: il giudice ha anche disposto la revoca della patente.
ACCUSA E DIFESA
Il fatto si verificò il 25 novembre 2016 in via Pescara. Secondo il pm fu colpa grave quella del conducente, che non permette di partire dal minimo della pena prevista per l'omicidio stradale. La donna, infatti, fu travolta mentre era al centro della carreggiata, sulle strisce pedonali, mentre attraversava e in quel momento erano da escludere sia la scarsa illuminazione che la presenza di auto che possano aver celato il pedone alla vista dell'autista. Dalle immagini delle telecamere è emerso in un frame la fonte luminosa, probabilmente generata da uno smartphone o da un tablet e che l'autista, che procedeva a meno di 30 kmh, era distratto nella lettura. «Che fosse distratto è pacifico - ha detto il difensore dell'autista, l'avvocato Vittorio Supino - ma sull'uso del telefonino al di là delle immagini non c'è certezza: il consulente non dice che stava al telefono. Certo lo sguardo non lo aveva avanti altrimenti avrebbe visto la signora. La procura poteva sequestrare il telefonino per vedere se in quel momento era attivo. E' stata una disgrazia - ha concluso - due vite distrutte perché anche la vita dell'imputato è distrutta».