PESCARA Dieci giorni di tempo: tanto servirà per avviare l'intervento di dragaggio del porto di Pescara, nella zona in cui le mareggiate hanno provocato l'insabbiamento dei fondali, rendendo l'ingresso e l'uscita difficile a molte imbarcazioni che sono state costrette a spostarsi al porto di Ortona. Ieri la soluzione a questo problema è stata individuata nel corso di un incontro in prefettura, coordinato da prefetto Gerardina Basilicata, a cui hanno partecipato i rappresentanti della Regione, a partire dal presidente Giovanni Lolli, e poi Comune, Capitaneria di porto, Autorità di sistema portuale e alcuni rappresentanti della marineria con a capo il rappresentante dell'Associazione Armatori, Francesco Scordella. E prima di questa riunione se n'è svolta un'altra, con i tecnici, per studiare la soluzione più celere, in modo da rendere il porto accessibile in condizioni di sicurezza in tempi rapidi. La soluzione è questa, come la illustra Enzo Del Vecchio dalla Regione: sarà messo a punto un progetto per il mini-dragaggio (tra i 5.000 e i 7.000 metri cubi circa), andranno realizzate le batimetrie, cioè le misurazioni dei fondali, e andrà bonificata l'area interessata all'intervento da eventuali residui bellici. Certo, le condizioni meteo per questi passaggi preliminari non sono le migliori, specie per quanto riguarda i rilievi dei residui bellici e l'eventuale bonifica. Ma i primi passaggi potrebbero svolgersi anche domani. Poi, nel momento in cui sarà tutto disponibile (la Regione ci sta già lavorando), si riunirà la conferenza di servizi e l'Autorità di sistema portuale si occuperà dell'affidamento diretto. Il materiale dragato sarà spostato all'interno del porto con un intervento di movimentazione sommersa.È stato chiarito anche l'aspetto dei fondi a cui attingere. «Non saranno toccati i 670mila euro a disposizione per scavare nell'area di ormeggio (di cui 400mila euro dell'Autorità di sistema portuale e 270 mila euro dalla Regione). E sarà utilizzata una parte degli 800mila euro che l'Autorità di sistema portuale ha previsto per il dragaggio del porto di Pescara per il 2019. C'è ancora un po' da pazientare, quindi, perché «ci sono delle procedure da seguire» e la marineria ha dimostrato «responsabilità e maturità» su questo aspetto. Ma ha chiesto che «la situazione si risolva subito e abbiamo voluto sapere i tempi», spiega Scordella. «Vogliamo che resti aperta la possibilità di prevedere altri interventi dello stesso tipo durante l'inverno perché l'insabbiamento tornerà con le mareggiate», nei prossimi mesi, prosegue Scordella, e su questo sono risultati d'accordo tutti. «E bisogna convocare un altro tavolo per parlare dei lavori di infrastrutturazione del porto perché vogliamo capirci di più e chiediamo che diventi di competenza regionale». Non sono mancati i momenti di tensione ma la marineria punta ai risultati e «anche se abbiamo mille problemi sappiamo che ci sono un iter burocratico e una tempistica da rispettare».