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Pescara, 23/11/2024
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13/01/2019
Il Messaggero
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La carica dei 450 candidati. Legnini scommette sulla squadra presentate otto liste. Marsilio, scontro sulla moglie di Gerosolimo. M5S, la Marcozzi va da sola il movimento senza partner. Casapound schiera l'avvocato Flajani |
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Alla fine il primo grande obiettivo Giovanni Legnini l'ha raggiunto: fin dal principio, e cioè dal suo appello pubblico diffuso attraverso le colonne del Messaggero, aveva subordinato la sua discesa in campo alla costituzione di una coalizione molto ampia, plurale, a chiara trazione civica, con l'apertura alle forze vive della società abruzzese. L'ex vice presidente del Csm è riuscito a catalizzare l'attenzione di ben otto liste: 232 candidati che correranno per lui e per tentare una rimonta sulla carta difficile. Legnini approccia alla battaglia elettorale nella maniera migliore possibile, forse l'unica: con un vero e proprio esercito che mette insieme sì il Pd, ma anche tantissimi amministratori in carica (si ricorderà l'appello di ben 162 sindaci) e giovani. Il tema caldo è quello della discontinuità, anche se alla fine il Pd ha ricandidato tutti gli uscenti (Sandro Mariani è transitato in Abruzzo in Comune) e Donato Di Matteo, superate le divergenze con l'ex governatore D'Alfonso, alla fine ha scelto Legnini rispetto a un salto clamoroso nel centrodestra. «Noi siamo riusciti a comporre una coalizione coesa, plurale, rinnovata, espressione di vari mondi della società civile di sensibilità, di culture politiche anche diverse tra di loro ma convergenti su questo progetto politico e sul nostro programma di governo ha detto Legnini ieri in serata -. Nella coalizione di centrodestra sono tre mesi che assistiamo a liti fino a quella, mi sembra abbastanza clamorosa, di oggi (ieri per chi legge, ndr). Il giorno della presentazione della lista, per motivi sui quali non voglio entrare, hanno dichiarato sciolto un vincolo di coalizione e mi sembra che tutto deponga verso la possibilità per la nostra coalizione, per la mia candidatura, di potersi affermare alle elezioni del 10 febbraio». Non manca una stilettata sui 5Stelle: «L'avvocato candidato mi ha detto che è inutile che leggiamo i programmi. E io ho risposto che i cittadini devono decidere su quello che deve accadere, non su quello che è accaduto». Amarezza, a sinistra, per Rifondazione comunista: «Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere l'obiettivo della presentazione autonoma di una lista coerentemente di sinistra e ambientalista - spiega Marco Fars, segretario regionale - Molteplici sono le cause ma la principale riguarda il ritardo con cui siamo partiti nella raccolta firme». Si era parlato della candidatura di Maurizio Acerbo.
Marsilio, scontro sulla moglie di Gerosolimo Un caso clamoroso ha scosso, in extremis, la presentazione delle liste collegate alla candidatura di Marco Marsilio. Arriva dalla lista centrista messa su da Udc, Dc e Idea. A sorpresa negli elenchi sono comparsi Marianna Scoccia, moglie di Andrea Gerosolimo (collegio L'Aquila) e anche Mario Olivieri (collegio Chieti). I due, Gerosolimo e Olivieri, sono stati organici al centrosinistra nella scorsa legislatura, anche se in veste critica. L'intesa con l'area Gerosolimo prevedeva candidature non dirette. Invece con un colpo di mano che è un vero e proprio blitz, le cose sono cambiate all'ultimo secondo. E' scoppiato un vero pandemonio: l'alleanza è rotta e due candidati della lista, Iride Cosimati e Lino Cipolloni annunciano il loro ritiro. E' stato proprio Marsilio, dopo un rapido summit con gli alleati, a dettare la linea: «Apprendo con stupore e rabbia che nelle liste dell'Udc sono stati i candidati Scoccia e Olivieri, nonostante il fatto che i partiti della coalizione di centrodestra avessero posto un veto politico sono loro presenza. I dirigenti dell'Udc avevano dato la loro parola sul fatto che avrebbero rispettato le indicazioni della coalizione e come candidato presidente designato dal centrodestra mi ero fatto garante. Prendo atto che è stata tradita la parola data e la fiducia riposta, e che qualcuno ha voluto fare un grave e stupida forzatura che non può che portare, come conseguenza inevitabile, l'esclusione dell'Udc dalla coalizione della futura maggioranza. Il tempo dei sotterfugi, degli imbrogli e dei trasformismi deve finire». Di «intollerabile colpo di mano» ha parlato Gianluca Zelli di Azione Politica. Gaetano Quagliariello, leader di Idea tra i promotori della lista, si è detto all'oscuro di tutto: «In nessun momento e in alcun modo né il sottoscritto né rappresentanti di Idea sono stati informati del cambiamento. Ho sempre detto che ritenevo ingiustificati i veti della Lega alle candidature di Olivieri e Scoccia: in particolare quest'ultima ha una personalità che, per civiltà, non può essere considerata assorbita da quella dell'uomo che ha sposato. Ritengo però che a una scelta sbagliata non si risponde con una imboscata». Pagano (Forza Italia) ha invocato, da parte di Marsilio, «l'immediata convocazione di un tavolo del centrodestra». Per Fratelli d'Italia «l'Udc ha tradito tutti gli alleati, siamo con la coraggiosa scelta di Marsilio». «Non vogliamo vedere durante la campagna elettorale i simboli dell'Udc affiancati a quelli della Lega e del centrodestra unito» hanno tuonato Giuseppe Bellachioma e Luigi D'Eramo, della Lega. Fabrizio Di Stefano ha detto «di aver fatto bene a non aderire a questa coalizione». Sara Marcozzi, Cinque Stelle, parla di «un centrodestra già spaccato prima di cominciare».
M5S, la Marcozzi va da sola il movimento senza partner
Coerentemente a quanto sempre annunciato, il Movimento Cinque Stelle non si è discostato dal suo metodo di selezione della classe dirigente per le competizioni online. Attraverso le consultazioni online tra i propri iscritti si è arrivati alla designazione di Sara Marcozzi, che in questi anni ha portato avanti un'opposizione molto rigida insieme a tutto il gruppo pentastellato in consiglio regionale, anche grazie al passo di lato fatto da un altro esponente di spicco, Domenico Pettinari, che ha lasciato campo libero alla stessa Marcozzi. Nessuna alleanza con la Lega, sebbene i due partiti governino insieme a livello nazionale, nonostante in qualche frangente l'ipotesi abbia trovato spazio nel dibattito . Dunque una lista unica, su tutti e quattro i collegi abruzzesi. Il Movimento ha rivendicato a più riprese quanto fatto in questi anni tra i banchi dell'opposizione e ora ha annunciato una campagna elettorale itinerante, all'insegna della promessa di cambiamento, attraverso il noleggio autofinanziato di 28 city car, una per ciascun candidato. L'idea è di raggiungere tutti e 305 i comuni del territorio regionale.
Casapound schiera l'avvocato Flajani
Stefano Flajani è il candidato di Casapound alla presidenza della Regione. Flajani si è presentato in largo anticipo, a dicembre, nel corso di un incontro all'Aquila, a Palazzo Fibbioni. Flajani è avvocato, 47 anni, di Alba Adriatica. Ha detto di sentirsi orgoglioso «di rappresentare tutti i militanti di questo movimento che conta ben nove sedi sparse su tutta la regione, le uniche aperte 365 giorni l'anno, punti di riferimento per tutti gli abruzzesi che in questi anni hanno imparato a conoscerci grazie proprio alla nostra costante presenza sul territorio». Tra i principali punti del programma ci sono casa e servizi sociali, diritto alla salute, finanziamenti e agevolazioni per le attività produttive, più sicurezza, stop immigrazione, prevenzione e ricostruzione. «Uno degli obiettivi principali ha detto - è quello di aiutare le giovani coppie a diventare, presto e senza rischi, proprietarie di una casa con il mutuo sociale regionale».
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