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Data: 13/01/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Speciale elezioni in Abruzzo 2019 - Ecco le liste con tutti i candidati ma c'è già un ricorso di Masci. Contestato l'utilizzo del simbolo Abruzzo futuro all'interno della civica di Donato Di Matteo. Si ritirano Cipolloni e Cosimati (Udc). In corsa anche due assessori uscenti del Pd, Pepe e Paolucci (Le 18 liste - guarda)

PESCARA Nelle sedici liste non troverete nomi come Antonio Di Marco, Mauro Di Dalmazio o Paolo Gatti. Ma ci sono tanti candidati che hanno cambiato casacca oppure simpatie politiche, come Sandra Santavenere, Luca De Renzis o Donato Di Fonzo, che a Lanciano appoggiò la giunta Pupillo, e Rocco Micucci. È la politica, bellezza! IL
CASO MASCI. C'è però già un ricorso, presentato da Carlo Masci all'ufficio centrale elettorale istituito in seno alla Corte d'Appello, e agli uffici circoscrizionali provinciali, che incombe su una delle liste. Riguarda l'utilizzo del simbolo di "Abruzzo Futuro" che, secondo l'avvocato Masci, sarebbe stato presentato senza autorizzazione in una delle liste collegate al candidato presidente Giovanni Legnini. La lista in questione è quella di "Abruzzo Insieme", che fa capo a Donato Di Matteo. Il simbolo di "Rialzati Abruzzo/Abruzzo Futuro", spiega Masci nel ricorso, è collegato da sempre a coalizioni di centrodestra. Il trait d'union, sarebbe il consigliere regionale Mauro Di Dalmazio. Nel ricorso, Masci, dopo aver ricostruito la storia del simbolo, specifica che «mai e poi mai il presidente del partito ha autorizzato chiunque, men che meno il consigliere regionale Di Dalmazio, a utilizzare il simbolo di Abruzzo futuro (presentato alle elezioni regionali del 2014), per le elezioni regionali del prossimo 10 febbraio, peraltro in collegamento con il candidato Giovanni Legnini». Di Dalmazio, per la cronaca, non risulta candidato nella lista di Di Matteo. «Nonostante la mancata richiesta di autorizzazione», aggiunge Masci, «si vede chiaramente il simbolo di "Abruzzo Futuro" all'interno della lista "Abruzzo Insieme" con Legnini presidente. Tale inserimento risulta essere palesemente illegittimo e politicamente inaccettabile e fuorviante, vista anche la collocazione politica totalmente opposta a quella in cui gli elettori hanno sempre votato e premiato "Abruzzo Futuro"». Un'operazione, sottolinea Masci, che «provoca grave danno al partito che pur senza una diretta partecipazione, è schierato con il centrodestra a sostegno del candidato presidente Marsilio». Secondo Masci, in definitiva, «l'utilizzo fuorviante del simbolo può indurre in errore il votante all'interno della cabina elettorale». Per questo motivo chiede alla commissione elettorale di «ordinare al titolare del simbolo Abruzzo Insieme di eliminare dal simbolo quello di Abruzzo Futuro e, ove ciò non avvenga, o non sia possibile senza una violazione di legge, di escludere la lista "Abruzzo insieme" dalla competizione elettorale».
MARSILIO. Il quadro delle liste che pubblichiamo ci dice che sono sei quelle che appoggiano il candidato presidente Marsilio: Forza Italia, Lega, Fdi, Azione Politica, Udc-Dc-Ida (da cui hanno annunciato l'uscita Lino Cipolloni e Iride Cosimati) e il Popolo della Famiglia, che però è a rischio. Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia: «Abbiamo una squadra fortissima, nelle nostre liste ci sono amministratori, professionisti, imprenditori ed esponenti della società civile capaci e radicati nei territori, le considero le più forti del centrodestra, le migliori possibili».
LEGNINI. Sul fronte Legnini, invece, troviamo quattro liste civiche senza alcun riferimento ai partiti e altre tre civiche aperte promosse da forze politiche e dalla lista del Pd. Nel dettaglio: lista Legnini Presidente composta da espressioni del mondo della cultura, della formazione, del lavoro e delle professioni. Abruzzo in Comune con amministratori locali; Centristi per l'Europa solidali e popolari con Legnini, con politici cattolici e del mondo del volontariato sociale. Abruzzo Insieme di Donato Di Matteo; + Abruzzo, promossa anche da Civica popolare di Beatrice Lorenzin che a livello regionale ha come riferimento l'ex sotto segretario Federica Chiavaroli; Avanti Abruzzo, socialisti liberali e Italia dei valori; Progressisti con Legnini, Sinistra abruzzo Leu e infine il Pd che ricandida gli assessori uscenti Silvio Paolucci e Dino Pepe. «Abbiamo conseguito un risultato straordinario con l'adesione di 233 candidati di ogni estrazione culturale, politica, territoriale e sociale in otto liste», dichiara Legnini, «intendo ringraziarli uno per uno, poiché hanno voluto con generosità mettere a disposizione la loro esperienza e il loro tempo in nome del nuovo progetto politico che abbiamo voluto promuovere. L'appello alla società civile che rivolsi il 10 dicembre è risultato, dunque, largamente accolto e ciò mi carica di responsabilità, nel dover rappresentare una squadra così forte e motivata di passione e mi dà ulteriore energia per affrontare la competizione elettorale».
MARCOZZI. I 28 più Sara Marcozzi che compongono la lista del M5S sono avvocati, ingegneri, geologi e soprattutto cittadini comuni. CASAPOUND. Come del resto è la lista del candidato presidente di Casapound, l'avvocato di Alba Adriatica, Stefano Flajani.
RIFONDAZIONE. Infine lo sfogo di Rifondazione che non è riuscita a candidarsi: «Amarezza e orgoglio», scrive il partito di Maurizio Acerbo. «Molteplici sono le cause», accusa Marco Fars, segretario regionale, «ma la principale riguarda il ritardo con cui siamo partiti nella raccolta firme visto che fino alla sera del 28 dicembre c'era l'impegno pubblico di Sinistra Italiana alla costruzione di una lista unitaria alternativa al Pd. Dopo la decisione di SI di imboscarsi in una delle liste civiche di Legnini abbiamo dovuto in pochi giorni mettere insieme liste provinciali e avviare la raccolta in molti casi fronteggiando in tanti comuni il gelo e la neve». Senza riuscirci.

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